Cos’è? la mostra gioco sul design ideata dal Muba di Milano, trova sede ideale a Cantù, città storicamente nota per il suo artigianato e design d’arredo. In un grande spazio luminoso e accogliente i bambini sono liberi di muoversi e giocare senza l’imposizione di alcun percorso preordinato. Una macchina che simula la produzione industriale di cannucce di plastica cattura subito la loro attenzione. La macchina parte dalla fusione del granulato di plastica, continua con l’estrusione e modellazione del semilavorato, fino alla fuoriuscita di vere cannucce. Tutto viene azionato dai bambini attraverso una serie di leve e manovelle che catturano con suoni e colori, ma che in realtà non sono funzionanti.
La simulazione del processo produttivo di oggetti di vetro è ottenuta con un’installazione non immediatamente comprensibile, ma efficace e divertente. I bambini devono collaborare per gonfiare un grande sacco di plastica che, riempito d’aria, assume la forma di una gigante bottiglia.
L’installazione più spettacolare è sicuramente quella di un grande albero che porta come frutti una serie di oggetti di legno. Ai piedi dell’albero sono disponibili i vari componenti da incastrare per la costruzione di sedie e sgabelli. Peccato che l’albero sia di metallo e feltro che di fatto il nesso tra la metafora dell’installazione e l’attività pratica suggerita vada irrimediabilmente a perdersi.
Alcuni oggetti d’uso quotidiano raccontano la loro storia in cuffia spiegando le motivazioni sottese alla propria forma e materiale. Ogni oggetto si racconta con voce divertente e invita il bambino a muoversi tra bacheche di plexiglas per farsi riconoscere tra gli altri.
Il Politecnico di Milano ha fornito un interessante contributo alla mostra attraverso un’installazione multimediale volta alla scoperta dei materiali: su un tavolo convivono due computer e svariati oggetti: una sedia di plastica, un guanto di gomma, un lavandino di ceramica, un mestolo di legno. Il computer pone una serie di domande a catena sulle caratteristiche sensoriali dell’oggetto scelto dal bambino: è lucido? È caldo? È liscio? Il bambino, interagendo tattilmente e visivamente con l’oggetto reale, risponde alle domande.
Al termine della visita viene organizzato dagli animatori un momento corale conclusivo, con il supporto di un software dedicato. I bambini, come designer protagonisti, prendono scelte di progettazione per la costruzione di oggetti virtuali.
Ai visitatori viene lasciata una breve guida cartacea che si propone come supporto didattico per stimolare a casa e a scuola approfondimenti sui temi trattati da Cos’è?. I bambini restano i soli protagonisti di questo spazio, che potenzialmente potrebbe essere fruito in maniera più attiva anche dagli adulti, grazie alla tradizione della Premio Compasso d’Oro–ADI, la cui collezione è da anni ospitata presso il Clac. E che da 50 anni funziona come un osservatorio sul panorama della produzione industriale italiana…
silvia barzaghi e silvia ghezzi
mostra visitata il 14 ottobre 2004
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