Quali sono gli obiettivi del Dipartimento Educativo a Manifesta 7?
In questo caso, l’obiettivo fondamentale è l’amplificazione del valore artistico della mostra. Il concetto, l’idea che sta alla base ogni biennale definisce il suo valore centrale, ma per permettere a ogni visitatore e partecipante di sperimentare e interagire nel miglior modo possibile con questa idea sono necessari strumenti ulteriori. Tali strumenti dovrebbero essere messi a disposizione tenendo conto che ogni persona ha necessità differenti. In altre parole, l’educazione non dovrebbe fornire un’infinità d’informazioni preconfezionate, ma concentrarsi sulla capacità che ha ogni persona di porre domande a se stessa e agli altri.
Come responsabile del dipartimento, sei l’unica persona di questo settore che rimane nelle diverse edizioni di Manifesta. Come vengono selezionati gli art mediator?
La creazione del team di Manifesta 7 è iniziata più di un anno fa. Come prima cosa abbiamo distribuito un bando a cui studenti e laureati provenienti da diversi ambiti del sapere (educazione, storia dell’arte, arte, educazione dell’arte, educazione mussale e altri studi connessi all’educazione e all’arte) sono stati invitati a rispondere. Abbiamo ricevuto un grande riscontro e successivamente abbiamo fatto una serie di colloqui per selezionare il gruppo finale. In seguito abbiamo organizzato una serie di fine settimana di preparazione in cui abbiamo dato ai candidati selezionati l’opportunità di conoscere le varie location e i concetti sviluppati per Manifesta 7, oltre al contesto e la storia della regione.
Cosa intendi per mediazione d’arte?
Il concetto di mediazione in sé non è niente di nuovo. Un mediatore è una persona che si pone tra due parti senza prendere posizione o dare giudizi riguardo una di esse. Favorisce il dialogo e lo scambio di conoscenza per avvicinare le due parti. In relazione all’arte, il termine viene usato solo di recente, a partire dalla svolta post-modernista. Si riferisce direttamente alle nuove concezioni riguardo la creazione del valore artistico di cui abbiamo parlato prima. Il ruolo del mediatore è quello di favorire il dialogo tra l’audience e l’opera d’arte. Se intendiamo la produzione dell’arte come una forma di creazione di un linguaggio per mezzo della creazione di nuove metafore estetiche, il ruolo dell’educatore artistico potrebbe essere definito come quello del mediatore. Un mediatore tra questi nuovi sistemi di metafore e le svariate disposizioni – inclusive ma in nessun modo limitate a gusto acquisito, conoscenza e percezione – di ciascun membro dell’audience.
Manifesta 7 è la prima edizione della biennale che dà un così ampio spazio all’educazione. Perché?
Vorremmo che Manifesta 7 fosse un ambiente ospitale in cui ciascuno si senta a proprio agio, e che quindi si senta libero di fare domande e impegnarsi in una discussione. Le nuove modalità curatoriali e la nozione di arte contemporanea, favorendo lo scambio di conoscenza fra tutte le parti interessate nelle pratiche artistiche, diventano centrali nel programma dell’educazione. L’informazione non è fine a se stessa; non intendiamo ridurre il ruolo dell’audience a quello di ricettore passivo di un monologo. Con l’aiuto delle informazioni di base, quando vengono fornite o quando sono già interiorizzate, vogliamo stimolare dialoghi e permettere all’audience di articolare la loro opinione riguardo l’arte contemporanea e il suo ruolo nella società.
In relazione ai costi complessivi di Manifesta, quanto viene destinato alle attività di educazione/mediazione?
Per esperienza potrei dire che è una somma decente.
Quali sono le attività innovative che l’educazione di Manifesta propone al pubblico?
Offriamo un’ampia gamma di offerte per tutti fra i 4 e i 104 anni di età: visite, laboratori, programmi per le scuole, progetti speciali volti al sociale, iniziative per persone disabili, giorni dedicati alle famiglie, sessioni di teach-in e molto altro.
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