Il numero di eventi che circondano il Salone è impressionante. Inevitabile dunque la “guida”, che molte riviste producono nelle foggie più varie. Fra le più complete, è ormai un’istituzione quella di Interni, che segnala ben 270 modi per passare le serate.
La galleria Giò Marconi, che ha appena chiuso la mostra dell’Ateleier Van Lieshout, ha offerto una doppia possibilità: al primo piano, alcuni lavori di Rodolfo Aricò attiravano un numero esiguo di visitatori. Ma il fulcro era l’installazione Lo-rez-dolores-tabula-rasa di Ron Arad. Una collaborazione con DuPont, in particolare un esercizio (di stile?) nell’utilizzo dell’oneroso Corian, autentico protagonista negli eventi fuori salone. Raggi di luce si sprigionavano da un disco e formavano immagini acide e sognanti. Inoltre, una reception realizzata con il materiale al quarzo Zodiaq e alcune sedute della serie OhVoid, sulle quali i visitatori si divertivano a sdraiarsi e un po’ meno ad alzarsi.
Fra le iniziative en plein air, funestate dalla pioggia, nei giardini antistanti il Pac si sono susseguiti concerti nell’ambito di Metal Machine Muzak. Una perla il set di Christian Fennesz, col suo armamentario tecnologico, una chitarra rumorista e due schermi sui quali erano proiettate immagini acquatiche di ogni genere (come se non fosse bastata quella che giungeva dal cielo). Altra iniziativa molto articolata, quella di Esterni, “Città in Rivoluzione”. Per partecipare attivamente, si doveva diventare cittadini della comunità, partecipare agli assessorati – colmo quello Sicurezza e Sovversione – varare decreti ecc. Impegno civile e politico per il recupero di un’area semi-abbandonata, ma francamente era troppo pretendere che ci si recasse quotidianamente.
Infine, il “must” della settimana. Domus ha sfruttato gli spazi enormi delle ex cartiere Binda. Il pubblico, invitato tramite la newsletter, poteva usufruire di navette ad hoc, godere di uno spettacolare buffet e della distribuzione gratuita dei numeri della rivista, ovviamente a partire dalla gestione Boeri. Numeri a tre cifre per la partecipazione, approccio democratico ed evento notevole: Transient, ovvero proiezione di fotografie di Armin Linke e video di Carlotta Cristiani con accompagnamento sonoro live di Ludovico Einaudi. Un budget spaventoso, ma che si è rivelato un’operazione di marketing degna di case history.
articoli correlati
La presentazione del Salone
La mostra dell’atelier Van Lieshout da Giò Marconi
Intervista a Fennesz
Intervista a Linke
Einaudi al “Telecom Italia Future Centre” di Venezia
Aricò in personale allo Studio Invernizzi
link correlati
Il sito ufficiale di Stefano Boeri
Il sito ufficiale di Ludovico Einaudi
Il sito ufficiale di Ludovico Einaudi
Il sito ufficiale di Christian Fennesz
Il sito ufficiale di Ron Arad
a cura di barbara felice & marco enrico giacomelli
Alle Gallerie d'Italia di Vicenza, in mostra la scultura del Settecento di Francesco Bertos in dialogo con il capolavoro "Caduta…
La capitale coreana si prepara alla quinta edizione della Seoul Biennale of Architecture and Urbanism. In che modo questa manifestazione…
Giulia Cavaliere ricostruisce la storia di Francesca Alinovi attraverso un breve viaggio che parte e finisce nella sua abitazione bolognese,…
Due "scugnizzi" si imbarcano per l'America per sfuggire alla povertà. La recensione del nuovo (e particolarmente riuscito) film di Salvatores,…
Il collezionista Francesco Galvagno ci racconta come nasce e si sviluppa una raccolta d’arte, a margine di un’ampia mostra di…
La Galleria Alberta Pane, 193 Gallery, Spazio Penini e Galleria 10 & zero uno sono quattro delle voci che animano…