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Dropcity, a Milano si svela la nuova casa del design e della riqualificazione
Design
Abbiamo iniziato a commentare la settimana del design 2022 con la domanda: cosa resterà dopo la sbornia di eventi – anche vacui – sparsi dal centro alla periferia nella capitale della cultura progettuale italiana? La risposta è Dropcity, ovvero la nuova casa dell’Architettura e del Design di Milano, spazio di aggregazione, ricerca e dibattito intorno alla cultura della progettazione, luogo di informazioni e know-how di eccellente qualità professionale, ricavato dagli storici Magazzini Raccordati, chiusi da 40 anni, nella parte più antica della Stazione Centrale, lungo via Sammartini 38-60.
Parliamo di 10mila metri quadrati di spazi fino a oggi inutilizzati e che, nella primavera del 2024, diventeranno il nuovo distretto della progettazione di un futuro più sostenibile, inclusivo e nel rispetto del cittadino e dell’ambiente. Dropcity risale al 2018 ed è firmato da Andrea Caputo, architetto e designer specializzato in progettazione e consulenza nel campo dell’urbanistica e architettura d’interni. Il suo studio si è aggiudicato, tra gli altri concorsi, anche il bando del progetto di rigenerazione di piazzale Loreto (2021).
L’investimento da 16 milioni di euro è finanziato da Nhood Services Italy, azienda specializzata in interventi di riqualificazione urbana – gli stessi che stanno costruendo il grande centro commerciale di Cascina Merlata “Urban Smart Mall Merlata Bloom Milano” – con il sostegno di Grandi Stazioni Retail, che prevede il recupero architettonico attraverso un progetto di risanamento conservativo degli ex depositi ferroviari, davvero belli di per sé, autentici monumenti di archeologia industriale.
Intanto, nell’attesa dell’inaugurazione ufficiale della Bauhaus milanese, fino a domenica, 19 giugno, dalle 10 alle 19, si può liberamente entrare in una infilata di spazi, uno attaccato all’altro, nel ventre della modernità, direbbe Charles Baudelaire, di indiscutibile fascino. Così, i 28 tunnel, gestiti da Grandi Stazioni Retail, diventeranno la sede permanente di gallerie espositive gratuite, per quasi 1.300mq, di atelier di falegnameria e robotica, con macchinari e strumenti di stampa 3D, di laboratori inclusivi di ricerca e didattica (2.700 mq), di ambienti per il coworking (circa 4mila mq). Insomma, sarà la casa per supportare le categorie professionali in fase di investimento.
Dropcity ospiterà anche 400 postazioni ufficio con sedute ergonomiche, scrivanie di grandi dimensioni e un monitor di ampio formato in dotazione. Ogni area ufficio sarà dislocata in prossimità di draft-room, meeting-room, aree attrezzate con lockers e altri servizi in grado di assolvere a qualsiasi necessità. Non poteva mancare una biblioteca dei materiali, classificati secondo criteri di impatto ambientale e organizzati secondo i principi dell’upcycling, nel rispetto della cultura dell’economia circolare, e una biblioteca pubblica di archivio e consultazione, centrata sull’architettura e design. Questi nuovi spazi di progettazione saranno messi a disposizione alcuni giorni della settimana a giovani studiosi del settore e professionisti a prezzi calmierati, grazie a un accordo con l’amministrazione comunale. Inoltre, sono previste anche attività di tipo ricettivo, come servizio di ristorazione a uso dei frequentatori dello spazio, showroom, punti vendita.
In questi giorni, da non perdere anche il palinsesto di interessanti interventi culturali (si veda il calendario nel sito dropcity.org) per saperne di più su come si progetta il futuro di questi spazi e dell’area intorno alla stazione centrale, volti a creare una piattaforma per ricercatori e progettisti, oltre le gabbie della speculazione immobiliare.
Milano conta 12mila architetti e 15mila studenti iscritti a istituti pubblici o privati. Finalmente gli addetti del settore avranno un posto dove progettare insieme un futuro vivibile, esercitare la professione di ricerca, sperimentare nuovi materiali e tecnologie, con l’obiettivo di trasformare la didattica in una opportunità di riqualificazione urbanistica, non soltanto delle vie adiacenti alla Stazione Centrale, alquanto trascurate, piazza Duca D’Aosta inclusa, ma della città tutta.
Il progetto complessivo è documentato in un plastico esposto in uno spazio dei magazzini della Centrale, è stato approvato dalla Giunta Comunale nel mese di settembre e comprende la riqualificazione di via Sammartini che, dopo il Mercato della Centrale, è ancora un’area infrequentabile anche di giorno, dove i tunnel mostrano il peggio della città, un’umanità dolente, cresciuta ai margini del progresso.
L’area della Stazione Centrale in piazza Luigi Savoia ha inaugurato il Giardino della bambine e dei bambini di tutto il mondo, inoltre è previsto l’ampliamento dei marciapiedi e l’apertura di nuove attività commerciali che dovrebbero rendere l’area più sicura, compreso il progetto SeminiaAmo in piazza Duca D’Aosta e il progetto MiC, svelato poche settimane fa, che intende razionalizzare un altro tratto di piazza Luigi di Savoia, nell’ambizioso progetto di ristrutturazione dell’ex hotel Michelangelo.
Dopcity, un polo di ricerca e di aggregazione intorno a una architettura umanista, ricucirà una parte irrisolta della città, compresa tra via Sammartini e Ferrante Aporti, dove il degrado è il lato b della capitale del design e dell’innovazione. Davanti ai magazzini non mancherà il verde, con zone pedonali e piste ciclabili. La rigenerazione dell’area comprende il quartiere Sammartino, un progetto di riconversione stradale concepito per la riduzione del traffico carrabile, una nuova pista ciclabile tra Centrale e Martesana e più verde. Per il momento c’è il plastico, i finanziamenti e l’ottimismo anche. Ma attendiamo il 2024 per commentare de visu il nuovo distretto.