Categorie: Design

design_talenti | Tord Boontje

di - 20 Settembre 2006

“Amo il luccichio e le iridescenze del ghiaccio, i riflessi della luce delle città e dei cristalli. Quando il vetro resta opaco e racchiude al suo interno un leggero chiarore, diventa magico. Proprio come il palazzo della regina delle fate”. Sembra l’incipit di un libro di fiabe. Invece si tratta della dichiarazione rilasciata dal designer olandese Tord Boontje a proposito del suo nuovo incarico per Swarovski. Una sensibilità che molti non esiterebbero a definire d’altri tempi, ma che sta penetrando sempre più l’essenza del design contemporaneo, incontrando il gusto e la lungimiranza di marchi di tutto rispetto, guadagnandosi perfino un posto nelle sale di un museo.
Nato ad Eschen, in Olanda, nel 1968, Tord Boontje studia ad Eindhoven e poi al Royal College of Arts di Londra, con tappe intermedie a Milano e New York. Oggi vive nella sua casa-atelier di Bourg Argental, all’interno della riserva naturale du Pilat, cuore della Francia, il luogo ideale per creare i suoi pattern sempre più poetici ed i suoi personalissimi decor floreali.
Eppure i suoi esordi, così minimalisti e provocatori fin dal 1994, anno in cui inaugura il suo studio londinese, non lasciavano intravedere la poesia delle texture dei suoi sviluppi futuri. La sua collezione Transglass, realizzata con bottiglie di vino e di birra riciclate si afferma nel 1997, seguita poi l’anno successivo da Rough-and-Ready Furniture, una linea di mobili creati con semplici strisce di compensato tenute insieme da vecchie coperte di lana.
Entrambi i tentativi cercano già di uscire dal consueto: pur raccontando come la grigia realtà urbana svilisca e spenga ogni emozione, mostrano a tutti che per dar vita ad un oggetto basta poco. Che aggiungendo giorno dopo giorno un po’ di colore, forme nuove e improbabili, ritagli e decori è possibile creare un mondo nuovo.

Ed eccolo il mondo di Tord Boontje: sedute e puff “vestiti da sera”. Divani e sedie a dondolo ricoperti da scialli e stole haute couture. E poi lampadari floreali, spesso tintinnanti ed iridescenti, tende di carta e poltrone con perle e lustrini. In bilico tra design & crafts, frutto dell’accuratissima scelta dei materiali e delle tecnologie d’avanguardia, filtrate però da un gusto romantico e decorativo, che evoca atmosfere dandy e retrò.
In Italia l’universo di Tord Boontje ha incontrato ormai da qualche anno la sensibilità di Moroso, azienda da sempre aperta alle nuove tendenze, anche alle più inconsuete e sperimentali. Numerosi i prodotti creati insieme e presentati in occasione di fiere e saloni, ed oggi ospitati all’interno della mostra Masters of Romantic Period – Dutch painting 1800-1850, allestita presso la Kunsthal di Rotterdam, per cui Tord Boontje è stato scelto, accanto ai maestri olandesi del XIV secolo, proprio come migliore espressione dell’anima romantica del design contemporaneo.
A far conoscere le creazioni di Boontje alla grande distribuzione ha pensato invece la catena di negozi d’arredamento Habitat, producendo già nel 2001 una linea dei suoi Wednesday Light -lampade precedentemente realizzate in edizione limitata per Dartington Crystal– puntando ai costi più contenuti del materiale per raggiungere anche i portafogli meno gonfi. Creatività, ricerca, assoluta incapacità di smettere di sognare. Perché è proprio così che il sogno può continuare. Attualmente Tord Boontje sta infatti lavorando con l’artista digitale Andrew Shoben e con il programmatore informatico Andrew Allenson ad un progetto ancora una volta insolito e particolare: the Influorescence Project. Ovvero come programmare un computer per produrre in modo random disegni floreali. Naturalmente.

anna russo

link correlati
www.tordboontje.com
www.moroso.it
www.kunsthal.nl

*articolo pubblicato su Exibart.onpaper. Te l’eri perso? Abbonati!

[exibart]

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