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didattica_interviste Catania didattica
didattica
Prosegue l’esplorazione del panorama siculo della didattica museale. Dopo Gibellina è la volta di Catania. Dove ci attende Mercedes Auteri, responsabile della servizi educativi della Fondazione Puglisi Cosentino...
giovane sezione didattica, qual è il progetto alle spalle e come si è
concretizzato all’interno della fondazione?
La sezione didattica è giovane quanto la
fondazione, nascono insieme e s’apprestano a vivere il secondo anno e la
seconda mostra Burri e Fontana. Materia e Spazio a cura di Bruno Corà.
Il presidente, Alfio Puglisi Cosentino, ha investito su precise scelte di
qualità: il restauro di un palazzo storico catanese, l’adeguamento a norma di
tutti gli spazi espositivi, un comitato scientifico e curatori di grande
prestigio, l’impiego di personale della città con ruoli di responsabilità a
giovani specializzati nel settore, puntando da subito
e con lungimiranza sull’importanza educativa dell’arte.
A
chi si rivolgono le vostre proposte educative e quali sono le principali?
Le proposte educative si rivolgono a tutti i
pubblici, da 3 a 103 anni! Questo è un punto di forza della sezione didattica
della fondazione, che è una delle pochissime nel sud Italia a vantare questa
varietà e qualità dell’offerta. I progetti si articolano sostanzialmente in
visite guidate e visite animate calibrate per fasce d’età e per diversi
pubblici; laboratori concettuali basati sull’esercizio dell’osservazione
attentissima e sulla possibilità di comunicare stimoli e chiavi di lettura
delle opere; laboratori pratici fondati sulle dinamiche di
costruzione/decostruzione dell’opera, contatto con materiali e tecniche, invito
al fare arte attraverso il corpo e i sensi; letture animate a tema storico
artistico (si parte dal libro, generando – grazie all’unione di arte e
letteratura – un portentoso sposalizio per l’immaginazione); lezioni
propedeutiche nelle scuole e nelle università; attività sinergiche con altri
musei e fondazioni sul territorio; attività di formazione, stage e progetti
speciali con scuole, università e accademie.
E nello specifico, per la mostra Materia
e Spazio?
I laboratori si concentrano molto su materiali
e tecniche extra-pittoriche, sull’evoluzione del concetto di “spazio” nella
storia dell’arte; con gli operatori che collaborano abbiamo creato, traendo
spunto da testi critici e note biografiche, una lettura animata originale sulla
vita e sui materiali di Alberto Burri; con le guide con patentino sul
territorio è stato previsto un itinerario barocco (stile che Lucio Fontana
considerò principale momento d’espressione dello spazio in arte), a partire
proprio da Palazzo Valle, sede della fondazione e perla barocca dell’architetto
Giovanbattista Vaccarini, proseguendo per il centro storico che comprende
alcune chiese e vie principali della città.
Lo scorso dicembre avete proposto un’interessante serie di letture-animate
dove sono emersi richiami a maestri come Munari e Dallari. Attualmente vi
riconoscete in una particolare metodologia didattica?
Per chi fa questo
mestiere i bravi maestri sono indispensabili. Certamente sono importanti quelli
menzionati, Munari e Dallari, che ci invitano a ricordare che attraverso
l’arte si cresce liberi da stereotipi e capaci di sviluppare tutti i sensi, si
diventa forse più creativi e, dunque, più felici. A loro e ad altri m’ispiro
ogni giorno e, grazie al progetto di animazione del testo e coinvolgimento del
pubblico, ideato insieme agli illustratori che collaborano con me, si riesce a
rendere il racconto dell’arte pagina viva. Il mio pensiero è che un bambino che
legge, che va alle mostre, sarà forse un adulto curioso, sensibile, attento,
che contribuirà alla crescita culturale, e dunque artistica, scientifica,
economica del paese in cui vive.
Gli educatori museali, le guide, gli illustratori con cui
animiamo le letture costituiscono il personale specializzato e selezionato che
viene coinvolto, insieme agli stagisti, in tutte le fasi, a cominciare da
momenti di focus group programmatici prima dell’inizio della mostra. La mia
formazione teorica, storico-artistica e museologica, nasce all’università ma la
più determinante, quella pratica, è avvenuta dentro ai musei e negli stage che
ho fatto in Italia e all’estero. La metodologia che utilizzo e verso cui
indirizzo i contenuti dell’offerta didattica si fonda sul desiderio di trarre
il meglio da tutte queste esperienze.
Qual è il panorama cittadino e regionale in cui vi muovete? Ci sono
collaborazioni in atto o all’orizzonte?
La provincia di Catania, in cui la fondazione opera, è lo
scenario principale su cui la sezione didattica intende lavorare perché
l’affezione al patrimonio culturale e alle pratiche dell’arte diventi buona
abitudine in una città in cui le istituzioni museali pubbliche non sono
riuscite, per alterne vicende, a radicarsi sul territorio. Ci sono molte
collaborazioni in atto, una rete cittadina con il Museo Diocesano di Catania e,
regionale, con il Museo di Arte Contemporanea della Sicilia di Palazzo Riso a
Palermo, con la Fondazione Orestiadi a Gibellina (Trapani), con la Fondazione
Antonio Presti Fiumara d’Arte a Tusa (Messina) con cui abbiamo progettato un
programma di rafforzamento del turismo scolastico attraverso un itinerario del
contemporaneo che parta proprio da Catania e metta in luce anche questo aspetto
ancora troppo poco conosciuto della Sicilia, terra del mito classico. Mi chiedi
cosa c’è all’orizzonte? Siamo in un’isola, perciò non posso che risponderti: il
mare… E, alla prossima mostra, potrò dirti cosa ci avrà portato.
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Didattica
a Gibellina
a cura di annalisa trasatti
Fondazione Puglisi Cosentino – Palazzo
Valle
Via Vittorio Emanuele II, 120 – 95131
Catania
Info: tel. +39 0957159378; fax +39 0957153835; didattica@fondazionepuglisicosentino.it;
www.fondazionepuglisicosentino.it
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