Categorie: didattica

sezioni_didattiche | Pinacoteca Provinciale di Bari

di - 7 Settembre 2006

Quando è nato e da chi è costituito oggi, il servizio didattico della Pinacoteca di Bari?
Il servizio didattico della Pinacoteca Provinciale di Bari è nato nel lontano 1974, durante la preparazione della mostra Alle sorgenti del romanico. Puglia XI. Era un periodo di intense discussioni intorno alla comunicazione e alla fruizione dell’arte e una mostra così legata al fare e ai materiali, era un’ottima occasione per tentare un tipo di lettura dell’opera d’arte diversa dalle solite, e basata su problematiche come la tecnica, la committenza, il restauro. È solo dal 1978 comunque, che, in concomitanza con la mia entrata in Pinacoteca è nato un vero e proprio servizio didattico permanente, con operatori laureati e con un coinvolgimento da parte delle scuole di ogni ordine e grado molto più marcato. Dagli anni Ottanta, inoltre, l’attività didattica non si svolge più solo all’interno del museo, ma anche all’esterno, nel centro storico di Bari. Attualmente il servizio può contare su conta circa 40 operatori laureati in storia dell’arte o in beni culturali, selezionati per titoli e attraverso un colloquio attitudinale e il volume di attività si è più che triplicato rispetto agli inizi.

Come si è evoluta durante la sua direzione la metodologia e l’offerta didattica proposta?
Sostanzialmente, la metodologia messa a punto negli anni Settanta non è cambiata, perchè si è rivelata molto valida ed efficace. Essa punta soprattutto a smontare l’oggetto, sia esso la singola opera d’arte, sia esso la città nella sua peculiare configurazione urbanistica, attraverso una serie di approcci diversificati ognuno dei quali può essere approfondito sino a farne un autonomo tema d’indagine. La scelta degli approcci dipende naturalmente dal pubblico che si ha di fronte, che interagisce con l’operatore, il quale valuta volta per volta quale sia la chiave di lettura opportuna e approfondisce eventualmente alcune tematiche.
Negli ultimi anni, inoltre, sono stati introdotti ulteriori itinerari a tema, fra cui quello del Museo come Macchina, in cui i giovani visitatori si accostano al museo visto come una serie di funzioni concatenate e non solo come semplice contenitore di opere, e quello legato alle tecniche e ai materiali, che comprende anche esperienze di laboratorio. La scuola è inoltre lasciata libera di proporre itinerari che, prima della realizzazione, vengono discussi insieme alla direzione del museo.

Già negli anni ’60 si parlava di didattica museale. Secondo lei quali e quanti i progressi ad oggi?
Direi che con gli anni c’è stata una sorta di omogeneizzazione metodologica, che se da un lato ha creato dei punti fermi e sgombrato il campo dall’improvvisazione, dall’altra ha comunque limitato il lato creativo degli interventi. Oggi, peraltro, si parla di educazione al patrimonio e non più di attività didattica, che è un termine vecchio e abusato.
Nel contempo, l’enorme sviluppo di tale tipo di attività ha creato sicuramente dei problemi nella gestione quotidiana del museo e nella regolazione dell’afflusso del pubblico. Presto bisognerà interrogarsi sulla soluzione da dare alle esigenze di quei visitatori che vogliono avere un rapporto diretto e silenzioso con l’opera, e che non amano l’eccessiva vivacità che talvolta caratterizza le scolaresche. È un problema nato proprio dall’incremento della frequenza scolare, e anche ad esso occorre dare una risposta: anche le minoranze vanno rispettate!

Oggi che quasi tutti i musei hanno una proposta didattica, ritiene necessari o utili dei parametri teorici ed operativi di riferimento (vedi la Carta delle professioni museali a cura dell’ICOM)?
Direi che i parametri teorici ci sono e la vasta pubblicistica a riguardo lo dimostra. Certo i documenti ufficiali rappresentano dei punti d’arrivo, dei traguardi: essi vanno presi come tali e come tali hanno la loro utilità. La realtà è spesso molto diversa e molto più difficile. Non so quanti musei possano permettersi oggi un ulteriore sviluppo dell’offerta e non solo per motivi di ristrettezza finanziaria: ragioni di corretta gestione e di tutela delle opere conservate all’interno di musei e pinacoteche sembrano piuttosto indirizzare a valorizzare maggiormente i rapporti col territorio, in molti casi ancora non sufficientemente conosciuto.

tiziana luisi


Pinacoteca Provinciale “Corrado Giaquinto”: Bari, Pinacoteca Provinciale, Via Spalato 19. Orario martedi-sabato 9,30-19,00. Direttrice e responsabile dei servizi educativi dott.ssa Clara Gelao. Informazioni tel. 080-5412421-email: pinacotecaprov.bari@tin.it www.provincia.ba.it/pls/provbari/consultazione.mostra_pagina?id_pagina=489

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