“Quando morirò vorrei che il mio corpo divenisse un’opera multimediale..” così rispondeva l’altra sera quella mitica figura artistica che è Orlan personaggio di copertina del primo numero di Avatar.
La carnal artista ha presentato, con l’ausilio di un computer, un excursus dei momenti salienti della sua carriera suggellata da opere nelle quali il suo corpo rappresentava la materia prima e la sala chirurgica, l’atelier, il laboratorio.
Le sue intuizioni sulla tecnologia, quale estensione del corpo, su una ricerca estetica che supera i canoni classici di bellezza e sul suo nomadismo artistico per
Orlan, quindi, sembrava la figura giusta per Avatar e i numerosi invitati all’E-M Arts hanno mostrato un vivo interesse per questo esperimento culturale: “ma perché l’arte arriva sempre prima delle scienze sociali nella comprensione della contemporaneità..” si chiedeva Daniele Pitteri; per capire il permanente mutamento culturale ed etnico bisogna mettere in discussione il concetto stesso
Porosità, ibridismo, ricerca mutante sono le parole che più spesso risuonano dagli inventori della rivista che sceglie di darsi il nome della divinità indiana multiforme per eccellenza.
Nel fare i migliori auguri per l’audace impresa, speriamo che l’onda sperimentale sia lunga e soprattutto offra materia di riflessione di valenza scientifica che non si limiti alla presa d’atto che la globalizzazione varia inevitabilmente e continuamente le coordinate della nostra vita, poiché nel mondo, nonostante Internet e le tv satellitari, le differenze e le categorie esistono ancora…eccome…
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dire che è una grande artista è pure condivisibile....sul discorso di bella donna...ma perché orlan è una donna? questa poi...Orlan è un oggetto, un supporto, orlan è un piedistallo, una tela...
Orlan è una grande artista e una bella donna