Categorie: didattica

didattica_interviste | Didattica di periferia

di - 25 Febbraio 2011
Com’è nato il progetto
educazione e con quali obiettivi?

È la risposta della Fondazione Malvina Menegaz per le Arti
e le Culture di Castelbasso ai bisogni formativi del territorio in cui opera.
L’intento della Fondazione Menegaz è quello di aprire un’area per così dire di
periferia a innovative prassi del fare cultura, vedendo in ciò un’opportunità
per il luogo e i suoi abitanti. La nuova sezione didattica opera affinché gli stimoli
forniti possano agire in seno alla comunità in modo positivo e fruttuoso. Per
questo motivo, il primo obiettivo che il progetto educazione si pone è quello
di far sentire il visitatore a proprio agio di fronte all’arte contemporanea e
non solo, in quanto la sua valenza educativa non è circoscritta ma affronta le
diverse esigenze formative.

Quale la metodologia
prescelta e le prime proposte ideate?

Sin dagli esordi, abbiamo presentato una nutrita offerta
didattica collegata alle mostre ospitate a Castelbasso, differenziata in base
ai pubblici: corsi di alfabetizzazione all’arte contemporanea per adulti, stage
per studenti universitari, formazione del personale addetto alle mostre,
percorsi guidati e laboratori dedicati alle scuole senza limite di ordine né
grado, attività per giovanissimi e famiglie. Ma il progetto educazione
organizza anche iniziative sciolte dalla programmazione espositiva della Fondazione,
poiché vede nel borgo medievale di Castelbasso uno spazio-laboratorio a cielo
aperto. La metodologia adottata si basa proprio sul principio del laboratorio, non
soltanto esercizio pratico in cui vengono rielaborati i contenuti, ma clima formativo
che stimola il pensiero e sollecita la riflessione personale. Il laboratorio è
la strategia didattica trasversale a ogni attività, anche quando sembrerebbe
non esistere una evidente manualità.


Tornare a casa,
lavorare in provincia, a dimensione umana, dopo un’esperienza pluriennale come
la tua a Bologna prima e a Roma poi, cosa significa?

Ho sempre sperato di potere un giorno riversare nel
territorio dove sono cresciuta quanto imparato presso realtà che sono leader in
questo campo: il dipartimento educativo della Gam di Bologna e i servizi educativi
delle Scuderie del Quirinale e del Palazzo delle Esposizioni di Roma. A Bologna
ho compreso che la didattica museale non si ferma all’opera ma abbraccia il
mondo e che un progetto didattico non è mai concluso, perché ogni volta si rinnova
nella relazione col pubblico. A Roma mi sono trovata a ideare percorsi formativi
anche per mostre di ambito archeologico e scientifico; ora riconosco che questo
mi ha predisposta a un’apertura progettuale più ampia e pronta a soluzioni
sempre nuove. Nel mio lavoro permangono elementi di questa esperienza
lavorativa che ritengo indispensabili, come il valore educativo del libro
d’arte, il cui ruolo pedagogico ho sperimentato utilizzando lo Scaffale del Palazzo delle Esposizioni, biblioteca
specializzata nell’editoria
internazionale d’arte per ragazzi. Dunque, il mio lavoro oggi non è cambiato
nella sostanza, ma sicuramente nei numeri, che non sono quelli della grande
città e che favoriscono una riconquistata “dimensione umana” del fare
didattica.

La fondazione e il territorio…
Quanto, per il progetto educazione, è importante investire in collaborazioni e
partenariati e quali le strategie per l’anno scolastico in corso?

Con la prossima mostra Attraverso
l’arte del ‘900: dal Futurismo all’Informale
, la Fondazione Menegaz avvia
un programma espositivo con finalità specificamente didattiche. Due appuntamenti
– il secondo è previsto in autunno – che presentano in modo chiaro le fasi
fondamentali degli sviluppi dell’arte italiana del Novecento, pensati proprio
per avvicinare il pubblico più giovane all’arte moderna e contemporanea. In
questa circostanza, a maggior ragione, il progetto educazione prosegue nel suo
compito di mediazione culturale e opera per consolidare la fidelizzazione delle
scuole e delle istituzioni culturali circostanti.


Altri progetti?

Quello sperimentale A
futura memoria
, che ha ottenuto il sostegno della Regione Abruzzo: un
gruppo di giovani, guidati da un noto artista abruzzese, Giuseppe Stampone, faranno
esperienza della memoria storica del luogo in cui vivono. Obiettivo del progetto,
oltre impedire che la microstoria del territorio venga dimenticata, è favorire
il dialogo tra le generazioni e creare un importante momento di crescita civile
e culturale per i giovani.

articoli correlati

Lo
scaffale d’arte del Palaexpo

Dalla
GAM al MAMBo

Boetti
in mostra a Castelbasso

a cura di annalisa trasatti


Fondazione
Malvina Menegaz – Palazzo Clemente

Via XXIV Maggio, 28 – 64020 Castelbasso (TE)

Orario: tutti i giorni ore 19-24

Info: info@fondazionemenegaz.it;
www.fondazionemenegaz.it

[exibart]

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