Categorie: Design

design_resoconti | Design fairy tales

di - 16 Maggio 2007

Il Salone Satellite di Milano rappresenta ormai da dieci anni il trampolino di lancio o meglio la messa in orbita per giovani creativi provenienti da tutto il mondo. E nell’edizione del compleanno tante sono state indubbiamente le proposte: alcune divertenti come Play di Boaz Cohen e Sakaya Yamamoto di Eindhoven, che stimolano il fruitore al gioco appunto, ma anche le lampade Turn me on dello studio SEMdesign, sempre olandese, e le cornici The luminous window della belga Amandine Haumont, che si liberano dalla loro funzione per diventare oggetti decorativi tout court. Al Satellite è presente tutta una costellazione di be-designer, la scuola belga che, memore degli insegnamenti di Henri Van de Velde, è forse quella che meglio oggi rappresenta la fusione tra arte e design industriale.
Tra le proposte più pratiche ricordiamo le novità di Qbo Design di Giorgio Acconcia i cui bicchieri realizzati per igienisti non permettono di poggiare le labbra, le creazioni dello studio londinese VIABLE come Tristick, che può essere utilizzato sia come candeliere che come vaso, e l’attaccapanni che si può comodamente appoggiare alla porta senza chiodi e martello.
E poi le proposte eco-sostenibili come alcuni dei progetti riuniti sotto il nome Hidden Art, un’organizzazione non-profit che supporta e promuove i designer inglesi come Giles Miller, ma anche laboratori come il Design X generato all’interno del 3D Design Course all’University College Falmouth che presenta la serie Naked products. Come la tazzina per caffè take away che invece di avere il classico coperchio in plastica ha un biscotto a trattenere il calore, con un risparmio di 13.000 tonnellate di rifiuti plastici all’anno solo per l’Inghilterra.

E anche le creazioni Wambamboo di Kent Gration in bambù, ecologico e biodegradabile che sempre più sostituisce il legno, la plastica e i materiali sintetici.
Non solo giovani creativi “isolati” ma anche scuole, come il Buckinghamshire Chiltrens University College, l’ELISAVA di Barcellona e l’ISIA di Urbino/Faenza in orbita al Satellite, e tante altre che quest’anno hanno potuto scegliere anche un altro palcoscenico per mostrare le loro mirabilia. È That’s design, in zona Tortona, evento organizzato da Domus Academy, Consorzio POLI.design, Facoltà del Design, Dipartimento INDACO del Politecnico di Milano e ZOT srl, che ha visto riunite alcune tra le realtà accademiche più interessanti degli ultimi anni. Come l’Ecole di Saint-Etienne, che presentava tra le diverse creazioni anche il Potager de palier, due vasi uniti per stimolare l’interazione e il dialogo tra vicini di pianerottolo. Mentre la Finlandia ha proposto, tra i tanti prototipi, anche l’ergonomica e originale seduta realizzata da Jonas Hakaniemi. L’Istituto Italiano del Design, presente a That’s Design, è anche il promotore insieme a Mini del Mini Design Award, che da tre anni premia giovani designer che progettano la città del futuro con un interesse verso la socializzazione e la comunicazione. Quest’anno ad aggiudicarsi il premio è stato Piter Perbellini con il suo progetto per una città che coniuga slow e fast.
Un esempio positivo di città, anzi di regione che comunica, e comunica design, creatività e innovazione, è l’olandese Eindhoven, che continua il suo percorso in ascesa nel sempre più omogeneizzato villaggio globale. Successi celebrati proprio a Milano con il compleanno dei sessant’anni della Design Academy di Eindhoven con la mostra Family of form, ma anche in Zona Tortona con il progetto Tales from Eindhoven, in cui designer usciti dalla Design Academy e altrettanti studi hanno presentato in un’atmosfera fiabesca le loro nuove produzioni, tra cui Ali Baba e i 40 ladroni, 40 vasi che scintillano su un tappeto persiano di produzione olandese. Ma anche sedute per esterni create con dei procedimenti che le rendono resistenti a ogni tipo di aggressione e la seduta scultorea Sulla luna di Marko Macura, che ricorda le superfici lucide ed epurate da qualsiasi eccesso stilistico di Constantin Brancusi.

L’Inghilterra è arrivata a Milano con le valige dei giovani designer e degli studenti delle accademie più prestigiose del Regno Unito, piene di progetti in mostra proprio con il titolo Working out of the suitcase: interessante laboratorio promosso da Platform 8, unità all’interno del Royal College of Art che studia la relazione del design con arte e scienza. Anche per il Regno Unito si è celebrato un compleanno, con la decima edizione di Top Ten/Dieci e lode al British Council, selezione dei più promettenti giovani designer britannici quali Pamela West e Matt Edmonds e Anthony Dickens.

giorgia losio

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www.ams.be.cx
www.wambamboo.com.au
www.viablelondon.com
www.semdesign.nl
www.boazcohen.com
www.designx.eu
www.hiddenart.com
www.rca.ac.uk
www.britishcouncil.org
www.talesfromeindhoven.com
www.designconnectioneindhoven.com

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