Uno showroom appena rinnovato con nove ambienti progettati da Alessandro La Spada, una Wunderkammer dalle pareti nere dedicata ai progetti dal taglio più strettamente legato alla compenetrazione tra arte e design e un bistrot: è il flagship store di Visionnaire, nel cuore di Milano, in un ex cinema di piazza Cavour 3, dove si uniscono, tra le altre, via Manzoni e via Senato.
Visionnaire è un brand tutto italiano fondato nel 2004 come germinazione di IPE, azienda leader nel settore dell’arredamento e nella sua innovazione fin dal 1959 con sede a Bologna. In quindici anni Visionnaire è cresciuto fino ad avere, oggi, 30 negozi monomarca in 55 paesi e un’ampia rete di department store e multimarca selezionati in tutto il mondo. Il brand è diventato un punto di riferimento nell’ambito del meta-luxury, grazie alle sue proposte che fondono artigianalità ed esclusività fino a inserirsi nell’area del collezionismo di pezzi unici o a tiratura molto limitata.
Nel 2019, in occasione dei 60 anni di attività di IPE e dei 15 di Visionnaire, è stato realizzato Decalogo, libro-oggetto stampato in duemila esemplari numerati, in cui sono raccontati i dieci valori fondanti su cui si basa la filosofia dal brand, tra cui “Natura”, “Cultura”, “Visione”.
Negli anni più recenti Visionnaire si è addentrato in maniera sempre più decisa nella sperimentazione del rapporto tra arte e design e nella proposta di Art Design da collezione, i cui più recenti esiti sono i progetti realizzati con i designer Draga&Aurel, Marc Ange e Gupica. Il debutto degli esiti di questa ricerca era previsto al Salone del Mobile 2020, poi annullato per la pandemia, mentre Il trono pavone di Marc Ange è stato svelato in anteprima a Miami, lo scorso dicembre, con l’allestimento The Garden of Beauty, in occasione di Art Basel Miami.
Marco Morandini, curatore della Wunderkammer e dei progetti Art Design di Visionnaire insieme all’Art Director Eleonore Cavalli, ci ha raccontato il brand: «Visionnaire è basato su un’idea di home philosophy, la nostra è una proposta di arredo fuori dagli schemi dall’idea estetica alla organizzazione produttiva: riserviamo grande attenzione alla sartorialità , alla qualità e alla combinazione di materiali diversi.
Nel nostro lavoro siamo come dei sismografi, recepiamo i cambiamenti della società e ci siamo così diretti verso un nuovo concetto di lusso sostenibile, il meta-luxury, che travalica il concetto di possedere un oggetto e si riempie di altri significati come tramandare valori, suscitare emozioni attraverso il concetto di bellezza.
Lavoriamo su collezioni che presentiamo una volta all’anno: per realizzarle coinvolgiamo diversi designer, a cui forniamo un concept, i migliori lavori vengono selezionati per essere portati al Salone del Mobile di Milano. Grazie a questa metodologia l’identità del brand emerge sempre chiara e coerente».
Con queste parole Visionnaire ha annunciato la nuova collezione:
«Beauty è una parola dal significato intenso e poliedrico. Oltre a definire un orizzonte di positività e di aspirazione, la bellezza contemporanea che Visionnaire racconta è la propria attitudine a realizzare progetti e oggetti di straordinaria singolarità .
La costante ricerca tecnologica, la sperimentazione sui materiali, l’accostamento e l’impasto degli elementi, la mano dei nostri artigiani che testa, perfeziona e definisce una nuova soluzione materica, questi elementi definiscono l’identità di ogni singolo prodotto e lo rendono unico e irreplicabile seppur riproducibile.
Quest’anno Visionnaire amplia la sua proposta Art Design, ponendosi la grande sfida di contestualizzarla in un’ottica retail e coinvolgendo designer di eccezionale talento artistico, personalità quasi “rinascimentali” per il metodo e l’impegno individuale profuso nella genesi e nella realizzazione in laboratorio delle proprie creazioni. […]
Visionnaire definisce uno stile – inteso nell’accezione di un linguaggio – che ha il carattere di un’inaspettata invenzione, formulato per rivelare un universo espressivo che non ha confini tematici e non si impone restrizioni nell’indagine sperimentale. La forza di questo modo di interpretare la propria missione imprenditoriale sta nella capacità di superare i limiti, di estendere la propria azione oltre la soglia del possibile per realizzare desideri e visioni catalogate a priori come irrealizzabili. Visionnaire ama la complessità , che interpreta attraverso una ricerca estrema, visitando mondi lontani tra loro e coniugando le molteplici forme dell’arte alla positiva eccitazione propria della dimensione del sogno».
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