Quale il rapporto tra le due anime: quella laboratoriale e quella editoriale?
Artebambini considera il “laboratorio” un luogo privilegiato, dov’è possibile ritrovare un saper fare, restituendo centralità alle mani, rivalutando le attese e il rispetto dei tempi; dove si costruiscono concrete prospettive di scoperta e aperture al “nuovo”, utili a formare sensibilità e spirito critico. Il laboratorio, in quest’ottica, può esser considerato un valido aiuto, una palestra di relazioni che permette di esaltare una progettualità fattiva, che prevede ostacoli ed errori, ma anche e soprattutto soluzioni; un luogo dove conoscere il valore dei materiali e della loro storia, che consente uno scambio reale fra oggetto e soggetto. È l’arte, considerata innanzitutto come “pura esperienza”, che diventa il passepartout e il trait d’union fra attività laboratoriale e progettualità editoriale. Pensare che l’arte sia materia per soli esperti sarebbe come confinarla in territori inaccessibili. In questo senso, i bambini diventano il punto di partenza ideale e l’arte uno strumento educativo formidabile per coltivare e ascoltare la loro voglia di sperimentare e per comprendere il loro bisogno irrefrenabile di fare, toccare, esprimersi, comunicare e osare.
Qual è il rapporto con l’edizione-madre francese della rivista? Quali modifiche avete apportato nel tempo?
Dal reale vuoto esistente intorno al tema “arte ed educazione” e dalla necessità di fornire strumenti per un apprendimento che non abbia solo scopo “didattico”, ma che agisca nell’ambiente sociale e umano, è nata l’idea di creare un valido prodotto editoriale che possa essere al contempo guida e suggerimento per interventi educativi originali. È partendo da questo stimolo e attraverso questo percorso ragionato che nel 1992 a Lione nasce “Dada”, prima rivista europea d’arte per bambini e ragazzi creata per essere strumento di approccio dinamico all’arte e alla cultura. Grazie al legame di amicizia e collaborazione fra noi e i creatori di “Dada” (Eliane Bernarde e Alexandre Faure), nel 2000 si concretizza la proposta di realizzare l’edizione italiana della rivista, creando una redazione mista italo-francese. Il 2005 è l’anno in cui si decide di creare un team di lavoro completamente italiano e completamente autonomo, anche a causa di alcuni cambiamenti di assetto nella redazione d’oltralpe. In questo modo, ora la “Rivista Dada” è diventata una rivista completamente italiana, con un’équipe indipendente, formata da coloro che lavorano e collaborano con le Edizioni Artebambini. In questa sede prendono forma le idee e i progetti che vengono poi modellati, fino alla realizzazione finale della rivista.
Perché la scelta di numeri tematici in collaborazione con istituzioni diverse?
Affrontare un tema specifico al quale dedicare interamente ogni numero ha una doppia valenza. Da un lato, quella dell’“approfondimento”. La scelta cioè di concentrarsi su un artista, un movimento storico o un qualsiasi altro soggetto che permette di non disperdersi nell’immenso mondo dell’arte. Dall’altro lato, quella della “trasversalità”. Proprio la specificità e l’unicità di un tema fa risaltare in maniera ancor più evidente come l’arte tocchi e attraversi i campi più disparati, dalle scienze agli aspetti più diversi e impensati della quotidianità. Entrambe queste anime rimangono legate solo attraverso il “fare”, ossia dal mantenere costante la relazione fra conoscenza ed esperienza e dalla possibilità che queste possano tradursi in altrettanti linguaggi espressivi. La varietà dei temi trattati e la modalità con cui sono affrontati costituiscono un forte richiamo per un pubblico giovane, per i genitori, per chi si occupa di didattica e anche per chi si lascia incuriosire dalla gradevole originalità e preziosità di “Dada”. Carta patinata, cura nella scelta delle immagini e una comunicazione sempre attenta a sostenere e veicolare un alto valore culturale fanno di “Dada” un formidabile strumento di promozione per Musei, Fondazioni, Biblioteche piuttosto che aziende e associazioni.
Come vedete dal vostro osservatorio l’attuale panorama dell’editoria dell’arte per bambini e ragazzi?
La quantità di pubblicazioni spesso è superiore alla domanda e sulla quantità a volte ci si può trovare spiazzati. Sono convinta che essere editori comporta una scelta ben precisa: mettersi in una posizione di “ascolto”, capire che il lettore, grande o piccolo che sia, nell’attimo stesso in cui sta per aprire un libro crea un contatto, uno scambio, regalandoci la sua attenzione e la sua curiosità. È dunque auspicabile che, se si ha qualcosa da dire, questo avvenga nel modo più piacevole possibile. Il nostro messaggio è quello di avvicinarsi all’arte e alla conoscenza attraverso percorsi inediti e inconsueti, in modo di trasmettere a chi decide di intraprendere con noi questo viaggio gli strumenti per vedere il mondo con occhi diversi e unici.
Proposte e collaborazioni future?
Siamo usciti da pochissimo nelle librerie con un volume, realizzato in collaborazione con i Musei di Nervi, il primo volume della collana “Il cantiere delle arti”, intitolato Cieli. Gli autori sono Bruno Tognolini, Svjetlan Junacovic e Luca Mercalli, che non hanno bisogno di presentazioni, essendo massimi esponenti rispettivamente della narrativa, dell’illustrazione e della meteorologia. È un percorso sul cielo e sui cieli che, partendo dall’arte, attraversa la letteratura e la scienza. Per quanto riguarda “Rivista Dada”, è uscito proprio in questi giorni l’ultimo numero dedicato al Futurismo, atto dovuto nell’anno in cui si celebra il centenario. Siamo già in fase di preparazione per i prossimi due numeri, che vanteranno partnership con istituzioni importanti: il primo sarà dedicato alla musica e sarà realizzato in collaborazione con il Museo Internazionale della Musica di Bologna; il secondo tratterà il tema del mosaico e si potrà avvalere del contributo storico, artistico e didattico del Comune di Ravenna e dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna.
a cura di annalisa trasatti
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