L’esplodere della pandemia di COVID-19 costringe il mondo ad adottare severe misure di contenimento per mitigare e rallentare la diffusione del virus. L’Italia, così come molti altri Stati Europei e non, ha dovuto procedere all’isolamento della popolazione, impedendo di conseguenza lo svolgimento delle attività lavorative non essenziali al fine della sopravvivenza dell’intera comunità nazionale al periodo di quarantena. Il settore culturale, ed in particolare il sistema dell’arte, è certamente tra i più colpiti dalle necessarie misure emergenziali, a causa della sua profonda necessità di relazioni sociali, eventi e partecipazione da parte del pubblico. Se una parte di tale sistema sta provando a trasferire alcune delle proprie attività su Internet, allestendo virtual tour in appuntamenti fieristici online (come nel caso dell’esperimento di Art Basel Hong Kong) e nei corridoi digitalizzati dei più importanti musei (si rimanda al sito del MiBACT per tour virtuali di teatri, archivi e biblioteche, musei e parchi archeologici statali), la parte più fragile, costituta da artisti, piccole gallerie e spazi no profit rischia di rimanere inattiva a tempo indeterminato, minacciando la loro stessa esistenza.
I governi nazionali hanno provveduto a fornire supporti di vario tipo, cercando di dare una prima risposta alla crisi economica in corso. In Italia, gli articoli 88, 89 e 90 del D.L. 17 marzo 2020, n. 18 (cd. Decreto “Cura Italia”) prevedono varie misure di sostegno al settore culturale. Esse, sinteticamente, riguardano i) le procedure di risoluzione dei contratti di acquisto di biglietti per spettacoli e musei, ii) l’istituzione di due fondi emergenziali per lo spettacolo, il cinema e l’audiovisivo, per un ammontare complessivo di 180 milioni di Euro che il MIBACT sarà chiamato a ripartire in concreto entro 30 giorni dall’entrata in vigore del decreto.
Al supporto pubblico si affianca il terzo settore, già attivo nel sostegno della rete nazionale di associazioni, fondazioni ed altri enti non profit a supporto delle attività locali. Importante è l’iniziativa dell’Associazione di Fondazioni e Casse di Risparmio S.p.A. (ACRI), volta a istituire un fondo di garanzia rotativo con dotazione iniziale di 5 milioni di euro da destinare anche settore della cultura. Fondazioni bancarie quali la Compagnia di San Paolo e la Fondazione Cariplo hanno stanziato fondi di garanzia rispettivamente di 6 milioni di Euro e di 2 milioni di Euro a sostegno delle esigenze finanziarie del Terzo settore, inclusi gli enti promotori della cultura.
Le misure economiche promosse dal governo italiano mirano a fornire una generale mitigazione delle difficoltà economiche che il settore culturale, ed in particolare il mercato dell’arte, sosterranno nei prossimi mesi. Un ulteriore approfondimento può essere svolto nei confronti delle misure che potrebbero portare maggior beneficio agli artisti e alle gallerie.
In linea generale, è utile menzionare che, ai sensi del Decreto Cura Italia, tutti gli artisti e gli operatori del mercato dell’arte dotati di partita IVA [Cfr. art. 27 del Decreto Cura Italia] sono titolati a chiedere l’indennità di 600 Euro prevista per tutti i lavoratori autonomi. I requisiti di legge, inclusi nel medesimo articolo, prescrivono che i richiedenti siano iscritti alla gestione separata dell’INPS, non siano in pensione o ricevano altre forme previdenziali obbligatorie. L’indennità non andrà a concorrere alla formazione del reddito del richiedente. Misure più specifiche sono previste all’art. 90 del predetto Decreto, grazie al quale la quota dei compensi di cui all’articolo 71-septies della Legge n. 633/1941 (Legge sul diritto d’autore) sarà destinata al sostegno di autori, artisti interpreti ed esecutori.
