Difficile immaginarsi
un incontro più sorprendente di quello con
Luigi Ontani: la sua
straordinarietà umana e artistica s’intreccia con un complesso estetizzante di
gesti, movenze e parole che rimandano a una poesia desueta, così come ogni
particolare del suo elegantissimo abbigliamento narra storie, fiabe, leggende
fantastiche che arrivano da molto lontano. Guardandolo sembra di sentire le sue
stesse parole: “
Fare arte può significare, certe volte, cucirsi l’arte
addosso, come un taglio d’abito”.
Nella Giornata del Contemporaneo, il Dipartimento Educativo del Mambo ha organizzato, per i bambini dai 6 ai 10 anni,
Grillomachia, un laboratorio didattico preceduto da un singolare
incontro con l’artista. Vestito di seta e oro zecchino, con calzini magenta, Ontani
si è presentato ai bimbi con la sua
maschera
CipollAglio, uno straordinario pezzo colorato, in legno di Bali, che
da subito ha incuriosito il giovane pubblico.
Da vero Principe dell’Arte e della Vita, Ontani ha narrato, quasi sottovoce, un
po’ della sua infanzia, degli anni difficili della giovinezza, ma anche delle
sue singolari esperienze a contatto con i Paesi lontani, dove la quotidianità
ha la forza e l’eccezionalità di essere agita come
Teatro della vita. I bambini, affascinati, hanno
interagito con l’artista, ponendogli quesiti che, in realtà, già spontaneamente
si erano strutturati nella direzione di senso dell’attività didattica
successiva.
Nella seconda parte, Silvia Spadoni ha condotto i piccoli nel fascinoso mondo
del Principe Ontani, mostrando, con diapositive, le stanze del Villino RomAmor,
casa bolognese dell’artista, luogo incantevole dove l’artista è onnipresente in
ogni oggetto.
Il testo estetico dell’autoritratto è diventato pretesto per affrontare altre
tematiche: il viaggio reale come “
nutrimento del sé”, ma anche il viaggio
nell’altrove come necessità del viaggiare in qualsiasi altro luogo, anche
quello del sogno e del fantastico.
Il tema dell’ibrido, direttamente ispirato a opere di Ontani – come
Tribù Tabù
dei Grilli Balinesi sulla ragnatela di bambù e, quindi, all’iconografia del grillo, da lui
elaborata in maniera ludica, giocosa e restituita nella sua versione
fiabesca-mostruosa -, è stato affrontato nel laboratorio quale pretesto di
riflessione sulla complessità dell’esserci e dell’essere con gli altri.
Proprio tale concetto è divenuto l’oggetto e il soggetto del momento creativo,
in cui i bambini avevano la consegna di scegliere fotocopie d’immagini, tratte
da una sorta di bestiario disegnato da illustratori e artisti; ritagliare le
figure, scomponendole nella loro anatomia; ricombinare insieme differenti parti
anatomiche provenienti da diversi corpi e colorarle con oro zecchino o
pastelli, creando così un vero ibrido.
Il risultato finale è stato un meraviglioso lavoro collettivo, costituito da
tante creature fantastiche, appoggiate nel corpo di una gigantesca e
leggerissima figura dorata, tracciata sul muro, che sembrava invitare a
ricordare l’importanza dello stupirsi e del sognare.