Entro il 2050 nei nostri mari potrebbero esserci più residui di plastica che pesci.
Circa 700 specie specie marine si stanno estinguendo e ogni giorno otto milioni di pezzi di rifiuti si riversano negli oceani.
Si potrebbe continuare all’infinito con i numeri e le statistiche, ma invece che precipitare nella disperazione, il Museo Röhsska di Göteborg, in Svezia, ha avuto un’altra idea, quella di riunire, in occasione della mostra “Ocean Plastics”, a cura del duo di creativi Wang & Söderström, una nuova generazione di designer per pensare a diverse soluzioni per ridurre il consumo di plastica anche tramite l’utilizzo delle moderne tecnologie.
Con approcci interdisciplinari, innovativi e sostenibili, Adidas and Parley for the Ocean, Ramin Bahrani, Formfantasma, Ina Johansson Lidman and Dave Hakkens, Jessica den Hartog, Malmö Upcycling Service, Roos Meerman, Christian Meindertsma and Label/Breed, Ocean Clean-Up, Optimist for Havet, Aurore Piette, Snøhetta and NCP, Basse Stittgen, Studio Swine, Margarita Talep e Yesenia Thibault-Picazo, hanno evidenziato la capacità del design di influenzare il futuro, valutando diverse strategie per ripulire gli oceani e studiando i materiali del domani.
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