Quest’anno –a scanso di equivoci- c’è anche il marchio. Milano Design Week: un incastro semplicissimo –le tre parole formano un angolo retto- che ricalca la grafica costruttivista. Lo firma –per la cronaca- lo studio Cerri & Associati/Pierluigi Cerri e Alessandro Colombo.
I cinque giorni lunghi del design a Milano iniziano oggi, 14 aprile: Salone del Mobile, ma soprattutto Fuori Salone, ovvero quella serie di fittissima di mostre, presentazioni, anteprime tra gallerie, showroom e spazi espositivi non convenzionali. Sarà che la fiera chiude alle 18.00, sarà che gli stand delle aziende sono, nella migliore delle ipotesi, prevedibili (per non dire -quasi sempre- piuttosto bruttini), sarà pure che la fiera deve rispettare comunque una declinazione propriamente –e specificatamente- commerciale, mortificando l’appeal, ma sono gli allestimenti ad hoc sparsi nella città a fare la parte del leone.
Discorso a sé, è il padiglione 9 (quello aperto al pubblico per tutti e cinque i giorni): un’occhiata la merita sempre, quest’anno per almeno due motivi. Il SaloneSatellite, consueto appuntamento dedicato ai giovani designer (settima edizione e non un segno di crisi, dice –scaramantica- la curatrice Marva Griffin) e Dining Design, mostra-pendant della biennale Eurocucina (10 architetti e stilisti x 10 ristoranti griffati).
Si mangia anche alla Triennale (viale Alemagna 6): l’idea di partenza di Street Dining Design (cura Gilda Bojardi/Interni) è quella del cibo consumato in piedi, durante la giornata. Dal cappuccino e cornetto, al gelato, all’happy hour, al cocktail: il tutto raccontato attraverso dieci chioschi d’autore, assaggi compresi. Dalla Risotteria di Patricia Urquiola e Martino Berghinz alla cioccolateria di Studio Piva (con la sponsorizzazione di Godiva).
Ancora da vedere alla Triennale: la Panda secondo Stefano Giovannoni, il design che verrà –con un invito a toccare con mano– proposto dall’Interaction Design Institute di Ivrea e poi un compleanno da festeggiare, quello del bagno disegnato da Philippe Starck per Axor e Duravit: dieci anni portati con ironia, celebrati per l’occasione con un doppio allestimento Jeune fille à la fontane e Le meilleur endroit du monde.
Tappa d’obbligo nella zona di via Tortona: trovate qui le nuove leve del design francese e gli olandesi Claudy Jongstra, Niels Van Eijk e Miriam van der Lubbe; alla Segheria di via Meda è di scena Designosaurus di Ross Lovegrove, mentre Carla Sozzani si affida al Tunnel of Light di Kris Ruhs e alle limited edition di Shiro Kutamata (lindirizzo è noto: corso Como 10). Moroso presenta il talento Tord Boontje (showroom in via Pontaccio 8/10), da Understate ci sono gli argenti di De Vecchi, un Ron Arad particolarmente ispirato allestisce da Gio Marconi (via Tadino15); Postdesign bissa i tappeti di Memphis (con qualche new entries rispetto al 2003) mentre Zerodisegno va sul sicuro con due vecchie glorie: Gaetano Pesce che implementa i Nobody’s perfect con una collezione di letti e Mimmo Rotella debuttante con i mobili decollage (progettati con l’architetto Marco Ferreri). Due segnalazioni fashion: Dolce&Gabbana rienterpretano trenta oggetti Kartell e presentano la lampada Bourgie di Ferruccio Lariani (a corso Venezia 15); invasione giapponese da Missoni, in via Solforino, con l’allestimento Mogu Fun Fun.
Ma l’idea geniale l’hanno avuta i Droog Design, anche quest’anno da Postart in via Giannone 10: nel bailamme di cocktail, serate ed invitistrictly personal, loro propongono un epico, spassoso Go slow… enjoy!!
mariacristina bastante
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