22 aprile 2024

GLASSTRESS 8½, meraviglie di vetro al Berengo Art Space di Murano

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Fondazione Berengo e Berengo Studio presentano l’ottava edizione di GLASSTRESS 8½, rassegna biennale internazionale di opere d’arte e design realizzate in collaborazione con i maestri vetrai di Berengo

Jens Fänge – dettagli: 2a-2b SOLACE 8, 2023 ph Francesco Allegretto Courtesy Berengo Studio

In concomitanza con la 60ma Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia, la Fondazione Berengo e Berengo Studio presentano GLASSTRESS 8½. Una meravigliosa serie di opere realizzate da artisti e designer nazionali e internazionali che si sono avvalsi della competenza tecnica dei maestri vetrai di Murano. La mostra, curata da Umberto Croppi, è stata inaugurata il 19 aprile 2024 e si snoda all’interno dei suggestivi ambienti di una ex fornace di vetro muranese, trasformata in spazio espositivo a partire dal 2009, per poter ospitare eventi collaterali della Biennale di Venezia. Una location unica che diventerà casa della collezione permanente della Fondazione.

In quest’occasione si celebra anche il 35mo anniversario dello Studio Berengo, che ha dialogato negli anni con oltre 300 artisti, inclusi Ai Weiwei, Tracey Emin, Thomas Schütte e Laure Prouvost.

Sono circa 30 le opere – tutte inedite – presentate all’edizione di quest’anno e create da artisti quali Monica Bonvicini (Venezia, Italia, 1965), Nathalie Djurberg & Hans Berg (Lysekil, Svezia, 1978 e Rättvik, Svezia, 1978), Fariba Ferdosi (Teheran, Iran, 1976), Ryan Gander (Chester, Gran Bretagna, 1976), Majida Khattari (Erfoud, Marocco, 1988), Ayako Rokkaku (Chiba, Giappone, 1982), Thomas Schütte (Oldenburg, Germania, 1954).

Glasstress, veduta della mostra, Fondazione Berengo, Studio Berengo, Venezia, 2024. Foto Francesco Allegretto
Glasstress, veduta della mostra, Fondazione Berengo, Berengo Studio, Venezia, 2024. Foto Francesco Allegretto

Il titolo della mostra – un omaggio a Fellini e al suo capolavoro sul tema della creazione artistica – richiama l’ottava edizione di GLASSTRESS, cui si aggiunge un’edizione “espansa”, dove 1/2 indica le due grandi istallazioni inedite allestite alla Tesa 99 dell’Arsenale Nord.

Si tratta di un evento che, nell’arco di 15 anni, ha costituito una comunità artistica interessata alla tradizione della soffiatura del vetro con risultati innovativi e sperimentali. «Per centinaia di anni il vetro è stato considerato da alcuni semplicemente un mezzo decorativo o funzionale, GLASSTRESS… manda in frantumi queste convenzioni», ha scritto Philippe de Montebello, già Direttore del Metropolitan Museum of Art di New York.

La materia vitrea, trasparente o colorata, luminosa o opaca ha molto a che fare con l’arte tutta, così come dimostra anche l’esposizione inaugurata da qualche giorno nelle Stanze del Vetro, sull’Isola di San Giorgio, dove si racconta dei primi artisti che utilizzarono questa materia preziosa e delicata per le opere presentate alle prime edizioni della Biennale di Venezia.

Glasstress, veduta della mostra, Fondazione Berengo, Berengo Studio, Venezia, 2024. Foto Francesco Allegretto
Glasstress, veduta della mostra, Fondazione Berengo, Berengo Studio, Venezia, 2024. Foto Francesco Allegretto

Nella giostra sfavillante di GLASSTRESS 8½ si va dall’installazione con pavimento a specchio di Alfredo Pirri (Cosenza, Italia, 1957), alla stanza che l’artista Marya Kazoun (Beirut, Libano, 1976) invade con un modellino scintillante della sua città. E, ancora, dalla stravagante composizione di Arne Quinze (Belgio, 1971) al quadro-specchiante di Zheng Chongbin (Shangai, 1961). Lungo l’iter il fruitore farà i conti anche con i centrifughi grovigli vitrei di Tony Cragg (Liverpool, Gran Bretagna, 1949), i totem snelli ed eleganti di Ornella Cardillo (Modena, 1993), il lampadario fiorito e multicolor di Chila Kumari Burman (Bootle, Gran Bretagna, 1957), gli eccentrici abbinamenti di vetro e stoffe di Lorenzo Vitturi (Venezia, 1980). Particolarmente alienante, poi, il grande dittico di Laurent Reypens (Belgio, 1954) che riproduce in vetro ciò che ha dipinto, come se le sue sculture fuoriescano dai quadri alla parete.

Non potevano mancare anche riferimenti al mondo naturale. Così l’ex fornace sull’isola del vetro accoglie, tra le altre opere, anche la gigantesca scultura aracnoide di Afro Celotto (Venezia, 1963), il giardino polare con uccelli di Laure Prouvost (Croix, Francia, 1978) e le stranianti creature ibride di Koel Vanmechelen (Belgio, 1965), tra piume, vetri e corna di renna.

Glasstress, veduta della mostra, Fondazione Berengo, Berengo Studio, Venezia, 2024. Foto Francesco Allegretto

«Quando abbiamo aperto la prima edizione di GLASSTRESS nel 2009, l’abbiamo fatto con il desiderio di creare una piattaforma in cui il pubblico potesse testimoniare l’enorme varietà di artisti contemporanei che lavorano con il vetro e il potenziale illimitato che questo mezzo racchiude», ha affermato Adriano Berengo, Presidente di Berengo Studio e di Fondazione Berengo. Un commento che si aggiunge alla voce del curatore, Umberti Croppi: «Quello del vetro è un mondo incantato in cui le suggestioni più incredibili possono prendere forma. Si è deciso di proporre, con questa edizione, un parterre eccezionale di artisti e la possibilità per i visitatori di vedere dove tutto ha avuto inizio. La vecchia officina del vetro. Per sottolineare lo stretto legame tra un’antica tradizione artigiana e l’assoluta contemporaneità del suo utilizzo».

Glasstress, veduta della mostra, Fondazione Berengo, Berengo Studio, Venezia, 2024. Foto Francesco Allegretto

Le mostre GLASSTRESS sono state presentate in importanti musei e istituzioni di tutto il mondo, tra cui il Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo, il Boca Raton Museum of Art, Florida, il London College of Fashion e The Wallace Collection a Londra, il Museo d’Arte Riga Bourse a Riga, il Millesgården Museum di Stoccolma, il Museum of Arts and Design (MAD) di New York, il Beirut Exhibition Center (BEC) a Beirut. Ma Murano, l’isola del vetro per eccellenza, è all’origine di tutto.

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