13 giugno 2022

Salone del Mobile di Milano 2022: highlights e riflessioni a porte chiuse

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Chiude la sessantesima edizione del Salone del Mobile di Milano, tra progetti espositivi e installazioni immersive si punta sui grandi numeri ma aspettiamo una inversione di tendenza

©Ansa

Chiusi i battenti del Salone del Mobile di Milano 2022, che si è preso la sua rivincita sulla pandemia e sulla guerra in Ucraina: giunto alla sua 60ma edizione, anche se non le dimostra, ha dimostrato che il design è più innovativo che mai e vince quando è sostenibile, etico e tecnologico. Gli stand a Rho Fiera, quest’anno erano più grandi del solito e accoglienti, per mostrare la qualità del marchio attraverso prodotti confortevoli, colorati, belli e resistenti, capaci di adattarsi alle metamorfosi ambientali in atto.

Come cambierà l’abitare è presto per dirlo, certo è nel segno della trasformazione ecosostenibile, anche se il marchio “green” non è sufficiente, poiché tutto dipenderà dai materiali che utilizzeremo all’insegna dell’economia circolare, del riciclo, del recupero nel rispetto dell’ambiente.  Non a caso a vincere il premio RoGuiltlessPlastic 2022 è “Foresta liquida”, per la categoria Innovative e Tech Project, basato sul tema del re-waste, capace di trasformare i rifiuti in ricchezza, sviluppato per Venezia e presentato da Rossella Orlandi, in via Bandello, guru dell’avanguardia progettuale. Interessante è stato l’intervento artistico “ConcetART-Guard Rail”, che ha proposto la trasformazione di una piazza tra Moscova e Garibaldi con l’installazione di arredi urbani scultorei, realizzati riciclando reti metalliche per il traffico dall’artista di San Paolo Ale Jordao: utile il totem per la ricarica dei cellulari a forma di casa per uccelli.

Facciamo il punto della situazione, tra le installazioni del Furisalone più votate dal pubblico, le trovate online, tra le tante, secondo una classifica generale. C’è “Labyrinth Garden” di Raffaello Galiotto con Nardi, nel cortile del Settecento dell’Università Statale di Milano, una costruzione dedalica extralarge, in cui perdersi, che è stata tra le più apprezzate dei 40 progetti proposti da INTERNI. Anche l’installazione giocosa, sonora e interattiva in rame antibatterico “Feeling the Energy” con Plenitude di Carlo Ratti e Italo Rota all’Orto Botanico, ha conquistato bambini di tutte le età, complice i tubi refrigeranti e la straordinaria bellezza di questo “giardino” magico.

Hanno galvanizzato tutti le installazioni tecnologiche, fotogeniche e immersive ad alto potenziale scenografico, nel segno della luce e del suono, come “Connect to Extraordinary” di Haier e “BluE The Underwater Experience” di Rossinavi, avvolti da fondali marini ospitati in Superstudio, in via Tortona 27, “Preciosa Ligting” di Vasku&Kuld, una composizione di cristalli sonori all’Opificio 31, sempre in via Tortona.  Il vetro è materiale cult di ieri e di oggi, ne sa qualcosa Philippe Stark, con lo spettacolare tavolo Donald, per Gals Italia, e la serie di bicchieri, vasi e anelli Talleyrand di Baccarat.  All’Acquario Civico, “Momentum”, installazione interattiva di Stark, azienda leader nella produzione di installazioni multimediali: il “qui e ora” acquista una profondissima azzurrità, si entra nelle profondità digitali sulle gamme del blu, attraversando flussi luminosi e coinvolgenti.

Tra le altre installazioni che hanno prodotto code chilometriche, spicca “Dior by Stark” a Palazzo Citterio in via Brera 12, dove l’onnipotente Philippe Stark ha reinterpretato magistralmente la sedia Medaillon, simbolo dello stile Luigi XVI, identificativa della Maison Dior. Nel distretto di Brera è piaciuta l’installazione “Construction” per Hermes alla Pelota in via Palermo, essenziale ed elegante, e a Palazzo del Senato quella del designer Daniel Arsham, con il marchio Kohler, davvero sorprendente.

Tra le location inedite, la periferia si conferma centro della sperimentazione ardita, come si è visto a Baggio, con Alcova, a Baranzate, nel nuovo hub espositivo dedicato ai designer belgi ospitati nell’ex fabbrica Necchi, e in via Orobia 15, in uno spazio di 6mila metri quadrati vicino alla Fondazione Prada. Flos, lo storico marchio di lampade, ha festeggiato il suo 60mo compleanno in questa ex fabbrica e ha regalato a Milano un allestimento da favola, “See The Stars Again”, firmato Calvi Brambilla. Seguendo il filo – elettrico della luce –, correva l’anno 1932 e, a Corsico, Luigi Fontana e Gio Ponti fondavano FontanaArte, azienda poi fabbrica di lampade che ha scritto la storia del design della luce, in via San Marco 22: “90 Yers of Light and Art”, a cura di Matilde Cassani e Oscar e Gabriele Buratti, è una mostra che ha ripercorso quasi un secolo di vita del marchio, attraverso un archivio digitalizzato.

L’elenco è ancora lungo, trovate la classifica online, ce n’è per tutti gusti. Noi chiudiamo gli aggiornamenti   intorno alla Design week con qualche commento critico. Insomma, a parte allestimenti faraonici, mostre più o meno di qualità, eventi diffusi all’insegna dell’entusiasmo e del business, ovunque si sono viste tante idee, molti stranieri, e le energie pre-pandemia riconfermano Milano capitale mondiale del design. Ma entusiasmo, empatie e connessioni tra persone e settori diversi, tra tecnologia e sostenibilità, non bastano. Tutta la kermesse è tornata a modelli passati. Nell’edizione dell’aprile 2023 del Salone del Mobile, vorremmo scoprire qualche reale trasformazione, mirata più alla qualità e meno alla mondanità festaiola. Forse sarebbe il caso di contenere il numero degli eventi e mirare ai contenuti delle proposte, poiché concentrare in una settimana 800 eventi di Furisalone, spalmati dal centro alla periferia, è troppo schizofrenico. Non c’è neppure il tempo di approfondire le proposte valide e tutto finisce nel dimenticatoio collettivo. Qualche riflessione sull’evento più atteso dell’anno sulle prospettive future e sulle metamorfosi urbane in corso, bisognerebbe porsela, no?

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