Categorie: didattica

didattica_interviste | I servizi didattici visti dai privati

di - 30 Maggio 2006

A quando risale l’istituzione di una sezione didattica del museo Nazionale di Napoli?
Ufficialmente nel 1980. In realtà già da due anni si era sviluppata un’incoraggiante attività didattica nel tentativo di soddisfare le sempre più numerose richieste da parte delle scuole, che chiedevano occasioni formative al di là della semplice visita. Questo primo biennio e gli anni immediatamente successivi, sono serviti a valutare quali programmi mettere in campo e, soprattutto, a misurarsi con l’utenza molto varia che visita il museo. Il fattore determinante per la genesi di quest’ufficio è stato proprio il contatto con la scuola, inevitabilmente questo legame è rimasto privilegiato nel corso degli anni.

Con l’affido ai privati dei servizi aggiuntivi nei musei si sono aperte nuove e interessanti possibilità per le società private. Nello stesso tempo, ci si è trovati a gestire realtà importanti, il cui patrimonio non era ancora pienamente sfruttato ai fini didattici. Che situazione avete trovato al vostro arrivo?
Durante gli anni ‘80 la sezione didattica della Soprintendenza archeologica di Napoli si è impegnata notevolmente per coordinare la ancora incerta attività didattica, seguendo le linee guida fornite dalla stessa soprintendenza, ma cercando anche di affermare un proprio ruolo. Tuttavia, ancora nel 1997, il museo affrontava problemi come il gestire i flussi d’ingresso, organizzare le visite guidate e soprattutto la mancanza di servizi di prenotazione che permettessero quindi una gestione efficiente di tutto il sistema. La legge Ronchey ha indubbiamente favorito un avvicinamento dell’offerta alla domanda museale. Ci sono voluti anni di lavoro e collaborazione tra la società Pierreci e la sezione didattica per riorganizzare le risorse del museo. Il nostro primo impegno è stato quello di istituire un servizio di prenotazioni dopodiché, approfittando dei primi laureati che proprio in quegli anni uscivano dal neonato corso di laurea in Conservazione dei beni culturali di Napoli, si è dato inizio a nuove figure professionali, quale quella dell’operatore didattico…oggi educatore museale.

Da quali analisi e ricerche siete partiti per rendere ottimale la fruizione e valorizzazione delle ricchezze del Museo? Qual è il principale target cui si rivolge la vostra proposta formativa?
Gli itinerari tematici da noi proposti cercano di sfruttare la ricchezza e varietà del patrimonio qui conservato. Si va così dal percorso preistorico, alla sezione egiziana, alle raccolte pompeiana e Farnese, fino al più recente itinerario che, partendo dallo studio dei miti dell’antichità, prevede una doppia visita prima al museo archeologico e poi al Palazzo reale di Napoli. I nostri operatori, storici dell’arte ed archeologi, sono formati per adattare il percorso e il linguaggio alla preparazione e alle capacità di apprendimento del pubblico. Come ho detto prima, e’ stato il lavoro con le scuole ad ispirare la sezione didattica sin dall’inizio e tutt’oggi queste rimangono il target privilegiato; tuttavia non dimentichiamo il pubblico generico, cui sono dedicate iniziative speciali come ad esempio proiezioni di filmati sui siti archeologici della Campania, mostre e manifestazioni culturali. Cerchiamo poi sempre un confronto diretto con gli insegnanti cui, ormai da anni, sono rivolti cicli di lezioni gratuite, spesso corredate da visite sul campo, sia al museo che anche all’esterno. In questo modo, da un lato si offre loro un nuovo punto di vista sulle potenzialità offerte dai programmi didattici e dai contenuti del museo stesso, dall’altro, in un dialogo aperto cui le lezioni stesse mirano, si auspica un atteggiamento propositivo da parte degli insegnanti stessi.
Non mancano progetti speciali come il recente percorso tattile, ideato in collaborazione con i servizi educativi della Soprintendenza e gli operatori ATM, dedicato ai non vedenti che, dopo una prima fase di ascolto, esplorano con le proprie mani alcuni dei capolavori del museo; oppure il laboratorio disegnando al museo in cui i bambini, attraverso la riproduzione delle opere viste, sono stimolati alla lettura dell’opera d’arte con occhio critico e indagatore.

Nelle scuole il numero di ore di storia dell’arte è molto ridotto. Di fronte a scolaresche sempre più a digiuno della materia, quale approccio usano i vostri operatori?
Purtroppo, con i tagli imposti nella quantità di ore e nei programmi stessi di storia dell’arte, è stata soprattutto l’arte classica ad essere sacrificata. Ad esempio la scultura greca e’ quasi del tutto messa da parte e si studiano solo i templi. Gli operatori didattici cercano di ovviare a queste lacune grazie alla loro abilità comunicativa, ma si sono rese necessarie delle modifiche ai programmi didattici da noi offerti. E’ quindi sempre più difficile stimolare i ragazzi, che si trovano di fronte una grande quantità di informazioni nuove. In questo ci è sempre stato di supporto il materiale nella cui compilazione la sezione didattica ha continuamente tenuto conto dei cambiamenti nell’ambito della scuola e delle nuove esigenze formative: in alcuni casi si dimostrano molto utili strumenti quali i cd-rom e i dvd, oltre ai più consueti materiali cartacei, dai testi illustrati a schede con proposte di riflessione e questionari.

Progetti per il futuro?
Nel futuro della didattica di questo museo vediamo un’attività che non si limiti alle mura di questo storico edificio, ma che entri nelle classi. E questa idea ci è venuta proprio dall’esterno, dalla proposta di un’insegnante di greco e latino di un liceo napoletano che ci ha chiesto un percorso che si svolgesse prima in aula e poi al museo. Ovviamente abbiamo accolto questa richiesta con grande entusiasmo, i nostri operatori hanno utilizzato testi e diapositive per la fase in aula e hanno riscontrato un rinnovato entusiasmo nella successiva visita al museo. Per il nuovo anno accademico speriamo che questa esperienza diventi una realtà. Con questo speriamo di sostenere lo studio della storia dell’arte portandolo noi stessi dai ragazzi, favorendo anche dei percorsi interdisciplinari da delineare di volta in volta con l’aiuto degli insegnanti.

francesca guadagno


SERVIZI DIDATTICI DEL MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI NAPOLI: Piazza Museo 18, Napoli. Informazioni e prenotazioni 848.800.288, dall’estero e dai cellulari 06-39967050 (lunedì-sabato 9-13.30 e 14.30-17). Sul sito www.pierreci.it .- tutte le informazioni su costi e percorsi didattici

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