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Quando il design indipendente incontra il saper fare: la mostra da Vito Nesta a Milano
Design
Ha aperto il 4 aprile e resterà visitabile fino al 13 aprile, durante la Design Week, presso Spazio Vito Nesta di Milano, la mostra Magnificat. Alchimie e devozione nel nuovo design, a cura di Paolo Casicci. Alla ricerca di craftmanship e capacità manuali d’altri tempi, in un momento storico complesso, la capacità di saper restituire manufatti di pregiata fattura torna finalmente al centro della riflessione. Consapevoli che il confine tra craftmanship e arte è davvero sottile, non possiamo non rifarci al concetto di artigianalità antica, quando cioè il lavoro manuale toccava ai grandi come Policleto o Fidia.

Ecco quindi che la ricerca di soluzioni nuove conduce la nostra attenzione alla mostra Magnificat, selezione di designer, artisti e artigiani in grado di costruire, con le loro creazioni, sottili alchimie tra estro e funzionalità. Paolo Casicci, curatore della kermesse, ha individuato designer di esperienza pluriennale. In mostra, quindi, le opere di Marta Abbott, Atelier Crestani, Atelier Nuanda, Giulia Barela Jewelry, Giorgio Bena, Bluecycle Beyond Marine Plastic Waste con Alessandro Gorla, Debonademeo, Egoundesign, Fabula, Simone Fanciullacci, Marco Guazzini, Kimano Design, Incalmi, Madlen Ceramics, Orografie e Martinelli Venezia, Medulum, Millim Studio, Riccardo Monachesi e Cecilia Valli, Ninefifty, Remould Italian Upcycle Design, Marino Secco, Slow Fiber, Teamwork Italy e Elena Pelosi, Veniston, Wanderart.

Obiettivo del curatore è stato quello di selezionare produzioni di design indipendente, in cui la componente personale e biografica imprime sulle creazioni concetti nuovi, in grado di dare forma a un pensiero parallelo. Il fattore artigianale diventa linea, oggetto, strumento: si fa design. Nello spazio di Vito Nesta, a due passi dal Binario 21 di Milano Centrale, in via Ferrante Aporti, 16, un’esposizione che sa di rigenerazione.

Ad aprire l’allestimento sono gli sgabelli di ReMould, basati su un modulo disegnato appositamente per essere componibile, senza l’utilizzo di viti e bulloni. Incastri e innesti per un materiale tutto declinato sul rispetto dell’ambiente, che recupera oggetti di riciclo. Frutto della collaborazione tra Falegnameria Gori, Smashing Plastic e Spazioerre, gli elementi di ReMould assicurano nuova vita all’arte dello sgabello.

Vito Nesta, padrone di casa, è presente con la serie Delcor. Costituita da frammenti riassettati per percorrere un nuovo percorso nel mondo, la collezione prende spunto dalla parola spagnola “cuore”. Delcor consiste in vasi realizzati attraverso il collage di frammentati di contenitori rotti, e poi riassemblati. Redivivo restauratore di vita, Vito Nesta recupera la tradizione degli antichi, con l’intento di rigenerare oggetti ricostituiti a partire da pezzi di storia che hanno smarrito la loro funzione.

Monachesi Valli presentano la collezione Archè giocata sul senso di salvezza e di inizio. Eleganti animali si impostano su basi di ceramica per conferire umanità a questo antico materiale, normalmente usato per realizzare contenitori. L’allestimento è estremamente suggestivo e, come suggerisce il nome della collezione, consiste in un ampio tavolo su cui sono sistemate le produzioni ceramiche in modo che gli animali sembrino intraprendere un lungo dialogo, in una simbolica arca dell’alleanza che dal tempo di Noè giunge fino a noi.

Tra i nuovi materiali, compare la pasta di legno utilizzata per la realizzazione del tavolino di Martinelli Venezia con Orografie. Nell’ottica di un nuovo significato del termine consolle, in cui i piani si fondono in esperimenti che si librano nello spazio, Martinelli Venezia con Orografie ripensa la funzionalità di elementi usati nella quotidianità.

Le opere di Marta Abbott sono quadri i cui colori sono stati realizzati dall’artista usando gli estratti naturali derivati dalle piante, tradizioni alchemiche si uniscono per produrre immagini astratte connotate da un perfetto equilibrio. Il coffee table di Millim Studio è un’opera metallica realizzata per sottrazione: eliminando il superfluo dal blocco di metallo, si ottiene la forma che, ricomposta nell’insieme, evoca il concetto di assenza.
Alessandra Pasqua è in esposizione con un’opera in cui una radice di albero risulta valorizzata da piccole appliques che, simbolicamente, raccontano come l’interferenza umana incida sulle radici naturali e sull’ambiente.

La mostra è piena di suggestioni, vi consigliamo di visitarla.