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19
dicembre 2008
didattica_interviste Mart: uno sguardo lungo 25 anni
didattica
Oltre 9mila giornate di avventure educative proposte dal Mart. Un traguardo che non poteva non essere festeggiato. Carlo Tamanini, responsabile dell’area scuola, ha voluto creare un significativo momento di riflessione sulle esperienze pedagogiche. E sugli scenari futuri...
Venticinque anni sono tanti da festeggiare… Chi si è scelto di invitare al convegno celebrativo e perché?
Il traguardo delle oltre 9mila giornate di avventure educative proposte dal Mart, nelle sue tre sedi museali di Rovereto e Trento e sul territorio, credo offra l’occasione per un significativo momento di riflessione sulle esperienze pedagogiche compiute sinora e sugli scenari futuri che attendono questa sezione didattica. Se l’identità è contestuale e relazionale, l’identità della sezione didattica del Mart, nel tempo, è stata naturalmente coinvolta in una serie di evoluzioni, in relazione alle fasi della sua storia, alle sensibilità delle persone che ne hanno coordinato le attività, ma anche in base al contesto, al ruolo assunto e alla posizione giocata all’interno della rete di relazioni e percezioni nella quale la sezione didattica si è trovata di volta in volta inscritta e attiva. Nonostante questo, l’approccio costruttivista ha sempre accompagnato il dipartimento. Le esperienze pedagogiche degli ultimi anni sono il risultato di staff plurali, composti da pedagogisti, insegnanti, docenti universitari, artisti, designer, museologi che collaborano con continuità con l’area scuola, l’area pubblico e l’area formazione e consulenza, che inseme compongono la sezione didattica del Mart. Ma al centro è sempre rimasta la ferma convinzione che il sapere è una costruzione personale e che l’apprendimento è un processo attivo e collaborativo. La scelta dei relatori invitati al convegno nasce quindi da volontà di affrontare aspetti centrali della didattica costruttivista in rapporto all’arte, da diversi punti di vista, grazie agli apporti di un docente di pedagogia generale come Marco Dallari, di una degli autori dell’importante volume Didattica costruttivista, Anna Carletti, e di un docente di pedagogia e didattica dell’arte all’Accademia di Belle Arti di Firenze, Stefano Tonti.
Quali sono gli ambiti di maggior impegno della Sezione didattica attuale?
Penso che la costruzione di senso e di significati promossa da tutte le attività didattiche del Mart vada ormai di pari passo con la proposta di un museo. Inteso, al di là di ogni retorica, come un laboratorio interdisciplinare, una piattaforma aperta all’esistenza e aperta a tutti, uno spazio per sviluppare esperienze in grado di allenare alle capacità meta-cognitive in contesti di apprendimento sempre stimolanti, suggerendo a tutti libere opportunità di esperienze intorno alle forme e ai linguaggi dell’arte moderna e contemporanea. Credo che la storia degli ultimi anni di questa sezione didattica sia davvero l’avventura di un museo che ha voluto e saputo mantenere costante l’impegno per diventare un luogo dove la dimensione pedagogica incontra quella estetica, in progetti per la scuola e gli adulti, per gli anziani e le famiglie, per i centri di salute mentale, le residenze sanitarie assistenziali e gli istituti di detenzione, ma anche per le comunità per il recupero di ex-tossicodipendenti, gli istituti culturali che si occupano di minoranze linguistiche, le associazioni ambientaliste, le amministrazioni comunali… La vita è comunicazione e credo che questa sezione didattica debba continuare a lavorare intensamente per progetti sempre rinnovati e per comunicare la propria natura di luogo in grado di favorire lo sviluppo e la crescita di quell’educazione estetica che rappresenta – noi ne siamo davvero convinti – un elemento fondamentale per la formazione dell’individuo e la sua crescita umana.
Progetti per il futuro?
La frase del noto artista svizzero Alberto Giacometti, “amo l’arte ma la vita mi interessa di più. L’arte è un modo per vedere”, accompagna ogni brochure del progetto Scuola-Museo. È il nostro modo per ribadire la volontà di intrecciare arte e vita, esperienze al museo, sul territorio, con se stessi ed esperienze negli ambiti più vari del quotidiano. Perché la conoscenza dell’arte, come del mondo e di noi stessi, è un processo di negoziazione sempre parziale. E quindi, necessariamente, mai concluso. E questa sezione didattica continuerà a impegnarsi per promuovere la centralità della relazione nella costruzione dell’identità personale e delle rappresentazioni del mondo.
