La Giunta Comunale di Ferrara ha deciso di rinunciare alla «prosecuzione del processo di merito avanti al Tribunale Amministrativo regionale per l’Emilia Romagna», relativamente al ricorso, presentato dal Comune stesso, circa il progetto per la realizzazione di un nuovo padiglione nel giardino del Diamanti. Comune contro Comune? No, semplicemente cambia l’amministrazione e cambiano tutte le priorità. Il ricorso, infatti, fu presentato dall’amministrazione a guida
Tiziano Tagliani, area PD. Evidentemente, il neosindaco
Alan Fabbri, legista convinto e salito agli onori della cronaca
per il caso dello striscione del carroccio affisso su quello di Giulio Regeni, ha altre convinzioni.
La storia è piuttosto intricata e inizia nel 2017, quando il Comune di Ferrara bandì un concorso internazionale, con premio di tre milioni e mezzo di euro, per un progetto di riqualificazione dedicato a Palazzo dei Diamanti, tra i monumenti più celebri della città estense e modello di architettura del Rinascimento. A spuntarla fu il progetto presentato da un team composto da 3TI progetti, studio Labics, dall’architetto Elisabetta Fabbri e dalla società Vitruvio. Ma, nonostante la prima approvazione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, presente anche in giuria nella persona del soprintendente Giorgio Cozzolino, si scatenarono diverse polemiche sulla liceità dell’intervento,
suscitate in particolare dalla petizione lanciata da Vittorio ed Elisabetta Sgarbi. Il 18 gennaio 2019,
lo stop definitivo e last minute all’autorizzazione, da parte del ministro dei Beni Culturali,
Alberto Bonisoli, precisamente del Direttore Generale
Gino Famiglietti. Nonostante un procedimento trasparente e regolare, la perfetta intesa tra Comune e Soprintendenza, l’appoggio delle istituzioni di architettura.
Contro quello che sembra essere l’ennesimo concorso vinto e mai realizzato, partì il ricorso con cui Tagliani chiedeva «l’annullamento, previa sospensione, di atti e provvedimenti riguardanti il progetto, pervenuti nel gennaio e nel febbraio scorsi allo stesso Comune dal direttore generale Archeologia, belle arti e Paesaggio del Mibac e dalla competente Soprintendenza». Ma oggi si è deciso di fermare tutto. Con un atto di orientamento, sindaco e assessori hanno deciso di ritirare il ricorso.
Secondo quanto riportato dalle fonti locali, la posizione di Fabbri era chiara già in campagna elettorale, quando il caso di Palazzo dei Diamanti fu definito come «L’esempio concreto del fallimento dell’amministrazione». «La rinuncia al ricorso da parte del Comune – ha affermato il sindaco Fabbri – è un atto dovuto: non avrebbe senso insistere in un percorso giudiziario amministrativo, peraltro oneroso, avviato dalla giunta Tagliani per mera strumentalizzazione politica in fase preelettorale. Dopo la bocciatura arrivata dal Mibac, il Tar si era già espresso in linea con il Ministero negando al Comune la sospensiva sullo stop al progetto».