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Si terrà dal 18 al 23 aprile 2023, la 24ma edizione di SaloneSatellite, fondato e curato da Marva Griffin e aperto alle sperimentazioni emergenti dei designer under 35, per facilitare il rapporto tra le imprese e i giovani progettisti. All’interno della cornice del Salone del Mobile di Milano, il SaloneSatellite coinvolgerà, dunque, quei luoghi che favoriscono lo scambio e dove avvengono le trasformazioni, tanto individuali che collettive, più significative: le scuole. Tra i 27 istituti formativi presenti, anche l’ISIA Faenza, afferente al MIUR – Ministero dell’Università e della Ricerca, settore dell’Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica, nato nel 1980 da un progetto culturale di Bruno Munari e Giulio Carlo Argan.
Nell’ambito del tema di quest’anno, “Design Schools – Universities / BUILDING THE (IM)POSSIBLE Process, Progress, Practice”, l’ISIA di Faenza ha risposto alla domanda “Design: DOVE VAI?”, approfondendo il tema dell’ecotono, termine che definisce l’ambiente di transizione tra due ecosistemi, l’atmosfera specifica dei luoghi trasversali per definizione, cioè quelli di confine, le zone interstiziali, dove le complessità entrano in dialogo. A questo spazio e all’indagine delle sue peculiarità sono ispirate le esperienze sviluppate dalle studentesse e dagli studenti dei Bienni di Design del Prodotto e di Design della Comunicazione, presentate nell’ambito dell’esposizione “ECOTONO – metamorfosi dei confini”.
«I progetti presentati esplorano la dimensione naturale alterata delle zone limite tra acqua e terra, mare e costa», spiegano dall’ISIA Faenza. «Si guarda a tali ecosistemi riscoperti dalle geografie migratorie delle specie e dalle progressive variazioni climatiche, cercando nei tratti delle metamorfosi e delle collisioni di elementi eterogenei il dialogo della convivenza uomo-natura». Da questa prossimità, sono stati sviluppati oggetti e strumenti in grado di colonizzare, compensare, trattenere, filtrare, lasciare scorrere l’acqua, arrestare il dilavamento, offrire ospitalità agli esseri viventi, riparo, cibo, ristoro per tutti. Azioni chiave, dunque, riferibili tanto a un dominio pratico che a un ambito poetico.
«La spiaggia, ad esempio, è intesa come nuovo inizio, approdo di speranze, ma anche luogo di frequentazione prolungata a causa dell’innalzamento delle temperature. Così un dissalatore d’acqua, diventa anche segnale apotropaico e di aggregazione sociale, macro dune e sassi con bioluminescenze un sistema multi-funzione per la convivialità notte-giorno, refrigeratori per cibi e bevande e un erogatore di acqua per animali insieme auspicano il prolungamento delle consuetudini in tali habitat. La narrazione riflette uno scenario sospeso dove la ceramica avanzata e tradizionale si esprime in oggetti dall’eredità atavica connessa ai luoghi anche attraverso lo studio materico-cromatico site specific di impasti sperimentali a base di sabbia e gres, capaci di erosioni programmate, per ritornare poi alle origini».
I progetti sono realizzati da Giorgio Francesco Calvi, Federica Cinquepalmi, Gabriele Soresi, Elena Valbonesi, Jadwiga Van de Logi, dei Corsi di Design dei prodotti ceramici II, Prof.ssa Sabrina Sguanci, e di Modelllistica e prototipi, Prof. Mirco Denicolò; e da Michela Badiali, Helena Baesi, Alessandra Barnaba, Samuele Campana, Erika Casadio, Martina Chiffi, Anna Geremia, Benedetta Innocenti, dei Corsi di Progettazione, Prof. Giorgio Gurioli, di Digital fabrication, Prof. Lorenzo Paganelli, e di Processi e materiali innovativi, Prof. ssa Annalisa Natali Murri.
I contenuti audiovisivi dell’allestimento e la grafica coordinata sono stati curati da Aminata Balde, Ettore Bellini, Luna Celani, Pamela Colombi, Cecilia Colombo, Vittoria D’Ettorre, Anna Groppo, Aurora Keber, Mattia Marinelli, Ernesta Enrica Moramarco, Gloria Palmieri, Cosimo Priori, Stefano Ricci, Valentina Roberto, Russo Giovanni, Valentina Zanotti. Corsi di Video Digitale, Prof. Andrea Pedna, di Tecniche di scrittura per i media, Prof. Matteo Pini, e di Type Design, Prof. Antonio D’Elisis.