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Il futuro è adesso: al via la 14^ edizione di Brera Design Week
Design
La 14^ edizione di Brera Design Week prende forma dalla consapevolezza che il futuro sia adesso e che dargli forma e significato sia una priorità. Promuovendo il tema proposto da Fuorisalone, “Laboratorio Futuro”, Brera Design Week 2023 sarà una lente sulle tematiche di attualità che più interessano la design industry, dall’innovazione dei materiali alla circolarità, passando per le nuove sfide di mercato tra esperienza online e offline, con un occhio di riguardo per le modalità inedite per coinvolgere e raccogliere l’interesse delle nuove generazioni.
Curato da Studiolabo, agenzia e studio creativo, il palinsesto di progetti speciali e iniziative culturali vede coinvolti alcune delle firme più rinomate del design italiano e internazionale, brand nazionali e internazionali e showroom permanenti.
Per scoprire di più di questo appuntamento che apre il mondo del design a tutta la città offrendo progetti e pratiche in grado di innescare azioni di cambiamento abbiamo intervistato Paolo Casati, Creative Director di Studiolabo.
Brera Design Week giunge alla sua 14^ edizione. Come era e come è diventata? Quali obiettivi ha raggiunto e quali invece si prefigge oggi?
Paolo Casati: «14 anni di lavoro sul distretto e di relazione con i tanti attori presenti, dagli showroom alle aziende che prendono uno spazio espositivo temporaneo per l’evento o durante l’anno per il lancio di prodotti e attività di brand awareness. Siamo partiti nel 2010 con 47 eventi durante la design week e 70 showroom permanenti, oggi contiamo 187 showroom permanenti – che fanno di Brera il luogo al mondo con la più alta concentrazione di attività commerciali dedicate al design – e 270 eventi. Abbiamo raggiunto l’obiettivo di trasformare Brera Design District in un brand capaci di attivarsi in due momenti distinti dell’anno, la design week e i design days di ottobre, creare un luogo fisico distintivo, il Brera Design Apartment e gestire i servizi a supporto attraverso la piattaforma Brera Location. L’obiettivo per il futuro è quello di consolidare la presenza sul territorio attivandoci in altro momenti dell’anno capaci di mettere in rete gli showroom con percorsi guidati, magari con il supporto di un editore per la parte dei contenuti oltre a quello di esportare il modello creando dei rapporti privilegiati con realtà internazionali operanti nel campo del real estate».
Innovazione dei materiali, circolarità, mercato, coinvolgimento e nuove generazioni: come la nuova edizione riuscirà a valorizzare questi aspetti?
Paolo Casati: «Pensando al futuro. La domanda che ci siamo posti e che ci poniamo è se avremo un futuro e nel caso come possiamo aspettarcelo dato il contesto quotidiano. Ma la domanda deve trovare risposta nei singoli comportamenti e nella cultura del progetto applicata a prodotto e processi produttivi, riducendo al minimo l’impatto del nostro lavoro e della produzione in un’ottica di rigenerazione più che di creazione. Rigenerare vuole dire dare nuova vita, riducendo consumo e impatto, questi sono gli aspetti che sto osservando sempre più alla base dei progetti delle aziende, l’invito è andare a scoprire gli esempi più virtuosi».
Quali sono le sfide maggiori che impone la contemporaneità e come risponde il design?
