All’interno delle sale di Punta della Dogana, sabato 10 giugno 2023 dalle ore 11.00, sarà possibile partecipare ad una speciale iniziativa per il pubblico in visita a Punta della Dogana: l’incontro con i 13 partecipanti della quinta edizione del progetto di mediazione culturale Altri Sguardi. I partecipanti al progetto di mediazione culturale museale, rivolto a migranti e rifugiati politici del territorio, presentano al pubblico una selezione di opere della mostra “Icônes”.
L’obiettivo è quello di dare ai visitatori una possibilità unica, partecipare ad una visita alla mostra attraverso itinerari che mettono in relazione opera e visitatore secondo l’interpretazione personale dei partecipanti, offrendo delle letture originali e spunti di riflessione unici. I protagonisti sono Prince Michael Alakija (Nigeria), Moustaou Arouna (Togo), Messouho Coulibaly (Costa d’Avorio), Evgeniia Liubova (Russia), Sakina Mohammadi (Afghanistan), Wazir Muneer Mohammed Saeed Munassar (Yemen), Lot Wilbroad Mutiti (Uganda), Leidy Pineda Gil (Repubblica Dominicana), Hussain Rezai (Afghanistan), Zorica Stojkovic (ex-Jugoslavia, attuale Serbia), Elena Tikhomirova (Russia), Pacôme Tiomena (Camerun), Abd Ullah (Pakistan). Hanno tutti un passato comune, una storia di migrazione dal proprio paese che li ha portati a vivere sul territorio veneziano.
I mediatori culturali, dopo essere stati selezionati, hanno partecipato ad un workshop nel corso della primavera 2023, con lo staff dei Servizi Educativi di Palazzo Grassi – Punta della Dogana e il supporto di due tutor scelti tra i partecipanti delle precedenti edizioni.
Anche in questa edizione il workshop è stato strutturato in tre fasi: la prima laboratoriale con l’approfondimento della mostra e la selezione di alcune opere, accompagnati in questa scelta libera dallo staff di Palazzo Grassi e dai tutor. Ciascuno dei partecipanti ha scelto un’opera specifica. Questa fase è stata contestualizzata da una serie di scambi e discussioni su varie tematiche come il luogo di origine, il senso di appartenenza, i concetti di accoglienza e identità, l’esperienza della migrazione. La seconda fase ha visto l’elaborazione di un percorso di mediazione concepito sulla base dell’interpretazione personale attorno a ciascuna delle opere scelte.
Dai fili d’oro che uniscono cielo e terra in “Tteia”di Lygia Pape a “Mothabeng”, la capanna di fango e aromi di Dineo Seshee Bopape, passando per i quadri e lo specchio semi coperto di tessuti “Untitled (Mirror)” di David Hammons, le casette di cera del “Un villlage sans frontières” di Chen Zhen, oppure la cascata di colori e luce che ravvivano gli specchi dell’opera “To Breathe – Venice” di Kimsooja, sino al cotone sbiadito dal sole negli scatti di Dayanita Singh della serie “Time measures”, la bandiera di capelli scuri che sventola presso la sepoltura di Édouard Glissant in “Ombre indigène” di Edith Dekyndt, le sperimentazioni bianche di Robert Ryman e l’“Antropologia do Negro I and II” di Paulo Nazareth.
La terza fase è quella che comprende un personale racconto di ognuno dei partecipanti. 13 mediatori, 13 opere d’arte tra le sale di Punta della Dogana. L’arte contemporanea, al centro dell’attività culturale dell’Istituzione, diviene la lente attraverso la quale stimolare nuove formule di conoscenza e dialogo a partire dai singoli individui e dalla loro unicità.
Un successo che continua nelle varie edizioni, dalla prima avvenuta nel 2019 che aveva visto 9 tra i diversi partecipanti al workshop “Altri Sguardi” realizzare degli speciali percorsi guidati gratuiti alla scoperta della mostra “Luc Tuymans. La Pelle” e della storia dell’architettura di Palazzo Grassi.
Ancora oggi Venezia è un incrocio in cui orizzonti molteplici si intersecano e si ibridano, fornendo così un terreno fertile per la creazione. Altri Sguardi celebra questa grande ricchezza in termini di diversità culturale, offrendo ulteriori livelli di lettura sulle opere in mostra, grazie al punto di vista offerto dai mediatori.
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