La veloce carrellata dedicata alle mostre più interessanti in giro per l’Europa, con uno sguardo attento al panorama italiano, riesce comunque a conservare tempestività ed esaustività. Tre sono i grandi servizi di questo mese. Il primo riguarda i postumi di Art Basel sul mercato mondiale, un’inchiesta che investiga quali siano gli artisti che hanno acquisito più visibilità durante l’esposizione e le cui opere si sono distinte per le elevate quotazioni. Il secondo servizio, particolarmente ampio e ben approfondito, curato da Emma Gravagnuolo, è dedicato al grande pittore impressionista Edouard Manet, la cui produzione artistica è narrata attraverso un taglio che tende a focalizzarsi sui difficili rapporti dell’artista con i contemporanei, sul suo travagliato percorso, cadenzato da una serie di scandali che rimasero epocali. Infine Gloria Vallese tratta con capillarità la Biennale di Architettura inaugurata a Venezia l’8 settembre, fornendo informazioni interessanti non solo strettamente sui progetti presentati, ma anche sui luoghi ospitanti la manifestazione; il tutto corredato qui e là da interventi del nuovo presidente Franco Bernabè.
Un quartetto italiano tutto particolare è quello vincitore del premio New York: quattro giovani talenti pronti a far conoscere l’estroso made in Italy nella Grande Mela. Colmo di illustrazioni è l’articolo, il migliore forse dell’intero numero, di Alessandro Riva che, con dovizia di particolari, in un’analisi priva di retorica ma venata di intensa poesia, delinea il profilo ed il percorso artistico di Harry Holland, le cui pregevoli opere sono disseminate nelle collezioni di tutto il mondo. Non manca neppure, in questo numero di Arte, uno sguardo attento a due grandi maestri dell’arte scultorea: dai sogni di ceramica del cecoslovacco Milan Kunc che inneggiano, pur giocosamente, ad una critica feroce contro l’impero staliniano e contro il consumismo dilagante, alle inquietanti opere dello spagnolo Juan Muñoz , che, attraverso un’analisi approfondita dell’animo umano, elabora figure desolate, piagate di solitudine, spesso messe a confronto con la propria immagine attraverso il riflesso di un nudo specchio.
E di Cai Guo-Qiang, eclettico maestro della polvere da sparo, abbiamo dimostrazione in Italia, a Trento precisamente, in una mostra che ripercorre l’evento del 6 settembre scorso, quando l’artista cinese illuminò le antiche mura della città con esclamativi fuochi d’artificio, sintesi, secondo lui, dei concetti basilari della legge cosmica: la distruzione e la creazione. Ma Arte non trascura neppure nuove od alternative tendenze del panorama artistico contemporaneo: dall’Ars electronica ospitata in un festival appositamente creato a Linz, ad un’antica pratica, quella dell’oreficeria, protagonista di una preziosa rassegna a Montecarlo.
Oltre alle numerose rubriche che spaziano da internet al mondo dell’editoria, dalle opinioni alle stroncature dell’esperto, si segnala un’attenzione particolare, non sempre presente in altre riviste, per i prezzi delle opere citate.
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