Paolo Casati: «La mancanza di un contesto chiaro e sicuro, in un orizzonte temporale utile allo sviluppo imprenditoriale è sicuramente una delle più grandi difficoltà del contemporaneo. Abbiamo capito che l’imprevisto può agire su scala globale e avere ripercussioni devastanti, abbiamo capito che nonostante ci sia la consapevolezza di un destino incerto c’è una parte del globo che pensa ai propri interessi a breve termine senza preoccuparsi di quello che sarà il futuro e il lascito alle nuove generazioni. Il design, riprendendo l’etimologia della parola progettare (Dal fr. projeter, dal lat. tardo proiectare ‘gettare avanti’ •fine sec. XVI.) vuole dire gettare avanti, pensare oltre, trovando soluzioni e immaginando qualcosa che oggi non c’è. La sfida è quella di risolvere i problemi di quello che c’è, promuovendo un cultura del cambiamento attraverso le diverse anime del design, in primis quello dei design dei servizi (service design) che sempre di più dovrà entrare a far parte del metodo di lavoro di governa politica e territori. Senza progetto, non c’è sviluppo».
Il palcoscenico di idee e soluzioni creative di quest’edizione è molto ampio. Quali sono gli highlights?
Paolo Casati: «Fuorisalone si muove da sempre su due fronti, da una parte la scoperta di location inaspettate in luoghi inediti o in cerca di nuova identità, dall’altra parte progetti autoriali di qualità capaci di innescare interesse e curiosità. Rispetto ai luoghi sarà sicuramente interessante scoprire la nuova sede di Alcova all’ex Macello di Porta Vittoria, l’intervento di Drop City ai magazzini raccordati di Centrale, Morel Milano in zona Certosa, lo Spazio Maiocchi con Capsule Plaza, Convey che riporta in luce una location “mitica” al fuorisalone a fine anni 90 in zona Farini, AssabOne ospita il progetto di Giacomo Moor per Live in Slums e tanto altro che presentiamo nella sezione percorsi del sito Fuorisalone.it. Parlando di progetti, nel nostro Brera Design District segnalo “Dry days, Tropical Nights” di Agostino Iacurci per glo™ for art , un’installazione colorata e maestosa che avvolgerà l’imponente torre in largo Treves prossima alla demolizione. L’ultima preziosa occasione per il pubblico, quindi, di varcare la soglia dello storico edificio in Brera e vivere a modo proprio l’esperienza artistica. E ancora, Hermès alla Pelota; Alive in Time di Grand Seiko sempre in via Palermo; Shift Craft di Korea Craft & Design Foundation alla Fondazione Giangiacomo Feltrinelli; Trame all’Acquario Civico, un’installazione interattiva a cura di Stark; l’orto Botanico con l’installazione firmata da Italo Rota e CRA-Carlo Ratti Associati; SolidNature – Beyond the Surface, un labirinto onirico progettata da Ellen Van Loon e Giulio Margheri dello Studio OMA in via Cernaia 1; sempre in Cernaia da Mutina l’installazione a firma di Patricia Urquiola e Michael Anastassiades ; GROHE crea un’esperienza unica e multisensoriale nel cortile della Pinacoteca di Brera; Surfaces with a View” apre gli spazi di FENIX Scenario in Via Quintino Sella 1 con un lavoro firmato da Zanellato/Bortotto insieme a Musa; e la lista è ancora molto lunga, considerando i 270 eventi a circuito».
Comune a molte iniziative del distretto e del Fuorisalone 2023 è l’esperienza del pubblico in termini di partecipazione ed esperienza. Che cosa si intende per laboratorio di esperienze?
Paolo Casati: «La parola chiave, seppur in molti casi abusata, è “installazione immersiva”, che sottende il concetto di Esperienza, intesa come capacità di coinvolgimento del pubblico in uno spazio che non è pensato per presentare un prodotto, ma per creare memoria e relazioni, che necessita di una regia, espressione di un laboratorio di sapere complesso. Questo si collega al nostro macro tema Laboratorio Futuro: il futuro per noi può essere scritto solo attraverso un lavoro collettivo fatto di più saperi e conoscenze guidato da un principio di Design Thinking. Sempre a proposito di esperienza, segnalo anche il Fuorisalone Award, il premio decretato sulla base delle votazioni dirette del pubblico, che potrà scegliere l’installazione preferita tra le 20 più selezionate dalla redazione di Fuorisalone.it».