Il traguardo delle oltre 9mila giornate di avventure educative proposte dal Mart, nelle sue tre sedi museali di Rovereto e Trento e sul territorio, credo offra l’occasione per un significativo momento di riflessione sulle esperienze pedagogiche compiute sinora e sugli scenari futuri che attendono questa sezione didattica. Se l’identità è contestuale e relazionale, l’identità della sezione didattica del Mart, nel tempo, è stata naturalmente coinvolta in una serie di evoluzioni, in relazione alle fasi della sua storia, alle sensibilità delle persone che ne hanno coordinato le attività, ma anche in base al contesto, al ruolo assunto e alla posizione giocata all’interno della rete di relazioni e percezioni nella quale la sezione didattica si è trovata di volta in volta inscritta e attiva. Nonostante questo, l’approccio costruttivista ha sempre accompagnato il dipartimento. Le esperienze pedagogiche degli ultimi anni sono il risultato di staff plurali, composti da pedagogisti, insegnanti, docenti universitari, artisti, designer, museologi che collaborano con continuità con l’area scuola, l’area pubblico e l’area formazione e consulenza, che inseme compongono la sezione didattica del Mart. Ma al centro è sempre rimasta la ferma convinzione che il sapere è una costruzione personale e che l’apprendimento è un processo attivo e collaborativo. La scelta dei relatori invitati al convegno nasce quindi da volontà di affrontare aspetti centrali della didattica costruttivista in rapporto all’arte, da diversi punti di vista, grazie agli apporti di un docente di pedagogia generale come Marco Dallari, di una degli autori dell’importante volume Didattica costruttivista, Anna Carletti, e di un docente di pedagogia e didattica dell’arte all’Accademia di Belle Arti di Firenze, Stefano Tonti.
Quali sono gli ambiti di maggior impegno della Sezione didattica attuale?
Penso che la costruzione di senso e di significati promossa da tutte le attività didattiche del Mart vada ormai di pari passo con la proposta di un museo. Inteso, al di là di ogni retorica, come un laboratorio interdisciplinare, una piattaforma aperta all’esistenza e aperta a tutti, uno spazio per sviluppare esperienze in grado di allenare alle capacità meta-cognitive in contesti di apprendimento sempre stimolanti, suggerendo a tutti libere opportunità di esperienze intorno alle forme e ai linguaggi dell’arte moderna e contemporanea. Credo che la storia degli ultimi anni di questa sezione didattica sia davvero l’avventura di un museo che ha voluto e saputo mantenere costante l’impegno per diventare un luogo dove la dimensione pedagogica incontra quella estetica, in progetti per la scuola e gli adulti, per gli anziani e le famiglie, per i centri di salute mentale, le residenze sanitarie assistenziali e gli istituti di detenzione, ma anche per le comunità per il recupero di ex-tossicodipendenti, gli istituti culturali che si occupano di minoranze linguistiche, le associazioni ambientaliste, le amministrazioni comunali… La vita è comunicazione e credo che questa sezione didattica debba continuare a lavorare intensamente per progetti sempre rinnovati e per comunicare la propria natura di luogo in grado di favorire lo sviluppo e la crescita di quell’educazione estetica che rappresenta – noi ne siamo davvero convinti – un elemento fondamentale per la formazione dell’individuo e la sua crescita umana.
Progetti per il futuro?
La frase del noto artista svizzero Alberto Giacometti, “amo l’arte ma la vita mi interessa di più. L’arte è un modo per vedere”, accompagna ogni brochure del progetto Scuola-Museo. È il nostro modo per ribadire la volontà di intrecciare arte e vita, esperienze al museo, sul territorio, con se stessi ed esperienze negli ambiti più vari del quotidiano. Perché la conoscenza dell’arte, come del mondo e di noi stessi, è un processo di negoziazione sempre parziale. E quindi, necessariamente, mai concluso. E questa sezione didattica continuerà a impegnarsi per promuovere la centralità della relazione nella costruzione dell’identità personale e delle rappresentazioni del mondo.
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La didattica del Mart in piazza a Bologna
a cura di annalisa trasatti
MART – Sezione didattica
Carlo Tamanini: responsabile dell’area Scuola
Info: education@mart.tn.it; www.mart.trento.it
[exibart]