In un museo, anche un gesto semplice come sedersi non può che essere degno di attenzione. Che poi, semplice per modo di dire, considerando l’impatto, nella storia degli esseri umani, dell’invenzione della sedia, oggetto funzionale per eccellenza, con il quale le menti migliori di ogni generazione hanno misurato le proprie energie. E così, quando i musei riapriranno, troveremo una gradita sorpresa ad attenderci: nelle sale della sede milanese delle Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo, potremo testare con mano – non proprio ma ci siamo intesi – la nuovissima OP-PO, opera vincitrice del concorso “Sitting Muses, una seduta per i musei”, lanciato lo scorso maggio dall’Associazione MuseoCity. Leggera e maneggevole, con un nome che sembra richiamare la ben nota esclamazione di soddisfazione quando finalmente ci si accomoda, la sedia è stata progettata da Maria Avgerinou, Wenny Hudarso, Xin Dean e Waleska Galdamez, studenti del POLI.design.
Già a dicembre, Maria Grazia Mazzocchi, presidente dell’associazione MuseoCity, ci raccontava il progetto “Muse Dialoganti: 10 sedute 10 musei”, in collaborazione con lo studio Palomba Serafini Associati. Per questa iniziativa, otto aziende italiane di design – Baxter, Cappellini, Cassina, Giorgetti, Horm Italia, Kartell, Molteni e Moroso – hanno prodotto e donato dieci sedute di dieci designer ad altrettanti musei milanesi: Casa Museo Boschi Di Stefano, Civico Museo Archeologico, GAM Galleria d’Arte Moderna, Museo del Novecento, Museo di Storia Naturale, Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci, Museo Storico Alfa Romeo, Palazzo Morando Costume Moda e Immagine, Pinacoteca Ambrosiana e Pinacoteca di Brera. Sedute storiche, realizzate da alcuni tra i designer pù influenti al mondo: Philippe Starck, Toyo Ito, David Adjaye, Federico Peri, Gordon Guillaumier, Gio Ponti, Gaetano Pesce, Ludovica + Roberto Palomba, Rodolfo Dordoni, Giulio Cappellini.
Il concorso “Sitting Muses”, realizzato con il sostegno di Intesa Sanpaolo e con il patrocinio di ADI – Associazione per il Disegno Industriale, ha coinvolto, su invito, oltre 100 studenti dell’ultimo anno del triennio e dei corsi superiori di importanti scuole italiane di design. Il progetto selezionato, premiato con 2500 euro, sarà realizzato dall’azienda TECNO in venti esemplari, che troveranno posto in ciascuna delle sale di Piazza Scala, in occasione della tre giorni di Milano MuseoCity.
Oltre a OP-PO, La giuria di Sitting Muses, composta da Fulvio Irace, Silvana Annicchiarico, Gianni Arduini, Michele De Lucchi, Peter Hefti, Alessandra Quarto, ha premiato anche altri quattro progetti finalisti, tra gli oltre trenta presentati: SEATCROLL, di Chengyuan Ma (Domus Academy), CAVALLETTO, di Davide Biancucci (Scuola del Design del Politecnico di Milano), BASKET CHAIR, di Giuseppe Rocca (NABA, Nuova Accademia di Belle Arti), ORI CHAIR di Karthik Nandimandalam (Domus Academy).
Facilmente trasportabile e impilabile, composta principalmente di sughero e realizzata usando tecniche di lavorazione basilari e sostenibili, OP-PO è composta da pochi, eleganti elementi controbilanciati – due tubolari d’acciaio e due prismi pressoché identici, da cui il nome palindromo, che, ruotati, formano la seduta e lo schienale – «così da potersi fondere con i diversi ambienti del museo senza però distogliere l’attenzione dalle opere d’arte», si legge nelle motivazioni della giuria. Ma siamo certi che, tra un capolavoro e l’altro, anche la OP-PO avrà a sua parte di attenzione.
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Love these chairs! I’m s it possible to buy one? 🙏🏼