Un primo aiuto arriva dalla Società Italiana degli Autori ed Editori (SIAE), la quale interviene a favore degli autori e degli editori, prevedendo rimborsi per gli eventi annullati a causa dell’emergenza, e fondi di solidarietà a sostegno delle attività culturali. Questi ultimi si strutturano in un fondo di 500 mila Euro per acquistare 2.500 pacchi alimentari per gli associati SIAE in condizioni di precarietà e in un fondo straordinario di 60 milioni di Euro in favore di tutti gli associati finalizzato a supportare le ripartizioni del 2020 e del 2021. Inoltre, 50 milioni di Euro sono stanziati per il finanziamento di prestiti pluriennali a tasso zero agli associati in difficoltà di liquidità. Analoghe disposizioni sono state adottate da altri enti per la musica e lo spettacolo, come NuovoIMAIE.
Spostando lo sguardo all’estero, l’Arts Council England, principale ente pubblico promotore delle arti nel Regno Unito, ha varato l’“Emergency Response Package”, in cui si prevede un fondo di emergenza 160 milioni di sterline a favore di organizzazioni e persone in difficoltà; di questi, 90 milioni sono destinati alle organizzazioni, 20 milioni ai freelancers e creative practitioners in difficoltà e 50 milioni alle organizzazioni non finanziate direttamente dall’ente stesso.
In Francia, il Ministero della cultura ha provveduto a stanziare aiuti d’emergenza che includono un fondo di solidarietà per 22 milioni di Euro. Il Centre National des Arts Plastiques (CNAP), ente pubblico a promozione delle arti visive, oltre a proseguire regolarmente con il finanziamento degli artisti, ha finanziato un fondo d’urgenza pari a 500mila euro, a compenso dei mancati guadagni di artisti, curatori, critici e teorici d’arte che non rientrerebbero nelle regole del fondo di solidarietà, nonché per mostre annullate, residenze, curatori o attività di mediazione. Le commissioni programmate sono mantenute – sostegno a progetti di artisti, fotografi documentaristi e aiuti eccezionali – e la dotazione finanziaria per questi programmi è rafforzata al fine di sostenere un maggior numero di artisti. Il CNAP ha espresso l’ulteriore volontà di organizzare una sessione straordinaria destinata alle gallerie francesi di committenza e acquisto di opere di artisti della scena francese costretti a rinviare o cancellare le proprie mostre o partecipazioni alle fiere durante la quarantena imposta. La sessione eccezionale andrà a supportare il segmento più colpito, quello delle gallerie private, parallelamente alle misure e i provvedimenti adottati dal governo a favore delle imprese e dei lavoratori autonomi.
Analoga misura è stata prevista dal Comune di Madrid, il quale ha annunciato un piano di acquisto di opere d’arte visiva per 500 mila Euro, e dal governo degli Emirati Arabi Uniti, che a seguito dell’annuncio della cancellazione della fiera Art Dubai, ha promosso l’acquisto di opere d’arte di artisti locali per un totale di 400 mila dollari.
Strategia differente ha, invece, adottato l’amministrazione della città-stato di Berlino, la quale ha già messo a disposizione da venerdì 27 marzo scorso 600 milioni di Euro per prestiti ad artisti e freelancer a sostegno delle difficoltà del periodo[9]; ad oggi è stata fatta domanda per un totale di 500 milioni di Euro. Il governo federale tedesco, a sua volta, ha proceduto ad un pacchetto di iniziative pari a 50 miliardi di Euro destinato a lavoratori autonomi e piccole imprese (includendo dunque artisti, studi d’artista e imprese culturali). L’assicurazione contro la disoccupazione è a disposizione dei liberi professionisti per i prossimi sei mesi.
