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numero 179 giugno 2002 Art e dossier
edicola
in copertina due paia di ali, per gli angeli dipinti da Benozzo Gozzoli nella cappella di Palazzo Medici Riccardi, a Firenze. All’enigma di questa rappresentazione singolare è dedicata una lettura inconologica. E all’interno l’architettura secondo Zaha Hadid e riscoperte del Futurismo...
Quattro ali e un problema di interpretazione: è il caso degli angeli che decorano la scarsella nella cappella di Palazzo Medici Ricciardi, a Firenze. L’inventio di Benozzo Gozzoli li ha dotati di due paia di ali, con le piume occhiute come fossero quelle della coda di un pavone; un’anomalia, una licenza che non si riuscirebbe a giustificare senza indagare più a fondo, tra testi veterotestamentari, apparizioni di cherubini, annotazioni teologiche e confronti iconografici… Le ali dell’Invisibile è l’oggetto dell’articolo di Marco Bussagli dedicato alle teorie angeliche che il pittore allievo di beato Angelico pose ai lati della pala lippesca con la Natività: una lettura interessante che ipotizza una soluzione risalendo a quella visione di Ezechiele, descritta con dovizia di particolari nell’Antico Testamento, in cui i cherubini – ovvero angeli con quattro ali – sorvegliano e proteggono il Tempio e l’Arca dell’Alleanza.
Attraverso una carrellata di soggetti analoghi già noti – selezionati tra mosaici, codici miniati e cicli rinascimentali – il mistero si scioglie: cherubini erano anche le creature soprannaturali degli affreschi medicei a guardia – in questo caso – del Cristo Bambino, appunto Arca della Nuova Alleanza.
La mostra Zaha Hadid – opere e progetti, ospitata a Roma nel CNAC in attesa di essere costruito (e il Centro per le Arti Contemporanee è proprio un progetto della Hadid) è l’occasione per una lettura delle masse senza peso ideate dall’architetto anglo – irachena: ce ne parla Fulvio Irace, unendo all’analisi formale degli edifici un’interpretazione che allaccia gli spazi affilati e serpentiformi a El Lisickij, al Suprematismo di Malevic, a certe visioni aerofuturiste (e quest’ultima cosa appare sorprendentemente probabile, guardando soprattutto molte tavole di progetto dipinte che fanno parte dell’allestimento romano).
E all’interno nel numero di Giugno si parla ancora di architettura, riscoprendo – con l’articolo di Claudia Lamberti – Virgilio Marchi, ovvero – dopo Sant’Elia – l’altra faccia della progettazione futurista, fatta di agglomerati urbani fantastici, di pinnacoli, piazze sopraelevate e cavalcavia come montagne russe… un delirante luna park teorizzato e disegnato con perizia inquietante.
Segnaliamo – tra gli altri contributi – quello di Licia Michelangeli a proposito dei disegni di Malevic per i costumi di Vittoria sul sole, opera di teatro che metteva in scena Futurlandia, ovvero l’utopia di fusione di tutte le arti.
Annie-Paule Quinsac cura il dossier dedicato a Giovanni Segantini.
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maria cristina bastante
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