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Swatch Art Journey: la nuova serie di orologi con i capolavori della Tate
Design
È noto il forte interesse che Swatch coltiva da decenni verso il mondo dell’arte e con la nuova collezione sviluppata in collaborazione con la TATE Gallery di Londra, si aggiunge un altro fondamentale tassello in questa storia. Sono sette le opere d’arte selezionate per la nuova linea di orologi, disponibili al pubblico in due lanci, il 21 marzo e il 4 aprile: dal blu e riflessivo March Chagall con l’opera Blue Circus, allo Scarlet Sunset del romantico William Turner fino all’Escargot, una delle ultime sintetiche opere su carta di Henri Matisse. Capolavori da polso, realizzati con un design ricercato per creare un ponte tra le opere dei maestri dell’arte e l’orologeria. Gli altri artisti scelti sono Joan Mirò, Fernand Leger, Henri Matisse, Wilhelmina Barns-Graham e Louise Bourgeois.
Swatch coltiva una lunga storia di collaborazioni dirette con artisti, architetti, designer: tutto inizia nel 1985 con la collezione firmata Kiki Picasso, quindi nel 1986 con Keith Haring, nel 1990 con Alessandro Mendini, nel 1994 con Mimmo Rotella, nel 1996 con Yoko Ono. Tantissime le personalità creative della storia dell’arte che hanno scelto di immortalare su cinturino e quadrante le proprie opere, scelta significativa come sintomo di un desiderio di diffusione capillare e alternativa dell’arte. Swatch negli anni ha avviato diverse collezioni insieme ai musei più importanti al mondo, come il Centre Pompidou e il Louvre di Parigi, il Rijksmuseum di Amsterdam, il Museo Nazionale Thyssen-Bornemisza di Madrid, per rielaborare i capolavori della storia dell’arte, adattandoli su casse e cinturini spesso in maniera davvero creativa. Uno sguardo diverso sull’orologeria che con Swatch ha assunto un carattere sperimentale e democratico, dove l’arte e i colori diventano mezzi di espressione tra cultura e moda.
La collaborazione con la TATE di Londra si inserisce in un ambizioso programma chiamato Art Journey che, a partire dallo scorso anno, ha coinvolto tre importanti musei internazionali: il MoMa di New York, le Gallerie degli Uffizi di Firenze e il Louvre di Abu Dhabi. «Siamo entusiasti di collaborare con Swatch, un’organizzazione vicina al nostro modo di pensare, alla creazione di una serie di orologi che mostrano la ricca e variegata collezione della Tate a un pubblico sempre più vasto», afferma Hamish Anderson, CEO di Tate Enterprises.
La presentazione al pubblico della nuova serie di orologi è avvenuta in una location decisamente immersiva, in pieno centro a Londra. Un ex spazio industriale è stato trasformato in un’ installazione labirintica in grado di proiettare lo spettatore nella dimensione intima degli artisti selezionati. Un racconto che viaggia decisamente su più livelli: l’opera d’arte con la sua carica emozionale intrinseca, la stessa opera trasformata in un ambiente attraversabile nel quale il visitatore può agire con il proprio corpo e, infine, la riproduzione delle peculiarità dell’opera nello spazio piccolo-ma-indossabile dell’orologio. Nelle sale allestite ad hoc per l’evento è possibile immergersi nei mondi degli artisti selezionati per la collezione Swatch x TATE e viverne i colori e le suggestioni tramite installazioni posizionate lungo tutto il percorso espositivo.
Con l’arte, soprattutto con la presa di coscienza della sua riproducibilità in epoca contemporanea, è certo importante notare l’annullamento tra mondo interno all’opera e mondo esterno, a favore di scambi e connessioni sempre più fitti e trasversali. Arte, comunicazione e ibridazione sono caratteristiche peculiari per la percezione dell’opera-tutta, in grado, a oggi, di viaggiare su più livelli contemporaneamente. La riproducibilità delle opere è di certo un tema importante nella storia dell’arte soprattutto a partire dal ‘900, in cui la diffusione e l’utilizzo dei mezzi di comunicazione si sono intensificati: ne parla Walter Benjamin nel 1935 nel suo saggio fondante, L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica, dal quale è partito un effetto domino di presa di coscienza comune. Tanti sono gli artisti che hanno approfondito le potenzialità di diversi media ai fini della comunicazione di massa, fornendone una propria visione artistica, come il già citato Keith Haring o il famosissimo Andy Warhol.
Non è un caso citare questa visione dell’arte in un contesto in cui le immagini delle opere vengono inserite in un prodotto alla portata di tutti e dall’essenza pop, in grado di unire mondi apparentemente diversi: moda, musei, cultura, storia vengono concentrati sul polso degli appassionati e dei collezionisti. Come una riproduzione, un oggetto, uno stimolo visivo ha il potere di fare da ponte tra quotidianità e istituzioni museali propositive alla valorizzazione creativa delle proprie collezioni.
La prima wave in vendita è partita in questi giorni in tutti gli Swatch Store e online, mentre la seconda si terrà dal 4 aprile, con prezzi a partire da 100 euro.