Ricco di variegati spunti il numero invernale di FlashArt presentato, con due diverse copertine, all’ArteFiera di Bologna. Un ripensamento editorial-estetico o una mossa per solleticare i collezionisti ad oltranza?
Il numero ruota attorno ad uno speciale dedicato a Francesco Clemente. Il pittore napoletano si racconta in un’intervista con Giancarlo Politi, in un vecchio testo di Henry Geldzahler, e in approfondimenti di Allen Ginsberg (con un testo inedito del ’95, una sorta di poema di didascalie) e dell’architetto-designer Ettore Sottsass. L’ex-transavanguardista tornerà presto a far parlare di se l’Italia, il presidente della regione Campania, Antonio Bassolino, l’ha già contattato per una mostra.
Verte sulla pittura italiana, ed in particolare sul suo rapporto con il territorio di provenienza degli artisti, un lucidissimo ed a nostro parere fondamentale articolo di Luca Beatrice: tutta la scena della nuova creatività pittorica del nostro paese viene scandagliata con vivacità e precisione. Ed è proprio ‘Giovane Pittura Italiana’ il titolo dello speciale che FlashArt dedica all’arte giovane. Ottima l’idea di creare una sorta di guida, un indice delle nuove tendenze italiche in fatto di tele e pennelli; ottima come sono ottime le iniziative che tendono a fornire chiavi di lettura e punti di riferimento operativi ed informativi. Tra i settanta artisti scelti ci sono tuttavia, ma è probabilmente fisiologico, delle incongruenze. Prima fra tutte l’inserimento, in blocco, di tutta la generazione dei quasi trentenni digitali romani (Matteo Basilè, Giuseppe Tubi, Alessandro Gianvenuti, se si considerano ‘pittori’ loro dove sono allora nomi come Rafael Pareja Molina o Caterina Notte?), ma anche l’inclusione del toscano David Casini (che ricama su tele di similpelle, ma se si considera ‘pittura’ anche il ‘ricamo’ allora perché non inserire anche Francesco Vezzoli?) e l’assenza di una delle nostre pittrici forse più internazionalmente note come Margherita Manzelli.
Seguono due interviste: Massimiliano Gioni al critico/curatore Francesco Bonami sulla situazione italiana dell’arte contemporanea; Michele Robecchi e Barbara Carneglia al sudafricano William Kentridge, protagonista in questi giorni a Milano con una personale presso la galleria di Lia Rumma.
Segnaliamo per concludere l’articolo di Lauri Firstenberg, una piccola ma circostanziata analisi sull’influenza che ha la vita e l’atmosfera metropolitana sul lavoro di un gruppo di artisti internazionali.
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ma ha ragione il giornalista. Mi sono sorpreso anche io...nella lista dei pittori ci hanno messo di tutto!!!!!!!!!!!
?
il fatto che la Manzelli non ci sia perché non andava 'mischiata' alla marmaglia è un'ottima lettura direi.
Non c'è nemmeno attendibilità nelle notizie. Cos'è questa novità di Basilè? "Del lavoro finito produce una sola copia stampata, destituendo il mezzo digitale dal ruolo di produttore seriale". Non ho parole. Ma se ci si perde nei multipli piccoli e grandi di Basilè!
Vorrei “lanciarmi” in una interpretazione sul “misterioso” motivo per il quale alcuni artisti non sono presenti nell’articolo di Beatrice. Credo che la chiave di lettura/cartina di tornasole sia proprio la mancanza della Manzelli! Ecco se la Manzelli non facesse pittura la cosa sarebbe forse passata inosservata ma… con la sua assenza tutto è molto chiaro: Nessun “giovane” artista che realmente conta è presente nell’articolo. Sarò “crudelmente” più chiaro: Le gallerie “potenti” non mischiano mai i loro “cavali di razza” con i mortali artisti. Tra l’altro risulta poco credibile una “dimenticanza” da parte di Beatrice vista la presenza della Manzelli alla recente importantissima collettiva “Form Follows Fiction” al Castello di Rivoli curata da Deitch! Conoscendo noi tutti bene la “linea” di Flash Art non ci resta che interpretare l’articolo come una stravagante concessione che talvolta Politi concede agli artisti fuori dal “giro” ristrettissimo De Carlo-Continua-Minini-Guenzani e Gallerie Satellite di queste. Attenzione: Questa non è una critica ma solo un personalissimo tentativo di capire.
P.S.
Se avete ancora qualche dubbio vi faccio notare che già l’esporre pubblicamente i coefficienti degli artisti (pratica che considero peraltro legittima!) non è per il momento ben vista dalle gallerie che intendono fare esclusivamente “Cultura & ricerca”!
Immagino critiche al mio pensiero del tipo: Ma come! Perché Basilè non è importante?! Beh! Indubbiamente partecipa a tantissime mostre anche piuttosto importanti, a volte, ma MAI dico mai lo vedrete nell’Olimpo concesso solo ai vari Pivi, Marisaldi, Berti, Maloberti, Manzelli (come volevasi dimostrare) Zuffi, Xhafa, etc.
Ciao a tutti
Complimenti a tutta la redazione per l'ottimo lavoro
Saranno uno strumento di provincia ma altrimenti chi mai avrebbe saputo che i pittorucoli come Siciliano e Pignatelli valgono enormemente di piu di tutti gli altri?
Non solo ci hanno messo di tutto. Flash Art continua a sputtanarsi. Hanno aggiunto il coefficiente di vendita ai quadri, una cosa che fanno solo le gallerie di provincia. SCANDALO!
che ingenui che siete, altro che cultura. questi articoli sono fatti apposta per accontentare 4 gatti, le gallerie che pagano con la pubblicita' e ricambiano il favore di vedersi nominati artisti scadenti come quelli di cannaviello ad esempio o di altre gallerie di provincia che lavorano con beatrice. "pittura a metri" cosi doveva intitolarsi!!!