13 febbraio 2009

didattica_interviste Educare all’arte senza confini

 
Siamo andati a Pesaro. Per intervistare l’ideatrice di un progetto di educazione all’arte contemporanea che compie quest’anno il primo decennale. La parola ad Antonella Micaletti...

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Il progetto l’ArCo ha da poco festeggiato il primo decennale. Com’è nato?
Da un’idea folle e da un grande desiderio: divulgare l’arte contemporanea, pur non avendo un museo specializzato sul territorio. E cominciare dai più piccoli, quindi dalle scuole, coinvolgendo tutte le forze attive presenti nella città e nei dintorni (istituzioni, gallerie d’arte, collezionisti ecc.).

Dieci anni di lavoro continuativo con pubbliche amministrazioni – prima solo il Comune di Pesaro, poi molte altre della provincia – sono un bel traguardo. Una sfida, ma anche un importante “precedente”…
Questo è un augurio, e lo accetto volentieri. È chiaro che, quando l’idea di fondo è attivare un processo di educazione all’arte contemporanea, i confini non esistono.
Il laboratorio-festa finale sull'opera di Cucchi a Pesaro nel gennaio del 2008
Quali sono le difficoltà ma anche le sollecitazioni nel lavorare fuori da un luogo istituzionale? Insomma, è possibile fare didattica dell’arte contemporanea non solo fuori, ma addirittura senza un museo?

Spero che il nostro sia un esempio che risponde positivamente a questa domanda. È chiaro che le difficoltà sono tante, perché noi non lavoriamo su opere e mostre proposte dal museo, ma su cosa noi stessi scegliamo e installiamo. Quindi ogni anno abbiamo creato un evento e un percorso di didattica e l’evento è sempre stato aperto, anche solo in fase finale, alla città, soprattutto l’incontro con l’artista. A Pesaro ci vantiamo di aver portato nomi del calibro di Anne e Patrick Poirier, Michelangelo Pistoletto, Emilio Isgrò e quest’anno, per il decennale, il marchigiano Enzo Cucchi.
Un momento dell'happening Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto a San Leo
Negli anni il progetto è cresciuto, anzi germogliato, dando vita a un’associazione di operatrici (etrA), tessendo rapporti con le principali realtà museali italiane (Edu©arte), gestendo un luogo (Spazio Leda), fino a istituire un biennio specialistico presso l’Aba di Urbino (did’A). C’è spazio per ulteriori progetti?

I progetti futuri riguardano prima di tutto il potenziamento di quanto già istituito: è tutto accaduto da così poco tempo che abbiamo bisogno di consolidare. Lo Spazio Leda sta pian piano diventando un riferimento per la città, e il biennio – il primo nato in collaborazione con un museo (il Castello di Rivoli) – speriamo sia il luogo di formazione di tanti bravi operatori che possano inserirsi nei musei e nelle istituzioni, anche regionali. Sottraendo l’ambito della didattica a quei residui atteggiamenti non professionali, di personale riciclato da altri ambiti e senza preparazione (e sottopagato) che permette ancora si dica che la didattica è “quella roba per bambini”.

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a cura di manuela catalano

la rubrica didattica è diretta da annalisa trasatti


Associazione etrA. I Controsensi dell’Arte
Presidente Antonella Micaletti
Info: www.etra-arte.it

[exibart]

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