Un titolo, un libro e un film che the lady of the house usa come atmosfera di benvenuto,
invitando tutti a entrare fra le sue quattro mura (espositive). Siamo negli
spazi esterni del Superstudio Più di Zona Tortona, durante l’ultimo Salone del
Mobile 2010.
Nika Zupanc è l’eterea perfectionist mistress di questa casa fatta di puro design;
dimora breve di delizie fruttate, di pulizia estrema e di asettica femminilità.
Zupanc è la signorina cattivella di una generazione di designer femminili che riutilizza le forme gotiche
del sadico bon ton
per separare il mondo degli oggetti da quello delle cose. La designer in questione, però, ha un genetliaco di
estremo rispetto.
Nika Zupanc si laurea nel 2000 con una votazione
eccellente presso l’Accademia di design e belle arti di Lubiana. Dopo la
laurea, inizia a lavorare come designer indipendente e attualmente partecipa a
diversi progetti di design di prodotto in tutta Europa. Nel 2004 il British
Council la seleziona come giovane professionista di talento per il progetto Rising
Stars of New Europe
e, l’anno seguente, viene selezionata come finalista per la Slovenia per il
settore design di prodotto, in occasione del premio International Young
designer award IYDEY,
organizzato dal British Council e da 100% Design.
Di lei è stato detto che “i suoi lavori sono
caratterizzati dall’aspetto giocoso e al tempo stesso cupamente avanguardistico”. Tra il 2005 e il 2007, i suoi
oggetti sono stati esposti in 100% Design e Designersblock di Londra, Young
Talent di Hong Kong, Rewiew Gallery presso il Center for Architecture and
Design, The Lighthouse di Glasgow, Salone Satellite di Milano e in varie
gallerie; portandola alla collaborazione (in Italia) con Pininfarina e con
aziende quali Moroso e Moooi.
Se si dovesse stilare una selezione dei suoi oggetti,
sarebbe impossibile non includerli tutti. Le soluzioni tecniche avanzate, i
colori-delicatessen, le superfici smaltate e l’eleganza golosa dei volumi rendono
irresistibile ogni soluzione di Zupanc. Per fortuna, dunque, tra pezzi-icone e
novità prototipali, è stata allestita Gone with the wind, rassegna rapida ed essenziale
che ben saggia il suo intero percorso creativo. Lampade a forma di ciliegia (black
cherry lamps),
culle hyperminimal
(Vladimir, Boris e Alexander), contenitori di PVC (sugar
cubes),
macchinine laccate (kostantin beta car), divani con trine e fiocchetti (modesty sofa), cattura-polvere di piume grigie
(unfaithful feather duster) e scale maliziosissime (upper case) esaltano il senso dell’artificio
domestico, simbolizzando materiali e forme di natura.
Tra il fetish glamour e il barocco minimale, la garçonne slovena associa
attributi femminili di una donna ormai socialmente stigmatizzata con intransigenze
letterarie di eroine dal piglio nobile e dall’andatura altera. Intellettuale ma
mai eccessivamente incomprensibile, sofisticata ma mai inamovibile,
intransigente seppur fatale, Nika Zupanc restituisce alle cose il dono di
tornare a essere regali.
Ci auguriamo dunque che la sua produzione di accessori e
oggetti di design, for a home weird home, non smetta mai di luccicare; che il suo spirito
per il senza-tempo sconfigga il finto-chic del repêchage; e che la sua aura di demoiselle delle forme continui a incantare
per cattiveria ed eccessiva buona educazione.
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