Dietro una grande sede espositiva che sezione didattica si cela? Siamo andati dietro le quinte delle attività proposte in occasione della grande mostra in corso a Palazzo Grassi. La prima impressione è che si voglia offrire alle tradizionali scolaresche in visita una partecipazione attiva, per favorire il personale coinvolgimento dei giovani visitatori, facendo sì che possano prendere appunti, disegnare i reperti di maggior interesse, con l’obiettivo di sviluppare un approccio critico e creativo ai beni esposti.
Le classi che dopo la visita scelgono l’attività didattica di laboratorio hanno la possibilità di rielaborare il percorso della mostra attraverso la produzione creativa e personale di alcuni manufatti. Per le classi della scuola primaria, l’attività si propone di realizzare, attraverso l’incisione di lamine in rame, quei dischi d’oro o d’argento usati come pendenti e ricavati da monete che prendono il nome di bratteati.
Per le scuole secondarie di primo grado, l’attività laboratoriale consiste nell’inventare una storia per immagini, riprendendo il concetto di ciò che era un bassorilievo nell’antichità attraverso ritagli di fotocopie delle opere esposte, che i ragazzi dovranno ricomporre intervenendo anche con la loro creatività, tramite il disegno.
I ragazzi delle superiori vengono stimolati a un dibattito sullo stereotipo, che portandoli ad analizzare espressioni del linguaggio comune riferite ai barbari, vuole farli riflettere su quanto l’idea dei barbari e delle invasioni barbariche insiste ancora oggi sul cliché negativo del barbaro rozzo, che preme sui confini dell’impero romano distruggendo tutto ciò che incontra.
Le visite che precedono questi laboratori sono sviluppate in modo tale da concentrare maggiormente l’attenzione sulle tematiche che saranno oggetto del laboratorio. La sezione didattica, gestita da Codess Cultura, ha per l’occasione, prodotto un dossier consegnato alle insegnanti durante le giornate dedicate alla promozione delle attività in cui si offrono diversi spunti per approfondire alcuni importanti argomenti prima e dopo la visita.
Ma non finisce qui: ogni domenica alle ore 17 apre la “bottega dei piccoli orafi”. Si tratta di atelier gratuiti, a cui possono prendere parte bambini di diverse età, che avvicinano i più piccoli alla mostra privilegiando l’aspetto ludico e manuale della realizzazione di piccoli oggetti, avendo come obiettivo quello di regalare agli ospiti due ore circa di allegria creativa.
I bambini vengono portati a fare un “giretto” in mostra per conoscere l’oggetto, molto spesso facente parte di un tesoro, che andranno poi a riprodurre in laboratorio. Dalla realizzazione delle api del re Childerico si passa alla spilla a forma d’aquila del tesoro di Domagnano fino ad arrivare alla fronte dell’elmo che rappresenta il re longobardo Agilulfo. Tutto all’insegna dei minimi dettagli, per garantire ai visitatori più giovani un’esperienza creativa, coinvolgente e formativa.