06 marzo 2006

didattica_consuntivi Didattica olimpica: intrecci di luce, sul filo dell’acqua

 
Un enorme telo nero attraversa il Po come una barriera, evocazione di conflitti. La città olimpica risponde con un messaggio di pace, attraverso le mani di centinaia di bambini che intrecciano la luce...

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Lunedì 20 gennaio, sulle sponde del Po, nei pressi del Castello Sabaudo del Valentino, salito alla ribalta come sede olimpica di Casa Italia. Il luogo, dal forte valore simbolico, è stato scelto da Cittadellarte Fondazione Pistoletto quale sede per l’intervento urbano Aspettare l’acqua, dell’artista palestinese Walid Maw’ed.
Il progetto, concepito nel 2004 nella fucina biellese di Unidee, unisce arte e responsabilità sociale; Maw’ed, originario di Nazareth, intende sensibilizzare l’opinione pubblica sulla problematica dell’acqua, particolarmente presente nel conflitto fra israeliani e palestinesi, che nell’atto artistico, esportato in diverse città fluviali, assume una portata universale.
A Torino un telo nero, realizzato con 150 mq di tessuto, è stato teso sul Po in occasione dei Giochi Olimpici Invernali. Vera barriera architettonica, immanente e fluida, il telo ostacola la visuale e crea un effetto estremamente artificiale, modificando la percezione dello spazio. L’impressione è che voglia fermare le acque, esercitando su di esse un potere che, metaforicamente, rappresenta lo stesso potere politico connesso alla distribuzione ed al controllo dell’acqua, risorsa sempre più preziosa nel mondo.
La novità che ha contraddistinto l’intervento di Torino dai precedenti è stata l’abbinamento con un grande laboratorio-happening, a cura del Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli. Il tessuto nero precedentemente utilizzato per costruire la barriera è diventato il luogo di un’azione che ha coinvolto, sulla sponda del fiume, centinaia di bambini e ragazzi provenienti da tutto il territorio piemontese. Ideale risposta alle questioni sollevate dall’opera, il laboratorio Luce per raccontare l’acqua ha segnato il passaggio dal buio del telo alla luce dell’enorme tessuto intrecciato a mano dai partecipanti, a partire da cordoni di alluminio. Il nuovo tessuto di luce ha completamente saturato il telo originario: i bagliori dell’alluminio hanno reso palpabile la metafora della luce quale desiderio di costruire pace attraverso l’intreccio fra le genti, squarciando le tenebre dei conflitti e delle divisioni, evidenziando al contempo le qualità sensibili dell’acqua.

In questa occasione i valori universali delle Olimpiadi sono stati espressi attraverso allusioni sottili, al di là della retorica tradizionale che accompagna i Giochi, e con una chicca ulteriore: i bambini tessitori che hanno dato vita al telaio umano, erano realmente rappresentativi dei cinque continenti, vista la nutrita presenza di allievi delle scuole di San Salvario, quartiere multietnico di Torino, impegnate da anni nelle attività del progetto didattico il Tappeto Volante. Il progetto, in corso dal 1996, è nato dalla volontà condivisa di Scuola e Museo d’individuare nelle espressioni artistiche contemporanee gli strumenti culturali per promuovere nuovi stili di vita e ben rappresenta il percorso educativo intrapreso da Rivoli, sempre più un modello a livello nazionale.

brunella manzardo


LUCE PER RACCONTARE L’ACQUA: azione di accompagnamento all’intervento urbano “Aspettare l’acqua” di Walid Maw’ed, Torino, Parco del Valentino, Casa Italia, 20 febbraio 2006. A cura di Cittadellarte Fondazione Pistoletto, Città di Biella e Dipartimento Educazione Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, in collaborazione con CIAL Consorzio Nazionale Riciclaggio Alluminio. Info: educa@castellodirivoli.org, www.castellodirivoli.org, www.cittadellarte.it

[exibart]

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