Una nuova rivista di moda? Di Fashion? Di Trends? Chi è il direttore? Chi lâartdirector? Di chi la grafica e lâimpaginazione? Dove posso trovarla, acquistarla?
âBORGHI in fashionâ è la nuovaâŚopera dâarte della piemontese Enrica Borghi. Lâartista, in collaborazione con la Galleria Alberto Peola, ha prodotto quello che allâapparenza potrebbe essere lâultimo prodotto della nostra migliore (?) inventiva editoriale per quanto riguarda il mondo della moda.
Gioielli haute-cuture che percorrono trend up-to-date attraverso colori e tonalitĂ new materials, tesi a creare una new emotion di riflessi ed accostamenti cromatici fluo con valenze futur-fashonâŚChi scrive non è completamente impazzito ma cerca di trascrivere lâatmosfera in cui si è calati leggendo lâeditoriale di âBORGHI in fashionâ che, dopo i testi introduttivi dei critici Massimo Melotti e Giorgio Verzotti, apre la porta alla geniale orchestrazione satirico-dissacratoria che attraversa tutta lâopera.
In copertina appare la stessa artista con copricapo primavera/estate (!) composto daâŚtubetti di dentifricio svuotati e flacone di detersivo, nella cotrocopertina uno splendido perizoma nero campeggia indossato daâŚuna pera. Tutto quello che sta nel mezzo è una continua condanna, sempre ironica, agli eccessi del mondo della moda e, in definitiva, del consumismo. Tutta una serie di simulazioni, di riferimenti, di ammiccamenti ad un mondo che è diametralmente in contrasto con i materiali che creano le opere di Borghi (nel proprio alterego di griffe modaiola con prestigiose sedi internazionali: BORGHI â milano parigi new york tokio). I materiali, tutta plastica, cibo e spazzatura, però non si vedono, non si notano, non se ne percepisce la differenza rispetto alla realtĂ se non si impiega quel tanto di attenzione in piĂš che di solito viene tenuta debitamente a riposo quando si sfogliano queste tipologie di prodotti editoriali.
Ed è per questo che, dopo aver un poâ metabolizzato le provocazioni di âBORGHI in fashionâ, ad un uomo smaliziato e cattivello potrebbe venir la fantasia di sottoporre questa ânuova rivista di modaâ a qualche inconsapevole collega o amica. Chi scrive consiglia a tutti questa operazione tra la performance artistica e lo scherzo goliardico. Cosa câè di meglio di vedere due donne che discutono sulla bellezza di una luccicante e deliziosa scarpetta da sera e poi far sottilmente notar loro che è semplicementeâŚricoperta dagli i involucri dei Baci Perugina?
Enrica Borghi ha giocato utilizzato una tattica vincente. Tutte le pagine della sua ârivistaâ sono doppie, come quelle delle âriviste vereâ, pronte ad aprirsi per schiudere lâultimo campioncino (scusatemi, giuro che è lâultima volta che pubblichiamo âcampioncinoâ su Exibart) di profumo o di crema per la pelle. Le pagine della Borghi sono però sigillate, castrano la tipica masturbazione mentale della tipica signora bene che è contenta quando vede che ogni angolo della sua rivista è in realtĂ un depliant pubblicitario. Lâadvertising, peraltro, non si distingue dal resto: tutto è spazzatura, plastica, materiali dâuso, cotechini con il reggicalze o zamponi con le unghie finte. Enrica Borghi ha giocato utlizzando la tattica, per solito vincente, di combattere qualcuno utilizzando le sue stesse armi. E, a suo modo, ha vinto.
Massimiliano Tonelli
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