02 luglio 2023

Le possibili evoluzioni del design al Centre d’Art Contemporain Genève

di

Fino al 13 agosto lo spazio espositivo di Ginevra esplora il design sperimentale con la mostra Design in Metamorphosis. A metà tra scultura, oggetto di design e forma aliena

Exhibition view of Design in Metamorphosis with Audrey Large / Théophile Blandet at Centre d’Art Contemporain Genève (June 23‒August 13, 2023). © Centre d’Art Contemporain Genève. Photo: Mathilda Olmi

Là dove la città si specchia nell’acqua, e il Lago di Ginevra defluisce nel Fiume Rodano, sorge il Centre d’Art Contemporain Genève, uno spazio espositivo concepito come Kunsthalle, privo di una collezione permanente, ma sempre aperto alle possibili manifestazioni della contemporaneità. La forma d’arte analizzata in questa occasione è il design, presentato dai curatori Barbara Brondi e Marco Rainò nella sua ibridazione più completa, a metà tra scultura, oggetto di design e forma aliena. Le opere che vanno a costruire Design in Metamorphosis, sono il frutto dell’innovativo lavoro dei due designer francesi Audrey Large e Théophile Blandet, che occupano il terzo piano del Centro capitanato da Andrea Bellini.

Lo spazio che si compone di quattro sale, di cui la prima bipartita da un tramezzo, accoglie il manifesto dei due protagonisti, che si alternano a vicenda sul palcoscenico, per uno spettacolo che alterna dialoghi e monologhi. Si inizia con Meta(Tower)Shelve#1 di Audrey Large, che scruta la porta di ingresso da sinistra, sviluppandosi verso l’alto in una serie di stratificazioni e conformazioni diverse create dalla stampante 3D FDM, affiancata dalla più colorata Scale to Infinity e poste in dialogo con PPC-DH (Chair) e PS (Wall Cabinet) di Théophile Blandet, su cui poggia MetaBowl#13 di Large. Dei disegni affissi sulla parete di destra, guidano il visitatore verso la seconda parte della sala, dedicata interamente al lavoro della designer.

Centre d’Art Contemporain Genève
Exhibition view of Design in Metamorphosis with Audrey Large / Théophile Blandet at Centre d’Art Contemporain Genève (June 23‒August 13, 2023). © Centre d’Art Contemporain Genève. Photo: Mathilda Olmi

La manualità spontanea e intuitiva, che emerge dal tratto libero che corre sul foglio, ritorna nelle sculture che investigano il tangibile e l’impalpabile, il reale e il non reale, un «Atlas of possibility» correlato al mondo digitale. L’artista nel suo processo creativo, parte infatti dall’elaborazione di un file che si materializza in un oggetto impossibile a metà tra una forma archetipica e una possibile forma futura, invitando l’osservatore ad applicare la propria memoria e sostrato culturale alle opere, per poterne riconoscere l’aspetto. Nei due tavolini Cosmic Strings (Low Table) e Meta(Low)Table#1, così come in Afterglow (Chandelier) e MetaShelve#1 si possono scorgere figure ricorrenti, talvolta distinguibili, come gli uccellini di To See The Light We Crawl, altre volte più simili a grottesche scultoree, che celano parole impresse sulle superfici simili a seta.

La seconda sala ospita invece il risultato dell’unione del lavoro dei due designer, che uniscono le proprie idee per creare la scacchiera Abstract Strategy (Chess Game) e il lampadario Up, Charm, Top, Down, Strange, Bottom, dove il contributo di uno è funzionale alla creazione dell’altro, per un risultato possibile solo in funzione di questa commistione. Bureau Papillon, a cavallo tra le due sale e divisa dalla parete, introduce allo spazio che vede come protagonista questa volta Théophile Blandet, che avvia il suo monologo presentando le sue creazioni realizzate principalmente in alluminio o con materiali di scarto. I due tavoli, muniti di cassetto, si presentano come ali di farfalla, la cui texture rivela una trama a cera d’api che ricorda il mondo naturale organico e quello artificiale. Il prodotto finale del lavoro di costruzione non viene deciso fin dall’inizio e, nonostante il fattore estetico e ideologico, deve sempre rendere conto di un suo possibile uso trattandosi di design.

Audrey Large x Theóphile Blandet, Abstract Strategy – Chess Game, 2019, Photo: Gert Jan van Rooji, Courtesy the artists

Il prototipo per bitcoin Fountain of Money, la scrivania da muro Al. Desk cabinet, la Tea Fountain e le sedie PC (Chair) e Al. Desk Chair, tengono conto di questo aspetto «user friendly» rivelandosi duttili e pronte a essere adattate alle necessità. In chiusura Metamorphosis Signals: PBRLamp03_ Marble009_4k_GroundForest_1K_Glass-BSDF, lampada realizzata in seguito a IN Residence, residenza per designer a Torino, da Large, fronteggia Pole (Shelve) di Blandet, a cui viene dedicata una sala a parte, teatralmente lasciata in una leggera penombra. L’opera che mette un punto fermo alla mostra, sembra un “tragica” apparizione scheletrica di quello che a prima vista ricorda una metallica gabbia toracica, che si rivela poi come una scaffalatura rotante intorno a un palo-fulcro. Design in Metamorphosis si pone dunque nel solco avviato da Chrysalis: The Butterfly Dream, invitando a guardare in maniera diversa questi oggetti di design/sculture dotate di un’agency, del potere di agire socialmente, collezionabili e capaci di veicolare nuovi significati, opere in continua metamorfosi in una società in evoluzione.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui