21 maggio 2001

Numero 333, Maggio 2001 Arte

 
In copertina: Mimmo Paladino – Alla ricerca dei segni perduti; Grandi mostre: Degas, Plessi Clemente, Mendini; Debutti: Guillermo Munoz Vera, Debora Hirsch; Musei: Classifica dei migliori d’Europa...

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Il cuore della rivista pulsa, colmo di interessanti contributi. Nicoletta Cobolli Gigli compila una classifica dei sei grandi musei che meritano un viaggio, pur di essere visitati. In testa è la Tate Modern contrassegnata da ben cinque stelle. A pari merito è il Centre Georges Pompidou, recentemente ristrutturato ed ampliato. Al terzo posto, con quattro stelle, è il Kiasma (Helsinki), museo multimediale con una collezione permanente di 7000 opere dagli anni ’70 ad oggi. Seguono, con tre stelle, Il Guggenheim di Bilbao, il Van Gogh Museum e Kunsthalle Vienna. Una breve scheda illustra le caratteristiche di ciascuno di questi musei.
Fino al 27 maggio 2001 l’High Museum of Art di Atlanta ospita la retrospettiva Degas & America: the early collectors. Tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento le opere di Degas entrano nelle collezioni statunitensi. La prima collezionista è la miliardaria Lousine Havemeyer. Alessandra Mascia racconta l’intera ricerca figurativa di Degas a partire dai primi studi accademici, all’impressionismo, ai soggetti insistentemente ritratti: i cavalli e le ballerine.
E’ l’arte primitiva ad offrire spunti e suggestioni alla ricerca espressiva di Mimmo Paladino. Si è rifugiato a Paduli, vicino a Benevento, nel suo studio: una città nella città. L’abitazione, un capannone per le opere monumentali, uno per i bozzetti, altri , più intimi, per ospitare i quadri, la biblioteca, tanti ambienti diversi e dislocati, distanti l’uno dall’altro tanto da dover essere raggiunti in macchina: questo è il microcosmo che racchiude e genera l’arte malinconica di Paladino.
Teorico, artista, designer e architetto Alessandro Mendini presenta i suoi lavori a Vicenza, Barcellona e Muenster. I percorsi espositivi delle tre mostre si soffermano su tutte le fasi stilistiche: dal design radicale al neofuturismo. Significativa è l’esperienza Kitsch, che l’artista milanese difende ritenendola una finzione estetica affine alla vita quotidiana.
Venezia, in occasione della Biennale, dedica un ampio spazio all’opera di Fabrizio Plessi. Oltre alla mostra al Museo Correr, l’artista, attivo a Venezia già dagli anni ’60, il 6 giugno, in occasione dell’inaugurazione della Biennale, provocherà un incendio virtuale all’interno delle sale dell’Ala Napoleonica.
Guillermo Munoz Vera, alla Galleria Marieschi di Milano, ritrae Madrid realisticamente: i tori, i ritratti, le nature morte sviscerano una realtà avvolta in tinte calde e avvolgenti

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Daniela Bruni




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