Non solo nella moda ma anche nel mondo della gioielleria Gabrielle Chanel è stata una vera visionaria e anticipatrice di future tendenze. Già nel lontano1921 crea un atelier Sport all’interno della sua casa di Haute Couture, conferendo ai suoi gioielli la stessa libertà di movimento che aveva voluto negli abiti per liberare le donne e renderle più consapevoli del proprio corpo. Da questa filosofia di unione tra mondo couture e sport è nata nel 2024 la collezione Haute Joaillerie Sport, disegnata da Patrice Leguéreau, direttore dello Studio di creazione di gioielli CHANEL. Una vera celebrazione non solo della passione verso lo sport con le sue sfide, ma anche dell’incredibile savoir faire nello scegliere e combinare le pietre preziose: una perfetta unione tra eleganza e sperimentazione che vuole mettere in risalto la libertà del corpo e l’eleganza del movimento.
Come commentava lo stesso Patrice Leguéreau, compianto Direttore dello Studio di Creazione Gioielli CHANEL, scomparso appena pochi giorni fa: «Per la creazione della collezione di Alta Gioielleria Sport mi sono ispirato allo stile sportivo di Chanel, che è parte integrante della storia della maison: l’eleganza della linea e la libertà di movimento. La collezione vuole essere una celebrazione dell’allure sportiva profondamente radicata nella storia del marchio».
L’intera collezione si compone di 80 pezzi suddivisi in sette temi, tutte creazioni letteralmente speciali per lavorazione e qualità delle pietre preziose utilizzate: 23 pezzi unici, 21 pezzi trasformabili, tre pezzi unici in colore e 24 pezzi con prezzo superiore a 1M€.
Tra i sette temi, Graphic Line, 25 pezzi (sei parure) caratterizzati dalla linea “chevron” che evoca il ritmo e la velocità. Delle linee di colore danno dinamicità alla silhouette. La linea chevron si riconosce per la sua successione di V, fa riferimento alla collezione Bijoux de Diamants presentata da Gabrielle Chanel nel 1932 (il motivo caratterizzava uno dei pezzi Comète). Poi Graphic Print, che si compone di 15 pezzi (cinque parure) caratterizzati dal logo Chanel rivisitato in una stampa sportiva. Quilted Icons, con sette pezzi (quattro parure) caratterizzati dal matelassé in versione sport, alleggerito, traforato, ornato dai simboli della Maison, ridisegnato con riferimenti al mondo dello sport (camelia, leone, 5). E ancora Sporty 5: 12 pezzi (cinque parure) caratterizzati dal 5, il numero portafortuna di Coco che diventa un fermaglio/chiusura di design a forma di moschettone. Completano la collezione i tre temi: Gold Slider con 13 pezzi (quattro parure) caratterizzati da un passante scorrevole. La “testa” tonda del passante si ispira alla forma del bottone. Sweater che consta di otto pezzi (due parure) ispirati alla felpa sportiva e ai suoi lacci e Collector, ovvero 5 spille iconiche.
La collezione Haute Joaillerie Sport offre il più bell’insieme di pietre preziose mai presentato dalla maison, mostrando i colori delle pietre preziose in tutta la loro vivida e luminosa intensità. Un set di cinque zaffiri del Kashmir, frutto di un lavoro di ricerca durato diversi anni, è di per sé un tour de force. I contrasti bicolore e tricolore esaltano le pietre colorate, mentre le loro forme sottolineano sottilmente l’estetica ergonomica della collezione. La peculiarità di questa collezione è l’aver unito insieme le materie preziose con materiali altamente tecnici quali alluminio e fibra di carbonio che affiancano l’oro bianco e giallo, il platino, la lacca, la ceramica nera e bianca.
Scomparso a soli 53 anni, Patrice Leguéreau dal 2009 è stato direttore creativo della gioielleria di Chanel, un grande talento capace di tradurre i simboli della maison in diamanti e filigrane, che si trattasse di una trama tweed o dei portafortuna simbolo di Coco. Il creativo non ha mai perso di vista il concetto di comodità e portabilità, qualità imprescindibili, come voleva la stessa Coco, così come le combinazioni cromatiche, essenziali per mantenere l’impatto visivo dei pezzi.
Di Leguéreau ricordiamo queste parole, riportate anche dalla giornalista Serena Tibaldi, che ha avuto modo di incontrare lo stesso direttore creativo: «Amo avere tanta libertà, ma cambiare approccio e stile a ogni nuova linea, alla lunga diventa dura. Non basta avere un’idea, devo anche convincere chi mi lavora accanto a fidarsi, a credere nella mia visione. È uno scambio continuo tra noi, spesso è difficile, ma non potrebbe essere altrimenti. Al contrario di ciò che avviene nelle altre grandi maison di alta gioielleria, da Chanel la creatività viene sempre prima di tutto».
In occasione della mostra UPLANDS&ICONS, che inaugurerà il prossimo 6 dicembre a Biella, Steve McCurry ci parla delle emozioni dietro…
La Fondazione Galleria Milano presenta la mostra dedicata alla pittura di Sandro Somarè, inaugurando l’Archivio e il catalogo ragionato di…
Irene Coppola ha vinto il premio di Scultura Ca’ del Bosco, con una installazione site specific per l’azienda vinicola nel…
Il ritratto di Antonietta Gonzales è stato acquisito dal National Museum of Western Art di Tokyo. A marzo era in…
Al Rothko Museum di Daugavpils, in Lettonia, una mostra dell’artista argentino Ernesto Morales: 30 opere per indagare il mistero universale…
Se il Pompidou di Parigi chiude, la sede di Metz festeggia 15 anni con una super mostra curata da Maurizio…