E’ ancora dedicata a New York la prima pagina del Giornale dell’Arte. Non si parla dei disastri della Grande Mela, ma del nuovo sindaco: il miliardario Bloomberg fa di nome Rubens, vorrà dire qualcosa, si chiede il Giornale dell’Arte? In un momento di forte tensione economico-politica della metropoli statunitense il rischio è che siano l’arte e la cultura i primi settori a farne le spese.
Nelle pagine interne un’intervista ad Andrea Comba, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino è testimonianza di un grande esempio nel settore della valorizzazione dei beni culturali, l’istituzione torinese ha investito negli ultimi anni 169 miliardi in cultura rivolgendosi soprattutto al restauro. Un’altra intervista, Ada Masoero a Leonardo Mondadori, ci indica come è stato raggiunto il grande successo della mostra di Picasso a Milano e come questo meccanismo si ripeterà con altri dieci grandissimi eventi sino al 2006. Parte dalla prima pagina per risolversi in un paginone interno un lungo testo di Giovanni Bazoli, presidente di Banca Intesa, recentemente insignito della laurea honoris causa per la tutela dei beni culturali presso l’Univeristà degli Studi di Udine.
Il dibattito sulla politica museale è molto ampio in questo numero: immancabile l’accenno all’ormai arcinoto articolo 22 della finanziaria dove si paventa una concessione ai privati dei musei di Stato; presente anche un articolo dove si analizza – sullo stesso tema – l’attuale situazione francese; interessanti, infine, le ‘statistiche’ riguardanti gli stipendi dei direttori: se in USA si guadagna anche abbondantemente sopra al miliardo, il direttore del Prado e quello del Reina Sofìa di Madrid percepiscono una paga pari a 93 milioni di lire!
Nella sezione archeologia due fitte pagine sono dedicate agli scavi di Luxor, il direttore degli scavi della sesta compagnia scrive un vero e proprio diario. Nel paginone centrale si parla di Kabul e dei suoi tesori nascosti.
Le riflessioni sul mercato dell’arte trovano spazio nel Giornale delle Gallerie, curato da Franco Fanelli. La situazione italiana appare realmente floridas specie dopo l’ottimo risultato che le gallerie hanno avuto ad ARTissima, fiera internazionale di Torino; non allo stesso modo si procede in Francia: uno studio commissionato dal governo d’oltralpe ad un noto sociologo ha dimostrato che, a partire dal dopoguerra, la produzione visiva francese ha subito un ridimensionamento tanto inaspettato quanto, purtroppo, evidente. I cugini stanno pagando con gli interessi i lunghi anni dello statalismo (anche artistico) di François Mitterand?
Come da tradizione nutrita la schiera degli inserti. In Vernissage si parla di Shonibare, artista africano protagonista con una grande rassegna a Roma, e del nuovo Museum Quartier di Vienna. Ne Il Giornale della Fotografia si analizza la situazione italiana ed internazionale dell’ultimo anno in maniera puntuale ed approfondita. In regalo una copia de La Gazzetta Antiquaria.
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