Spirito contemporaneo e artigianalità d’eccellenza: è la doppia anima di Lightscape, la collezione di arazzi e pannelli dipinti e ricamati su tessuto, realizzati rigorosamente a mano da Luisa Longo che, dopo una seire di esposizioni all’estero, porta in anteprima a Napoli le sue nuove opere. L’occasione è quella di EDIT, innovativa fiera dedicata al meglio del design internazionale e indipendente, la cui seconda edizione si terrà dal 16 al 18 ottobre, negli spazi suggestivi del Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore.
«Adesso che l’ambiente domestico è tornato a essere di importanza centrale, si afferma più che mai la necessità di prendersi cura della casa in quanto elemento fondante della qualità della nostra vita», ha spiegato la designer originaria di Bologna.
Tra Arts and Crafts e antico Egitto, dalla Grecia classica ai motivi contemporanei di Sonia Delaunay, Gunta Stölzl e Dorothea Tanning, con la collezione Lightscape Luisa Longo recupera una tradizione antichissima e ne sovverte le regole, per dare corpo a un oggetto millenario e attuale allo stesso tempo, con i colori vibranti e ricchi di sfumature iridescenti delle fibre leggere e trasparenti del taffetà .
Per ogni opera Longo ha disegnato un motivo a tondi di diverse dimensioni e colori, dipingendolo sul taffetà precedentemente sagomato e cucito da sarte esperte. Per i ricami, Longo si è affidata al know-how di alcune artigiane romane, che fanno uso di tecniche tradizionali di decorazione su stoffa, eseguendo a mano ogni intervento sui pannelli, con particolare perizia e cautela vista la delicatezza del tessuto utilizzato. Successivamente sul pannello sono stati aggiunti inserti ricamati in diverse tonalità e forme, realizzati da maestranze locali a partire dal disegno di Longo, seguendo un ritmo cromatico in accordo con il motivo dipinto.
«Lavorare un tessuto così delicato come il taffetà non è affatto semplice. In tutte le sue fasi, dalla cucitura alla pittura e poi al ricamo, occorrono tecniche e attenzioni particolari, che solo mani esperte posseggono, a ogni passo si rischia di rovinare tutto il lavoro, eppure è proprio per via di questa consistenza eterea della stoffa, di questo lavoro certosino di sarte e ricamatrici che la bellezza prende corpo», ha raccontato la designer che, nella sua ricerca, mette in relazione arti decorative, pittura e design, sulla scia del concetto di opera d’arte totale e delle pratiche della Bauhaus.
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