temaceleste fa 90. La rivista edita da Gabrius, al 19esimo anno di età, si presenta alla novantesima edizione con una grafica ricercatissima, unica rivista d’arte in Italia a proporre una ricerca stilistica ed estetica di livello internazionale. Ma temaceleste non è solo estetica, i contenuti – in particolare in questo numero – non deludono.
Nell’editoriale dal titolo ‘luci sul premio’ la direttrice Simona Vendrame riflette sulla grande visibilità mediatica, e di conseguenza sulla notevole presunta importanza artistico-culturale, del Turner Prize, assegnato quest’anno a Martin Creed. Naturalmente tra le polemiche.
In un mini-saggio David Hopkins pone in relazione una serie di opere di Andy Warhol ed i lavori degli anni Trenta di Weegee. Nell’intreccio l’omosessualità di Warhol sarebbe determinante… Simona Vendrame intervista William Kentridge, protagonista a Milano con una personale presso la galleria di Lia Rumma.
La mostra del videoartista italiano Francesco Vezzoli è curata, a Rivoli, da Giorgio Verzotti. Proprio il critico – in attesa di iniziare il suo nuovo incarico curatoriale al Mart di Rovereto – introduce ampiamente in un articolo le opere del giovane artista bresciano.
Interessante l’intervista di Mike Mcgee a Paul Mccarthy, storico maestro americano che intesse le sue opere di tematiche sociali dal grande e diffuso impatto. Daniele Perra riprende la storia di copertina intervistando Emanuelle Antille riguardo ai contenuti che percorrono il suo lavoro video. L’intervista a Patrick Tuttofuoco – per lui una personale a Milano presso il milanese Studio Guenzani – conferma la volontà di dar voce ai protagonisti per quanto riguarda questo numero di temaceleste.
Gli autoritratti di questo numero (artisti che si autopresentano) sono appannaggio di Alexandra Ranner, Adrià Julià, Federico Pietrella ed Elastic Group.
In un dossier temaceleste chiede “E’ giusto che un museo d’arte contemporanea proponga mostre di artisti giovani e non ancora affermati?“. Tra le risposte notiamo le firme di Marina Abramovic, Francesco Bonami, Jeffrey Deitch, Leo Konig, Hans Ulrich Obrist e Jerome Sans.
Come da tradizione molto densa la sezione che raggruppa recensioni, profili e cameos.
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I lavori di Emanuelle Antille sono molto interessanti. Ne abbiamo già accennato in Exibart per la microretrospettiva a lei dedicata nella scorsa Biennale de L'Image en mouvement di Ginevra, all'url che indichiamo.
http://www.exibart.com/notizia.asp?IDCAtegoria=71&IDNotizia=3418