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22
maggio 2008
design_progetti Al VIA il design di domani
Design
Il design è mescolanza alchemica di talenti, colori, illuminazioni, professionalità. La francese VIA celebra sette di anni di investimenti nel futuro e nel progetto. Come scoperta e possibilità...
Da sette anni la francese VIA, Valorisation de l’Innovation dans l’Ameublement, è presente durante la design week di Milano, quest’anno per la prima volta nel prestigioso contesto della Triennale, con una mostra-tributo per festeggiare i quarant’anni di attività, con la presentazione di novità, prototipi in attesa di editore, un omaggio all’icona nazionale Pierre Paulin e un excursus sulle fortunate collaborazioni tra designer e industriali francesi scaturite grazie all’intermediazione della stessa VIA.
Organizzazione che, con i suoi programmi di aiuto alla creazione, costituisce una vera e propria piattaforma d’espressione del design internazionale e anticipa le tendenze di domani. I mobili e gli oggetti che abitano il nostro universo quotidiano sono considerati da VIA come accompagnamento e prolungamento dei nostri gesti e movimenti prodotti dell’evoluzione sociale. Anche i materiali che li compongono e le nuove tecnologie d’applicazione rappresentano un elemento d’innovazione, così come i fattori culturali che determinano le tendenze, e danno una dimensione temporale agli oggetti.
Dal 2006, VIA si avvale dello strumento d’investigazione Domovision, curato dal suo direttore generale Gérard Laizé in collaborazione con Frédéric Loeb. Questo studio vuole aiutare i professionisti dell’arredamento ad anticipare le grandi evoluzioni del mercato e quindi ad adattare le loro strategie produttive al contesto internazionale. Si sottolinea ad esempio come da vent’anni in Italia e nei Paesi scandinavi e anglosassoni i designer siano diventati dei leader di opinione in grado di integrare la comunicazione nella loro progettazione. Inoltre l’high-tech, la moda, le marche planetarie come Nike, Coca-Cola e Apple, continuano ad avere un ruolo determinante nell’elaborazione di referenze comuni; ma nel contempo si sta diffondendo una tendenza inversa, ovvero la ricerca delle proprie radici e la volontà di far riemergere particolarismi regionali.
Ritorno alle origini che significa anche protezione del pianeta. Ci si muoverà sempre più in una dimensione “liquida”, dove tutto sarà concetto e astrazione speculativa: per esempio, la gastronomia sarà ancora più molecolare, il design sempre più culinario e la tecnologia minimalista. Antropologia ed etnografia divengono strumenti privilegiati dei designer per l’osservazione delle culture tecniche che accompagnano la nostra vita. Lo status dell’oggetto che riposava in parte sulla certezza di un rinnovamento continuo della tecnica e di un presente senza memoria tende a essere rimesso in questione.
In attesa del disvelamento in progetti degli studi di Domovision, alla Triennale sono stati esposti i progetti vincitori dei premi label scaturiti dalla fruttuosa collaborazione tra l′industria e i designer caldeggiati da VIA, come Jeu de cartes di Stéphane Ducatteau, libreria composta da una struttura modulare, e Pixel di François Azambourg, orologio dai riflessi lunari prodotto da Ligne Roset.
L’ambizioso progetto Interface(s) del designer Jean-Luis Frechin è invece vincitore della Carte Blanche all’interno del programma di Aides à la Création VIA 2008. L’autore sottolinea come nel suo progetto gli oggetti siano messi in discussione: poiché ce ne sono troppi, si spera, e al contempo si teme, una loro sparizione grazie al computer, e una successiva scomparsa del computer in una gigantesca rete invisibile onnipresente. E prosegue chiedendosi se si debba ancora opporre la fascinazione dell’arte all’utilità della tecnica.
Ormai da tempo gli oggetti del comfort quotidiano coabitano con oggetti tecnologici performanti, complessi e talvolta invadenti, che ci promettono un ambiente intelligente per la casa ma spesso integrano poco i fattori umani, presentando il rischio di perdita di comprensione e di controllo delle tecnologie che dovrebbero aiutarci a vivere meglio. Dunque Frechin ritiene sia importante proporre scenari che rappresentino in modo visibile i servizi informatici e siano capaci di inscrivere le tecnologie nei contesti intimi e affettivi dell’habitat.
Con il programma Aides à Projet, VIA agisce anche come rivelatore di giovani talenti. La selezione dei progetti (di cui si finanzia la prototipazione) avviene seguendo principi di pertinenza concettuale, innovazione tecnologica, esemplarità sociale, originalità estetica e fattibilità industriale. E da quest’anno è entrato un nuovo criterio di selezione: l’eco-efficienza del progetto. I progetti selezionati sottolineano come l’oggetto non sia più un tutto armonioso e desiderabile ma una somma di elementi che troveranno la loro legittimità più tardi, in uno spazio dedicato, come nel caso di Infinity del giovane designer francese Samuel Accoceberry: un ripiano adattabile alle curve e agli angoli dei muri grazie alle sue lamine di legno elastiche e resistenti inserite in un allineamento di console. Una volta montato, presenta una continuità visiva liberata da eventuali punti di rottura.
Anche Fossile dei francesi Mostapha El Oulhani, Jérôme Garzon e Fred Sionis segue principi di sostenibilità. Si tratta di una libreria ottenuta da mattoni plasmati, nobilitando questo materiale e rendendolo un originale complemento d’arredo. Gli alveoli ovoidali sono impilabili in maniera del tutto arbitraria e si bloccano grazie ai cilindri interni. La cottura si effettua in un forno alimentato da energia rinnovabile. Quando i moduli diventano obsoleti, la polvere di terracotta viene riutilizzata come terra battuta per i campi da tennis o per nuovi oggetti. L′idea funziona così bene che ha già trovato un editore: Roche-Bobois, che ha in agenda il lancio di Fossile nella prossima collezione autunno/inverno 2008-2009.