Oltreoceano, infine, il governo federale degli Stati Uniti d’America ha stanziato 377 miliardi di dollari per il sostegno delle piccole e medie imprese (con meno di 500 dipendenti), tra cui imprese culturali e organizzazioni no profit individuate dalla legge; a fianco di tale sostegno, è previsto lo stanziamento di 75 milioni di dollari per il National Endowment for the Arts e il National Endowment for the Humanities, i cui finanziamenti saranno distribuiti in parte direttamente e in parte alle agenzie artistiche statali e alle organizzazione artistiche regionali. Ulteriori stimoli sono previsti per l’Institute of Museum and Library Services (50 milioni di dollari), per il Kennedy Center (25 milioni) e per il Smithsonian Institution (7,5 milioni).
Anche i privati contribuiscono personalmente al sostegno delle realtà più colpite dall’emergenza. Le grandi fondazioni americane hanno avviato programmi a favore del sistema dell’arte, come ad esempio il Getty Trust e la Helen Frankenthaler Foundation, le quali hanno stanziato rispettivamente 10 e 5 milioni di Euro per il finanziamento di piccole-medie imprese culturali e di artisti residenti nell’area di Los Angeles. Anonymous Was a Woman, premio dedicato alle artiste donne over-40 americane, ha deciso di stanziare 250 mila dollari a sostegno delle artiste in difficoltà. La New York Foundation for the Arts ha lanciato un programma di finanziamenti d’emergenza in cooperazione con la Robert Rauschenberg Foundation, oltre ad attivare la pagina online COVID-19 Emergency Resources sul proprio sito web, dedicata alla pubblicazione delle principali risorse economiche stanziate enti privati negli Stati Uniti. La no profit Creative Capital ha a sua volta raccolto e indicizzato le iniziative attive su suolo americano, mentre Artist Relief distribuirà sussidi di 5 mila dollaro l’uno agli artisti in maggiore difficoltà finanziaria[14].
Altre istituzioni provano, invece, a coinvolgere direttamente gli artisti, come Magazzino Italian Art, che dalla sua sede di Cold Spring, nello Stato di New York, ha avviato nel conteso del progetto Magazzino da Casa l’iniziativa HOMEMADE, in cui otto artisti italiani sono invitati a realizzare un’opera a casa propria e condividerne il processo creativo con il pubblico. David Zwirner, considerato tra i più potenti galleristi del mondo, ha lanciato il progetto Platform, attraverso il quale mette a disposizione la propria visibilità online a favore di gallerie emergenti con sede a New York, al fine di costruire uno spazio digitale per la promozione online degli artisti rappresentati.
Non mancano iniziative locali ma dal forte impatto sociale, come l’avvio di una raccolta fondi da parte di Axisweb, charity inglese di Leeds impegnata nel sostegno degli artisti emergenti, per sostenere il grande numero di richieste di aiuto ricevute a seguito dell’annuncio della creazione di un fondo di 5 mila sterline destinato a supportare con piccoli contributi agli artisti più bisognosi. L’artista Eric Fischl ha creato un’edizione di 50 esemplari del suo dipinto Mix and Match da vendere a mille dollari l’uno in favore della New York Academy of Art.
C’è chi, invece, ha deciso di usare l’arte per aiutare gli altri. Hauser & Wirth, galleria sul podio della celebre classifica Power 100 a cura di ArtReview, ha annunciato l’intenzione di donare all’Organizzazione Mondiale della Sanità il 10 per cento delle vendite online derivate dalle prossime tre mostre, che saranno ospitate virtualmente sul sito della galleria; parimenti, la casa d’aste parigina Piasa ha organizzato dal 3 al 5 aprile un’asta di beneficienza a favore del sistema sanitario francese insieme a quali Kamel Mennour, Levy Gorvy, Almine Rech, Galerie Thaddaeus Ropac e Galerie Eric Dupont.
Le iniziative sino a qui illustrate, tuttavia, non riusciranno a fronteggiare totalmente le difficoltà che gli operatori del mercato dell’arte affronteranno nel corso della crisi economica che derivante dall’emergenza sanitaria in corso.
