Innanzitutto ALDO sta per Attività, Laboratori, Didattica, Orientamenti: insomma tutto quello che bolle nel calderone della didattica museale.
Come nella prima edizione, anche la programmazione 2004 è partita da esigenze strettamente territoriali: la città di Macerata, in attesa di potere ospitare il proprio patrimonio artistico moderno e contemporaneo nel nuovo museo di Palazzo Buonaccorsi, ha continuato nel progetto di formazione e di conoscenza del panorama nazionale con lo scopo di autoformare i propri operatori.
Anche quest’anno la struttura ha previsto interventi di varia natura con una contemporanea fiera espositiva dei principali musei marchigiani e del loro materiale didattico. Il salone si è aperto con un seminario del Prof. Marco Dallari sempre particolarmente ispirato e fedele ai suoi concetti pedagogici di stupore pre-cognitivo e di aggancio emozionale utilizzabili in qualsiasi disciplina nonché di individualizzazione dei percorsi formativi come vera sfida creativa ai docenti presenti e futuri…
La seconda giornata è stata dedicata alle tavole rotonde: la mattina ha visto riuniti sistemi museali, musei diocesani, amministratori e dirigenti marchigiani, che però hanno spesso e volentieri relegato il discorso ad una serie di problematiche contingenti, di carattere prevalentemente gestionali che poco spazio hanno lasciato alla possibilità di un reale dibattito e reciproco confronto. La tavola rotonda del pomeriggio -dedicata alle esperienze dei Musei d’arte contemporanea- è significativamente decollata grazie ad interventi di musei di livello come il Castello di Rivoli ed il Centro Pecci rappresentati rispettivamente dai responsabili dei settori educativi Anna Pironti e Marco Bazzini. Interessante e calzante della realtà marchigiana, significativamente povera di musei e centri permanenti per l’arte di oggi, è stata la discussione sulla l’arte contemporanea al di là del museo, sui suoi non-luoghi istituzionali, il suo legame sul territorio, la sua ricerca vitale di interlocutori dinamici.
Il convengo conclusivo della terza giornata ha visto interventi non sempre omogenei, dove rappresentanti del Ministero, dell’Università, di musei ed Accademie hanno regalato spaccati d’esperienze e realtà a volte anche esaltanti e propulsive, vedi ancora Rivoli, ma che appunto in questa stentano a calarsi. E qui forse sta proprio il punto su cui lavorare: gli operatori didattici marchigiani dove erano? Quando si darà loro realmente spazio di discussione? Quando si provvederà a importanti progetti formativi di adeguato livello? E quando i servizi educativi non saranno più relegati a semplici servizi accessori soggetti alle leggi del mercato?
Il lavoro più impegnativo sembra ancora essere quello di costruire un reale dialogo tra gli operatori marchigiani, affinché emergano le loro reali potenzialità e peculiarità. Passo imprescindibile per pensare ad ogni futuro raffronto e rapporto a livello nazionale.
annalisa trasatti
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