Qual è la metodologia
utilizzata nei laboratori d’arte contemporanea da lei ideati e a chi si
rivolgono?Inizialmente l’approccio era
quello ludico e faceva riferimento essenzialmente all’esperienza di Munari, con
qualche riferimento a percorsi in ambito olistico, espressivo e di “globalità
dei linguaggi”. Negli anni recenti i laboratori si sono diradati, integrandosi
con la mia ricerca artistica, essendone anzi una realizzazione “a più mani (e
teste)”. Per esempio, vorrei ricordare il progetto
Genesi, esperienza con le scuole
elementari collegata alla mia mostra presso i Magazzini del sale di Venezia del
2005 e al mio intervento di aggiornamento agli insegnanti presso l’Università
di Bolzano nel 2006.
Considerando che Meta si occupa
anche di mediazione teatrale, quale ruolo possiede la narrazione nella
progettazione di tutte le sue attività educative?Il coinvolgimento del teatro è
stato dal 2005 l’esito naturale della necessità di creare uno spazio di
comunicazione condiviso che Meta cercava, cui è corrisposto l’inizio di una mia
ricerca teatrale vera e propria, che continua, coinvolgendo anche bambini e
giovani, oltre agli adulti, ma che si lega solo secondariamente a una
“narrazione”.
Quali rapporti esistono con
l’attivitàdidattica di Merano arte e con le altre realtà istituzionali
locali?Merano arte è un’associazione
culturale che gestisce uno spazio museale dedicato all’arte contemporanea;
quindi, di fatto, un ente privato, pur in gran parte finanziato pubblicamente.
Dalla collaborazione con quest’istituzione sono nati, negli anni, numerosi
laboratori didattici dedicati ai progetti espositivi diretti da Herta Torggler
con il curatore Valerio Dehò. Fra gli altri,
Mattinata Pop dedicato alla mostra
Sound
zero, il
laboratorio “floreale” dedicato alla mostra di Donald Baechler, quello
“fotografico” per la mostra su Man Ray,
Libere lettere per la mostra
Children’s
corner, in
collaborazione con comune e biblioteca civica, Archivio O’pla ed Edizioni
Corraini di Mantova, e di recente l’atelier dedicato a Magritte presso il
Centro per la cultura di Merano per la Giornata del contemporaneo dell’Amaci.
Ci può anticipare alcuni dei progetti futuri?Per il futuro, come progetto di
mediazione artistica, Meta tematizzerà i processi stessi di trasmissione dei
saperi: in cantiere c’è un’indagine tra scuola e non-scuola. L’atelier
Arte, presso il Centro per la cultura
di Merano, sarà attivo, per alcuni segmenti, in collaborazione con kunst Meran/o
arte. Con O’pla (Oasi per libri d’artista) della biblioteca civica di Merano ho
in progetto, da qualche tempo, di valorizzare alcuni dei libri dell’archivio in
laboratori per insegnanti e scuole. In questo momento, però, mi dedico
principalmente a interpretare, come ricerca vitale, tanto l’insegnamento che il
lavoro artistico: dal 2009 nella sigla C.R.A.T. (Centro Ricerca Artistica
Teatrale) ho provato a immaginare una sintesi che si tradurrà in una piccola
rassegna di arte, umanità e teatro contemporaneo denominata
CRATere: nel 2010 il tema sarà
l’educazione tra inclusione ed esclusione.