Per tanti artisti, galleristi, dealer, curatori e spazi no profit si renderà necessario procedere alla risoluzione dei contratti più a rischio per evitare conseguenze negative nei rapporti commerciali. La pandemia di COVID-19 ha assunto i connotati di un evento di forza maggiore. Chiunque non riuscirà ad onorare i contratti e gli accordi per i progetti, gli eventi e le attività pianificate in queste settimane, potrà valutare il ricorso agli istituti di diritto civile dell’impossibilità sopravvenuta della prestazione per causa non imputabile al debitore (articoli 1218. 1256 e 1463 del Codice Civile), dell’eccessiva onerosità sopravvenuta della prestazione (articoli 1467 e ss. del Codice Civile) ed eventualmente, ove ne ricorrano i presupposti, anche dell’azione di rescissione per lesione ai sensi dell’articolo 1448 del Codice Civile.
Per impossibilità sopravvenuta della prestazione si intende una qualsiasi situazione imprevedibile che impedisca l’adempimento del contratto e che sia difficilmente superabile con uno sforzo legittimamente messo in atto dal debitore. Qualora la parte inadempiente, infatti, dimostri che l’impossibilità di eseguire la prestazione derivi da cause a lei non imputabili, non potrà essere ritenuta responsabile dell’inadempimento, provocando l’estinzione del contratto e il conseguente scioglimento dei vincoli in esso previsti. L’impossibilità può essere definitiva, temporanea o parziale a seconda della natura dell’impedimento: in caso di impossibilità temporanea, si potrà procedere a una sospensione delle prestazioni; in caso di impossibilità parziale, si considereranno estinte (o sospese, qualora l’impedimento sia temporaneo) le sole prestazioni coinvolte, mentre le restanti potranno essere adempiute come pattuito.
L’eccessiva onerosità sopravvenuta, ai sensi degli articoli 1467 e ss. del Codice Civile, permette, invece, la risoluzione di contratti il cui equilibrio sinallagmatico rapporto sia venuto meno per fatti esterni al rapporto stesso non inquadrabili nell’alea contrattuale ordinaria, rendendo le prestazioni eccessivamente onerose e/o svilite nel proprio valore o utilità. Nel caso di contratti aventi ad oggetto prestazioni d’opera, inoltre, potrà trovare luogo l’articolo 2228 del Codice Civile relativo all’impossibilità sopravvenuta nell’esecuzione dell’opera, in cui si specifica che il prestatore d’opera che ha parzialmente adempiuto ha comunque diritto ad un compenso per il lavoro prestato, parametrato all’utilità della parte dell’opera compiuta.
L’azione di rescissione per lesione permette, infine, di adire il giudice al fine di ottenere la cessazione di contratti ab origine squilibrati dove la sproporzione è dipesa dallo stato di bisogno di una parte, del quale l’altra ha approfittato per trarne vantaggio.
È fondamentale, pertanto, constatare l’oggettiva onerosità che grava sull’inadempiente – quale può essere l’impossibilità causata dagli imprescindibili divieti di circolazione e assembramento – di portare a termine un progetto, un’opera d’arte o una performance, di promuovere mostre, vendere nei propri spazi in galleria o negli stand booth delle fiere.
Si dovrà dare precedenza, a tal fine, alla raccolta di tutta la documentazione idonea a comprovare le circostanze che rendono difficile, se non impossibile, l’adempimento dei propri contratti, nonché i danni che le necessarie misure di contenimento hanno provocato all’ordinaria esecuzione delle prestazioni.
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Nel mio lavoro, esploro il tema universale dell'attrito tra le aspirazioni interne dell'individuo e le resistenze imposte dalle circostanze esterne.
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Salve
Una domanda per voi :
Chi non ha una partita iva e lavora nel mondo dell’Arte producendo dipinti, o altre opere; non ha diritto a nessun tipo di aiuto economico ?
Grazie