Organizzazione che, con i suoi programmi di aiuto alla creazione, costituisce una vera e propria piattaforma d’espressione del design internazionale e anticipa le tendenze di domani. I mobili e gli oggetti che abitano il nostro universo quotidiano sono considerati da VIA come accompagnamento e prolungamento dei nostri gesti e movimenti prodotti dell’evoluzione sociale. Anche i materiali che li compongono e le nuove tecnologie d’applicazione rappresentano un elemento d’innovazione, così come i fattori culturali che determinano le tendenze, e danno una dimensione temporale agli oggetti.
Dal 2006, VIA si avvale dello strumento d’investigazione Domovision, curato dal suo direttore generale Gérard Laizé in collaborazione con Frédéric Loeb. Questo studio vuole aiutare i professionisti dell’arredamento ad anticipare le grandi evoluzioni del mercato e quindi ad adattare le loro strategie produttive al contesto internazionale. Si sottolinea ad esempio come da vent’anni in Italia e nei Paesi scandinavi e anglosassoni i designer siano diventati dei leader di opinione in grado di integrare la comunicazione nella loro progettazione. Inoltre l’high-tech, la moda, le marche planetarie come Nike, Coca-Cola e Apple, continuano ad avere un ruolo determinante nell’elaborazione di referenze comuni; ma nel contempo si sta diffondendo una tendenza inversa, ovvero la ricerca delle proprie radici e la volontà di far riemergere particolarismi regionali.
Ritorno alle origini che significa anche protezione del pianeta. Ci si muoverà sempre più in una dimensione “liquida”, dove tutto sarà concetto e astrazione speculativa: per esempio, la gastronomia sarà ancora più molecolare, il design sempre più culinario e la tecnologia minimalista. Antropologia ed etnografia divengono strumenti privilegiati dei designer per l’osservazione delle culture tecniche che accompagnano la nostra vita. Lo status dell’oggetto che riposava in parte sulla certezza di un rinnovamento continuo della tecnica e di un presente senza memoria tende a essere rimesso in questione.
In attesa del disvelamento in progetti degli studi di Domovision, alla Triennale sono stati esposti i progetti vincitori dei premi label scaturiti dalla fruttuosa collaborazione tra l′industria e i designer caldeggiati da VIA, come Jeu de cartes di Stéphane Ducatteau, libreria composta da una struttura modulare, e Pixel di François Azambourg, orologio dai riflessi lunari prodotto da Ligne Roset.
L’ambizioso progetto Interface(s) del designer Jean-Luis Frechin è invece vincitore della Carte Blanche all’interno del programma di Aides à la Création VIA 2008. L’autore sottolinea come nel suo progetto gli oggetti siano messi in discussione: poiché ce ne sono troppi, si spera, e al contempo si teme, una loro sparizione grazie al computer, e una successiva scomparsa del computer in una gigantesca rete invisibile onnipresente. E prosegue chiedendosi se si debba ancora opporre la fascinazione dell’arte all’utilità della tecnica.
Ormai da tempo gli oggetti del comfort quotidiano coabitano con oggetti tecnologici performanti, complessi e talvolta invadenti, che ci promettono un ambiente intelligente per la casa ma spesso integrano poco i fattori umani, presentando il rischio di perdita di comprensione e di controllo delle tecnologie che dovrebbero aiutarci a vivere meglio. Dunque Frechin ritiene sia importante proporre scenari che rappresentino in modo visibile i servizi informatici e siano capaci di inscrivere le tecnologie nei contesti intimi e affettivi dell’habitat.
Con il programma Aides à Projet, VIA agisce anche come rivelatore di giovani talenti. La selezione dei progetti (di cui si finanzia la prototipazione) avviene seguendo principi di pertinenza concettuale, innovazione tecnologica, esemplarità sociale, originalità estetica e fattibilità industriale. E da quest’anno è entrato un nuovo criterio di selezione: l’eco-efficienza del progetto. I progetti selezionati sottolineano come l’oggetto non sia più un tutto armonioso e desiderabile ma una somma di elementi che troveranno la loro legittimità più tardi, in uno spazio dedicato, come nel caso di Infinity del giovane designer francese Samuel Accoceberry: un ripiano adattabile alle curve e agli angoli dei muri grazie alle sue lamine di legno elastiche e resistenti inserite in un allineamento di console. Una volta montato, presenta una continuità visiva liberata da eventuali punti di rottura.
Anche Fossile dei francesi Mostapha El Oulhani, Jérôme Garzon e Fred Sionis segue principi di sostenibilità. Si tratta di una libreria ottenuta da mattoni plasmati, nobilitando questo materiale e rendendolo un originale complemento d’arredo. Gli alveoli ovoidali sono impilabili in maniera del tutto arbitraria e si bloccano grazie ai cilindri interni. La cottura si effettua in un forno alimentato da energia rinnovabile. Quando i moduli diventano obsoleti, la polvere di terracotta viene riutilizzata come terra battuta per i campi da tennis o per nuovi oggetti. L′idea funziona così bene che ha già trovato un editore: Roche-Bobois, che ha in agenda il lancio di Fossile nella prossima collezione autunno/inverno 2008-2009.
link correlati
www.via.fr
www.loeb-innovation.fr
giorgia losio
[exibart]