Un messaggio in bottiglia che non è proprio d’amore, anche se, considerando l’autore, ogni gesto è un simbolo aperto all’interpretazione. Sgrappa è la nuova grappa presentata da Maurizio Cattelan, insieme agli amici Paolo Dalla Mora, direttore marketing di Moschino e imprenditore nel settore spirits, e Charley Vezza, Global Creative Orchestrator del brand di design Gufram. Prodotto artigianalmente in Piemonte, il distillato trasparente, dal gusto deciso, mette subito le cose in chiaro, con quel dito medio che spunta nel bel mezzo della bottiglia d’autore da 70 cl, con la forma affusolata che ricorda quella di un fiaschetto. Il riferimento è a L.O.V.E. (acronimo che sta per Libertà, Odio, Vendetta, Eternità), l’iconica mano in marmo bianco dalla dita mozzate – tranne, appunto, quella più significativa –, esposta dal 2010 al centro di piazza degli Affari, a Milano, di fronte a palazzo Mezzanotte, sede della Borsa. Ma c’è anche un retroscena di vita famigliare.
«Sgrappa per me è una “scusa” per ricordare mio padre», ha raccontato Maurizio Cattelan. «Amava bere grappa e la produceva per sé in casa. Prendeva una pentola a pressione – l’unica che avevamo, per cui in quei giorni con mia madre e mia sorella sapevamo che avremmo mangiato la metà –, e ci inondava con questo odore fortissimo. Negli anni ho iniziato a berla anche io, ma non la sua, che era davvero tremenda. Sgrappa è un modo per ricordarlo, ma in fondo anche una sfida per migliorare quella sua grappa imbevibile. Penso di esserci riuscito con Paolo e Charley, se lui fosse ancora in giro, Sgrappa non gli piacerebbe affatto», ha continuato l’artista che, dopo la banana, ha quindi scelto di dedicarsi alla vinaccia.
Ricavata da uve prodotte e vinificate esclusivamente in Italia, considerata tra i pezzi forti e più identificativi del made in Italy, alla grappa è riconosciuta l’Indicazione Geografica Protetta e, quindi, in nessun altro Paese si può usare questa definizione. La Sgrappa di Cattelan nasce dalla volontà di rilanciarne l’immagine in chiave contemporanea e, infatti, può essere consumata liscia ma la sua destinazione prediletta è la mixology, cioè l’arte del bere miscelato: insieme ad acqua tonica o succo di pompelmo rosa dà il massimo, promette Cattelan che, per realizzare questo progetto, ha dovuto stappare – e testare – diverse bottiglie.
«Sgrappa è nata come una sfida tra amici. Una sera eravamo a casa io, Paolo e Maurizio e arriviamo al tipico momento “Dai, un ultimo cocktail”, ma era finito tutto», ha spiegato Vezza. «Era rimasta solo una bottiglia di grappa, uno di quei classici regali indesiderati. “E se la misceliamo con la tonica?”. Ovviamente quell’ultimo cocktail non era per niente l’ultimo. E per niente buono! Però l’idea di farci una grappa tutta nostra, buona da miscelare, ce la siamo ricordata stranamente anche il giorno dopo. Oltre al gusto, abbiamo rinnovato anche il design della bottiglia ispirandoci al vecchio fiasco di vino. Così un fiasco è diventato un oggetto iconico», ha continuato l’imprenditore.
Distribuita da Velier, al presso di 50 euro, la Sgrappa non si limita all’oggetto in sé ma ha tutto un suo menù di cocktail piuttosto spiritosi, come le rivisitazioni dei long drink Fuck You, con China Clementi, bitter e vermouth rosso, Fuck You Too, con aggiunta di spumante secco, e Fuck on the Beach al pompelmo rosa, giusto per richiamare in maniera molto ma molto sottile al dito in bottiglia. «Nella bottiglia c’è un messaggio, che può funzionare per tutti, per chi ami, ma in fondo anche per chi ti sta un po’ sulle palle», ha affermato Maurizio Cattelan. «È il regalo perfetto da fare e quello che forse non vorresti mai ricevere».
Da visitare anche il sito sgrappa.com – magari dopo qualche buon bicchiere – giusto un po’ vaporwave, con tanto di jingle che ricorda le pubblicità anni ’80 e una serie di freddure memorabili, tipo: Liscia o miscelata? La Verità sta nel medio.
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