Una elegantissima e unica Alfa Romeo 6C 2500 SS Bertone, il prototipo rivoluzionario della Lancia Florida Pinin Farina ma anche la mitica Fiat Panda Valentina personalizzata dalla mitica carrozzeria Scioneri. La storia dell’automobile corre parallela a quella dell’Italia: per attraversale entrambe, si può fare un salto all’ADI Design Museum di Milano, dove la Collezione Lopresto, in collaborazione con Accademia di Belle Arti Aldo Galli- IED Network di Como, ha presentato una mostra sulla Storia del car design e restauro dell’automobile d’epoca.
Il progetto espositivo è focalizzato sul grande design automobilistico, attraverso l’esposizione di alcuni esemplari unici della Collezione Lopresto che, avviata nel 1979 da Corrado Lopresto, oggi può contare circa 150 auto di marchi italiani, disegnati dalle firme più celebri del design automobilistico del ‘900, molte delle quali costruite in un unico esemplare, prototipi o fuoriserie, e tutte con caratteristiche speciali. Le auto della collezione coprono l’intera storia dell’industria automobilistica italiana, dal 1901 ai nostri giorni. Accanto ai nomi più noti, sono conservati anche marchi da riscoprire, come Ansaldo, Diatto, Bianchi, Stanguellini, Isotta Fraschini, Cisitalia, Osca, De Tomaso, Iso Rivolta.
La mostra all’ADI Museum ripercorre l’evoluzione del design automobilistico, dagli anni delle fuoriserie del dopoguerra fino ai prototipi degli anni ’70 e ‘80. Nell’ambito dell’esposizione, l’accademia Galli con le studentesse del corso di Restauro del profilo pfp2 si occuperà dell’intervento di restauro conservativo dell’autovettura Fiat 2100 con carrozzeria fuoriserie Savio del 1961. Il progetto sarà suddiviso in diverse fasi lavorative e alcune di esse saranno effettuate durante la mostra e visibili a tutti i visitatori.
L’esposizione delle auto sarà inoltre arricchita dalla presenza di modelli di stile in scala, provenienti dagli studi di design di Alfa Romeo, Bertone, Tjaarda.
Alfa Romeo 6C 2500 SS Bertone (1942): esemplare unico allestito su un telaio da corsa dell’anteguerra per la Scuderia Milan, importante squadra sportiva dell’epoca. Il disegno è opera di Mario Revelli, il più celebre designer automobilistico italiano degli anni ’30.
Lancia Florida Pinin Farina (1955): prototipo della Lancia Flaminia su telaio Aurelia, pietra miliare del design italiano. Con le sue linee tese e spigolose rivoluzionò il modo di disegnare l’automobile, dando origine ad un nuovo corso del design Lancia.
Osca 1600 GT Touring (1961): uno di due esemplari costruiti sul telaio prodotto dai fratelli Maserati. Carrozzeria speciale Touring che presenta brevetti innovativi come il lunotto concavo e la ruota di scorta estraibile dalla portiera.
Alfa Romeo Giulietta SZ Zagato (1961): prototipo della versione “Coda tronca” della Giulietta SZ, sviluppata da Ercole Spada per Zagato sfruttando le teorie aerodinamiche di Kamm. Premiata dall’Unesco per il restauro conservativo nel 2016.
Alfa Romeo Montreal Bertone (1970): secondo esemplare costruito e prototipo ufficiale della Montreal di serie. Presentato al Salone di Ginevra 1970 dopo il successo della concept car omonima all’esposizione universale in Canada nel 1967.
Fiat Panda Valentina Scioneri (1990): esemplare unico realizzato da Scioneri su base Panda 75S e rivestito in tessuto, con dettagli fuoriserie. Presentata al Salone di Torino 1990 come prototipo dimostrativo della carrozzeria.
Fiat 2100 Savio (1962): durante la mostra, in collaborazione con l’Accademia Galli di Como, verrà eseguito il restauro conservativo di un esemplare unico della Collezione Lopresto. Utilizzando tecniche mutuate dal mondo delle opere d’arte, l’auto verrà riportata al suo originale splendore senza le sostituzioni e i rifacimenti tipici dei restauri più comuni. Questo approccio innovativo è stato portato alla ribalta da Corrado Lopresto anche grazie alla vittoria di un premio patrocinato dall’Unesco nel 2016.
Nella giornata del 29 gennaio verrà presentato l’intero intervento di restauro conservativo. Durante l’incontro sarà possibile conoscere tutte le fasi operative di cui si è composto il restauro, sia con riferimento diretto alla vettura – con interventi, tra gli altri, di puliture a secco e con soluzioni acquose, consolidamenti stratigrafici, integrazione pittorica – che presso il laboratorio interno al museo, con analisi diagnostiche al microscopio ottico, trattamenti con convertitori antiruggine. La mostra sarà visitabile fino al 30 gennaio, con un evento di chiusura.
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