Con una copertina accattivante, si mostra al pubblico il numero di dicembre di Art e Dossier, dedicato in buona parte a Keith Haring e all’arte Pop americana.
Alla figura di questo giovane artista, morto ormai da dieci anni, è infatti dedicato il Dossier monografico, scritto da Renato Barilli, in cui si cerca innanzitutto di fornire un quadro esaustivo della cosiddetta Graffiti Art, analizzandone prima gli aspetti precursori, poi l’apporto esplosivo e determinante di Haring, ed infine cercando di seguire le evoluzioni del genere dopo la morte dell’artista.
L’occasione di questa attenzione su Haring è determinata dalla mostra “Keith Haring” aperta a Roma presso il Chiostro del Bramante dal 6 dicembre. La rivista si apre con un articolo redatto direttamente da Julia Gruen, direttrice della Fondazione Haring di New York, che fornisce brevemente, ma efficacemente, i tratti essenziali del percorso artistico del giovane Haring, dal suo arrivo a New York nel 1978, al suo incontro con Warhol, sino al precoce epilogo, dando anche alcune chiavi di lettura dei suoi “ideogrammi”. L’argomento dell’arte Pop americana e in particolare dell’ambiente artistico new-yorkese orbitante attorno a Andy Warhol viene affrontato nella rubrica Arte e Cinema, da Luca Antoccia, che analizza due film dedicati a Warhol, Ho sparato a Andy Warhol di Mary Harron, e Basquiat di Julian Schnabel.
Di tutt’altri argomenti trattano invece tre articoli inseriti in Studi e riscoperte, sezione della rivista dedicata ad approfondimenti di temi e a studi più specializzati. Si parte dallo studio di Ejnar Nielsen, pittore danese attivo tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento, la cui arte rifletteva sui temi della natura, della vita e della morte, intese come le due facce della stessa medaglia. Ad un tema cardine e ad un’opera importante del Rinascimento italiano, sono invece dedicati gli altri due articoli di approfondimento: ne Le radici scoperte, di Stefano Borsi, si analizza il rapporto fondamentale che c’è stato tra l’arte e la cultura rinascimentale fiorentina, e la figura ideale e la produzione artistica degli Etruschi, ai quali sono attualmente dedicate due mostre, una a Venezia e una a Bologna. L’occasione della pubblicazione in edizione economica del Codice Atlantico di Leonardo , è invece lo spunto per un riepilogo della sua storia, legata al lavoro di assemblamento delle carte vinciane attuato da Pompeo Leoni, e delle vicende che ne hanno permesso la restituzione all’Italia ne l815, dopo le spoliazioni napoleoniche.
A chiusura della rivista come sempre la rubrica dedicata alle recensioni dei Libri.
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Silvia Giabbani
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