L’originale evento, ideato per rendere fruibili e per valorizzare le opere del CIMAC, chiuse nei depositi in attesa del Museo del Novecento all’Arengario. Il concept, della curatrice Marina Pugliese, prende spunto dai racconti di Lewis Carroll per ideare il particolare percorso tematico che conduce lo spettatore attraverso una lettura inedita dell’arte italiana del secolo passato. Il viaggio inizia dal buco simboleggiato da Volume di Dadamaino (1935-2004) e passa per la Sala del Giardino, foderata di erba sintetica, fino ad arrivare al Micromondo, dove le opere, tutte di piccole dimensioni, sono posizionate in basso, con cartellini ridotti e lenti per poterle esaminare. Si giunge così alle sale del Tempo accelerato dei Futuristi e del Tempo incantato della Metafisica, fino ad uscire attraverso uno specchio di Michelangelo Pistoletto.
L’offerta didattica proposta in occasione della mostra è vasta e differenziata e si rivolge ai singoli bambini, ma anche alle famiglie e alle scuole. Tutti i sabato e domenica, fino a fine luglio, Marta Ferina, responsabile, guida i bambini e i loro accompagnatori attraverso due percorsi animati seguiti da un laboratorio. In Attraverso la porta i bambini passano “attraverso” il buco di Dadamaino, bevono la pozione per diventare grandi e poi piccini, rallentano e velocizzano il tempo e, alla fine del percorso, realizzano in cartoncino la loro porta personale, dalle forme più svariate e fantasiose, per raggiungere il paese/castello delle meraviglie visto durante la mostra ogni volta che lo desiderano.
Ne Il giardino segreto i ragazzi ripercorrono il viaggio di Alice e scoprono attraverso l’arte nuovi punti di vista e sensazioni. Le emozioni trasmesse dalle opere e dal particolare allestimento sono una via per stimolare una riflessione autonoma sui perché delle scelte artistiche presentate.
Il visitatore trae spunto dall’Orticello in gommapiuma di Piero Gilardi: una scatola delle meraviglie, costruita con materiali di recupero durante il laboratorio, che all’interno contiene un giardino segreto, da guardare attraverso un’apposita fessura. Si riprende così lo stratagemma che dalla sala Extralarge permette, attraverso un vero buco nella parete, di sbirciare Espansione di primavera di Giacomo Balla nella sala del Giardino, proprio come accade per Alice guardando il Giardino Incantato attraverso la porticina. La Ferina sottolinea che tutti i percorsi ed i laboratori sono correlati strettamente alle opere in mostra, da cui non si può in alcun modo prescindere per un’esperienza didatticamente costruttiva, oltre che memorabile.
Le proposte per le scuole, organizzati da Carla Collet su testi e ideazione di Fiorenza Mariotti per l’Assessorato Educazione e Infanzia del Comune di Milano, sono percorsi guidati da insegnanti che si presentano ai piccoli utenti in un’atmosfera surreale, con una strana valigia ed un libretto. I bambini vengono dotati di un sacchettino trasparente in cui conservare i frammenti raccolti durante il percorso (una piuma, carte colorate e riflettenti), mentre attraverso giochi, posture e movimenti (corse, percorsi in punta di piedi, ecc.), strani oggetti accompagnano la narrazione e l’osservazione delle opere.
Questi percorsi partono da un’idea di base precisa: proporre ai bambini l’arte in modo congeniale al loro specifico approccio con la realtà, emozionale e magico-simbolico. Al termine della visita viene fornito agli insegnanti in accompagnamento del materiale didattico per approfondire i temi trattati durante la mostra.
Iniziativa quindi originale, soprattutto nella concezione didattica che coinvolge la mostra a partire dal suo allestimento; nonché un’ottima strada per valorizzare opere pubbliche, altrimenti non fruibili, attraverso una chiave di lettura inedita e divertente, non solo per i bambini…
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a cosa serve sensibilizzare i bambini se poi da grandi non trovano un museo adeguato? Ipocriti!!! e la curatrice continui pure a fare cose per bambini che tanto possiede la levatura o la preparazione per affrontare i grandi...