In che contesto è nato e come si relaziona con i prestigiosi musei e monumenti della città? Mi riferisco in particolare all’intero complesso di Santa Maria della Scala di cui lei dirige i servizi didattici…
Il museo si è proposto come il luogo in cui vengono ideati eventi, legati all’arte visiva, per i bambini e non “adattati ai bambini”. Ciò significa pensare a temi, artisti e allestimenti idonei ecc., adottando per la didattica sempre linguaggi interdisciplinari. Dopo quasi dieci anni, il Museo si è trasferito al Santa Maria della Scala insieme all’attuale SMS contemporanea, prima Palazzo delle Papesse. Questo è stato decisamente un passaggio importantissimo. Dallo scorso anno, per razionalità, le attività dei tre centri si sono unificate, pur mantenendo le differenze. Vale a dire che per SMS contemporanea e per il Santa Maria della Scala la didattica è attività di supporto alla conoscenza di mostre/eventi o patrimonio storico artistico, a differenza delle attività del Museo per bambini che invece stabilisce gli eventi da fare.
Come si è evoluta la programmazione e l’offerta in questi anni?
La collezione, ora nella Sala San Leopoldo, dedicata all’infanzia è sicuramente il punto di crescita più importante di questi ultimi anni. L’uscire dalla prigione dell’evento, scappare dall’effimero, porta a pensare diversamente: nel tempo, per tempo e con il tempo. Sicuramente l’installazione di Luca Pancrazzi, Un anno di pensieri e riflessioni, è una delle opere più rappresentative, se non la più indicativa. Vedere o essere visti (Baby version) è un’opera che abbraccia un’altra opera, una miniatura – Ritratto di Giacomo II d’Inghilterra – firmata da van Dyck. Il passato e il presente che dialogano in uno spazio e contesto specifico utili a far vivere ai bambini un’esperienza sicuramente fuori dal comune. Il 18 ottobre 2008, giorno dell’inaugurazione della collezione, ha segnato una data importante per la storia del museo.
Attuali proposte e progetti a breve scadenza?
Le proposte sono tantissime e non vorrei annoiare tutti con l’elenco: rimando gli interessati alla consultazione del nostro sito. Riguardo ai progetti futuri, fino al 2 giugno è allestita una mostra sull’illustrazione per l’infanzia, Le immagini della fantasia, quest’anno dedicata a I canti dei ghiacci. Fiabe dalle regioni artiche, per noi appuntamento fisso da dieci anni a questa parte. E poi sicuramente il lavoro da fare sarà sul qualificare sempre più la collezione con nuove opere da prendere in prestito o acquisire, da cui far dipanare esperienze per i bambini. Per le attività dei servizi educativi c’è molto da fare per accrescere la fruizione delle altre fasce d’età. Insomma tanto, tanto da fare.
Ci sono musei simili in Italia e nel mondo? Siete in contatto o in rete?
No, non mi risulta che ce ne siano simili. Attività rivolte all’infanzia, per fortuna ce ne sono tante e alcune molto qualificate, ma situazioni in cui si può trovare una collezione, una programmazione mostre e un’attività… no. Credo, comunque, che i contatti vadano rafforzati e migliorati. Mi piacerebbe ospitare anche esperienze simili o diverse qui al museo e creare una rete “visibile” attraverso una serie di appuntamenti. Tutti lavoriamo per la stessa causa: far vivere il mondo dell’arte – quello in fieri o quello ereditato – come esperienza importante e formativa per il processo educativo dei bambini.
a cura di annalisa trasatti
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