Il numero estivo della rivista milanese si presenta ricco e denso di contenuti. Argomento principale sono le due biennali allestite in questi mesi: Venezia e Berlino, con la prima in grande evidenza. Numerosi interventi, approfondimenti, interviste creano uno dei più interessanti speciali sulla biennale usciti in questi mesi.
Uno dei primissimi articoli è di Carolyn Christov, curatrice del P.S.1 di New York, e ci porta a scoprire i ‘segreti’ delle giurie che alla Biennale veneziana hanno assegnato i leoni d’oro. Quello della direttrice, Simona Vendrame, è un articolo generale, una riflessione sull’intero percorso espositivo della kermesse e sulle relative scelte curatoriali di Harald Szeemann.
Con l’articolo/intervista su Anri Sala, 27enne albanese residente a Parigi, iniziano gli approfondimenti sugli artisti che, secondo Temaceleste, si sono distinti nel panorama lagunare. Luca Cerizza propone un appofondimento su Carsten Nicolai, cui è dedicata la copertina; l’artista è presente a Venezia con una grande installazione sonora che ‘spara’ le sue onde su alcune ampolle riempite d’acqua. Stefano Chiodi intervista una delle migliori promesse della nostra giovane arte, Loris Cecchini, anch’esso presente a Venezia con una installazione raffigurante una cella di isolamento rappresentata in gomma uretanica e pulsante grazie ad un meccanismo che simula il respiro dell’internato. Il tedesco Neo Rauch e la estone Ene-liis Semper vengono presentati, in funzione delle opere da loro presentate in Biennale, in altri due articoli. Il videoartista John Pilson, 35enne newyorkese, è intervistato da Gregory Williams; il suo lavoro alla Biennale mette a fuoco la classica vita dell’impiegato middle-class con una melanconica ironia che non può non suggerire il confronto con il nostro Paolo Villaggio.
Nella sezione dedicata alla BerlinBiennale, di cui Exibart ha ampliamente parlato, viene dato spazio ad Elisabetta Benassi; l’unica italiana invitata alla manifestazione è intervistata da Marina Sorbello.
Da segnalare l’originale impaginazione di questo numero; si è costretti a girare la rivista in orizzontale ed a sfogliarla come un calendario. Questo ha permesso di non pubblicare alcuna immagine su due pagine garantendo un corredo iconografico di grande qualità e di perfetta fruibilità.
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sì ma di questa Benassi si vedono sempre le due solite cose! non ha fatto altro?